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Paredes perno della Roma: così ha alzato l’asticella. Ma per De Rossi ancora non basta

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Con l'arrivo di DDR, il centrocampista argentino è diventato molto più completo e ora è fondamentale a livello tattico. E l'opzione per il prolungamento si avvicina
Francesco Iucca
Francesco Iucca Collaboratore 

Carota, ma anche bastone. Questo è stato nelle prime settimane da allenatore della Roma Daniele De Rossi per Leandro Paredes. Di base c'è una grandissima stima dal punto di vista calcistico da parte del mister giallorosso, ma anche la volontà di smussare o addirittura cancellare qualche difetto atavico dell'argentino. Senza paura di chiamarlo in causa o bacchettarlo, scherzosamente ma non troppo, anche pubblicamente.Leandro Paredes è il simbolo, insieme a Lorenzo Pellegrini, della rinascita della Roma post mourinhana. Ora Leo è davvero il perno su cui si poggia il centrocampo, quello che non era riuscito a fare con la Juventus lo scorso anno. Mourinho da subito ha ribadito il suo enorme apprezzamento ("Mi è sempre piaciuto tantissimo"), ma nel 2023 non ha praticamente mai inciso. Anzi. Solo con l'amico De Rossi il campione del mondo ha acquisito un ruolo e un'importanza reale a livello tattico e tecnico. Il minutaggio non è cambiato: in tutta la stagione Paredes ha saltato solo tre partite, una con il portoghese in panchina (per squalifica) e altre due con DDR (una sempre per squalifica, a Salerno, e l'altra al ritorno col Brighton per turnover). Ma la crescita in campo è stata netta, evidente, tanto da far 'scomodare' il ct della Nazionale Luciano Spalletti, che lo ha citato un paio di giorni fa in conferenza stampa parlando del lavoro eccezionale di De Rossi, perché ora "va a fare il centrale basso tra i due difensori per la costruzione".

Più regista e ancora più mediano: ecco il nuovo Paredes. E il prolungamento è dietro l'angolo

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Paredes quindi finalmente partecipa in maniera attiva e protagonista. E lo dimostrano i numeri, che segnano un miglioramento notevole delle statistiche, soprattutto quelle che vedono in primo piano il pallone. Ad esempio, secondo i dati 'WhoScored', la media dei passaggi completati con Mourinho era di 49. Nelle 8 partite di campionato giocate sotto la gestione DDR, il dato è salito addirittura a 75. Lo stesso per quanto riguarda i passaggi chiave:1,125 a partita da Roma-Verona a Roma-Sassuolo. Prima invece la cifra si attestava a 0,52. Sale anche la percentuale di precisione dei passaggi (91,58 a 89,1). Migliorate, anche se di poco, la media dei passaggi lunghi completati (5,25 a 3,15) e dei contrasti vinti mentre sono aumentati i falli commessi (media di 1,375 contro lo 0,78 dell'era Mourinho). Meglio anche i dribbling e i tiri respinti. Il tutto condito da due gol, entrambi su rigore contro Monza e Frosinone. Tra l'altro Paredes subisce anche meno ammonizioni. A risentire della mole di gioco creata dal numero 16 è il dato dei tiri, drasticamente ridotto rispetto a prima. Ma fa parte di quello che gli chiede De Rossi, ovvero di essere pensatore ma senza innamorarsi troppo del pallone. Di avere gli occhi spiritati, ma riflettere al tempo stesso.

Come sull'ammonizione ingenua contro il Cagliari, quando la Roma vinceva 4-0: "Un giallo davvero stupido", l'ha definito il tecnico. E poi, dopo il bastone, nella stessa risposta ha provato a usare anche la carota: "Ce ne sono pochi di centrocampisti come lui al mondo. Col pallone mostra le qualità migliori, deve migliorare come dinamismo e posizionamento.mi deve ascoltare perché io lo facevo bene. Senza correre come uno con quattro polmoni, può essere fondamentale in fase difensiva". Correre tanto sì, ma con criterio. Come dopo il 4-0 sul Brighton:"Leandro è un giocatore forte, in allenamento corre, va forte, ho confidenza e posso permettermi di entrargli più diretto, posso prenderlo in giro davanti ai compagni evidenziando lacune tattiche. Scherzando lo stimolo in tanti aspetti che deve migliorare. Non capisco perché siate ancora stupiti di lui, è di rango mondiale". Anche qui, lo ha esaltato sottolineando che però non è ancora al top e ha bisogno di alzare l'asticella togliendosi qualche vizio. Ma intanto Paredes ora è un perno di questa Roma, con un contrattoin scadenza nel 2025 ma con un'opzione per il rinnovo fino al 2026 che scatterà al raggiungimento del 50% delle presenze totali. Quest'anno ha giocato 38 partite delle 41 che ha visto i giallorossi impegnati in tutte le competizioni. La strada è quella giusta, soprattutto se continuerà ad avere questo rendimento. E a maggior ragione se Daniele De Rossi dovesse restare a Trigoria.

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