Ancora voi. Mourinho contro Sarri, tre anni dopo l'ultimo incontro. O scontro, visto com'è andato il match di Stamford Bridge di tre anni fa. Domenica alle 18 si troveranno di fronte due degli allenatori più importanti della Serie A, che tornando hanno arricchito di fascino e non solo il nostro campionato. Il derby dell'Olimpico non sarà solo il confronto storico tra due rivali cittadine, ma anche quello tra due dei manager più importanti in Europa in questi anni e con filosofie di gioco diametralmente opposte. Caratteri forti che nel loro unico precedente hanno già dimostrato cosa può succedere quando si affrontano. Il 20 ottobre del 2018 si gioca Chelsea-Manchester United, nona giornata di Premier League. I Blues di Sarri, padroni di casa, al terzo posto e in una posizione di netto vantaggio di classifica sui Red Devils decimi. Eppure a rimontare è la squadra di Mourinho, grazie alla doppietta di Martial dopo l'iniziale vantaggio di Rudiger. La partita è calda, non può essere altrimenti in una delle sfide più sentite in Inghilterra. Per i Blues entra anche Pedro, che sarà in campo anche tra due giorni. Poi al 90' Ross Barkley fa esplodere Stamford Bridge segnando il gol del 2-2, scatenando anche la panchina di Sarri. In particolare il collaboratore Marco Ianni, presente anche oggi nello staff della Lazio, che si lascia andare a un'esultanza plateale in faccia a Mourinho che non va per niente giù allo Special One.
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Mourinho ritrova Sarri al derby: tre anni fa Chelsea-United e la rissa sfiorata
I due allenatori torneranno ad affrontarsi domenica dopo l'unico precedente del 2018: a Stamford Bridge successe di tutto
Mourinho e Sarri, la rissa sfiorata in Chelsea-Manchester United
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Il portoghese, furioso, si alza di scatto verso Ianni, trattenuto a stento dal IV Uomo e dal suo staff, collaboratori e giocatori, con Romero che cerca di parlargli. Si accende la scaramuccia, si sfiora la rissa, mentre Sarri esulta per conto suo: poi si accorge di quello che sta succedendo e si dirige a chiarire la situazione con Mourinho. "Non ho visto direttamente quanto successo, ma parlando con José mi sono subito reso conto che eravamo noi dalla parte del torto. Allora ho portato Ianni a chiedere scusa a Mourinho, avevamo sbagliato ed era la cosa giusta da fare”, ha detto poi l'allenatore del Chelsea nel postpartita. I due, Sarri e Mou, si abbracciano davanti alle telecamere, tutto risolto. E anche il manager portoghese comprende l'adrenalina del momento, disposto a perdonare l'avversario: "Ianni si è scusato con me mentre ero nell’ufficio di Sarri. Gli ho detto che se si sentiva davvero in colpa allora era perdonato. Anche io ho commesso molti errori nella mia carriera, non ho certo intenzione di 'ucciderlo' per quello che ha fatto”.
I due si stimano molto, in queste settimane non hanno mai parlato molto l'uno dell'altro, anche quando sollecitati dalle domande. Lo stretto indispensabile, ma tanto basta a lasciar trasparire il grande rispetto. "Questo dualismo con Mourinho non lo sento, a me sta simpatico. Poi lui ha vinto più di me, ha un pedigree più elevato del mio. E poi sarà Roma-Lazio, non io contro di lui, in campo vanno i giocatori", le parole di Sarri in sede di presentazione. Stesso concetto ribadito da José: contano i calciatori. Entrambi hanno cercato di spostare l'attenzione, ma l'Italia attende lo scontro - sportivo - tra due grandi allenatori. Tre anni fa il Chelsea era più avanti, ora la classifica dice il contrario. Mourinho sarebbe stato esonerato dallo United un paio di mesi più tardi e per questo non c'è stato il bis. Sono serviti altri tre anni per il secondo round.
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