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La Roma ‘Next Gen’ è più di un’idea. Ecco costi e possibili guadagni della squadra B

La Roma ‘Next Gen’ è più di un’idea. Ecco costi e possibili guadagni della squadra B - immagine 1
Il "giacimento" dei giallorossi è uno dei più preziosi d'Italia, ma negli ultimi anni sono stati fin troppi gli addii amari e le occasioni perse. Ecco come potrebbe funzionare il progetto dell'Under 23 giallorossa
Federico Liuti
Federico Liuti Collaboratore 

Negli ultimi mesi la Roma 'Next Gen' è passata da semplice idea a progetto concreto. Complice la volontà dei Friedkin di fare un altro step importante verso le big e un vivaio che troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni, ha lasciato andare giovani di grande prospettiva, la squadra Under 23 dei giallorossi non è più soltanto un'ipotesi e potrebbe essere lanciata già il prossimo anno (2026/27). Gli indizi ci sono, così come il possibile ritorno in termini economici (e non solo), ma non sono irrilevanti nemmeno i problemi logistici e burocratici - che possono minare o rallentare tutto il progetto. Non sarà semplice, ma da troppo tempo a Trigoria si sta pensando ad una squadra B per avvicinarsi alle altre (come Juventus, Milan o Inter) e coltivare il talento che troppo spesso finisce per volare via da Roma prima del previsto.

I vantaggi della 'Next Gen'

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Dopo le esperienze delle altre squadre i vantaggi dell'Under 23 sono diventati praticamente innegabili. Dallo sviluppo tecnico dei giocatori che finiscono poi in prima squadra, ai ricavi economici con cui mettere a posto i conti o da reinvestire in altri giocatori più pronti o adatti alle esigenze dell'allenatore. Lo scorso anno, ad esempio, la Juventus ha guadagnato 87 milioni solo dalle cessioni di giocatori cresciuti nella Next Gen: da Dean HuijsenIling Jr e proprio Mati Soulé. Certo, da una parte rimangono le incognite per quanto riguarda il reale valore dei giocatori (Huijsen è stato venduto a soli 19 milioni, ora ne vale più di 60), ma sicuramente sarebbe più facile scongiurare gli addii a parametro zero - che fanno molto male soprattutto dal lato economico. Solamente nell'ultima settimana, a lasciare la Roma di Falsini (ora di Guidi) sono stati 3 dei migliori prospetti dell'intero campionato come Giulio Misitano (capocannoniere da 14 gol e 6 assist), Sergej Levak (mediano classe 2006 da 7 gol) e Renato Marin (che finirà al PSG). In stagione regolare, la Primavera giallorossa ha nettamente dominato il campionato (chiuso a +9 sull'Inter seconda) e far scappare i migliori talenti - che hanno bisogno di competere a livelli più alti - continua ad essere deleterio per una società in crescita e con grandi ambizioni come la Roma.

Costi e problemi

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Inutile negare, però, che ci sono anche diverse difficoltà da superare prima di poter lanciare definitivamente il progetto. In primis, l'iniziale investimento economico, che comunque non dovrebbe essere troppo elevato (si parla di 15-20 milioni inclusi calciatori, iscrizioni e staff + circa 3 milioni annui di "mantenimento") e non certo impossibile tenendo presente il ritorno economico. Poi c'è la questione dell'iscrizione in Lega Pro: una seconda squadra ha la priorità sulle altre, ma può entrare solamente se un'altra fallisce o non si iscrive. Scenario, anche qui, non inverosimile dato che (purtroppo) molte realtà, anche storiche come Taranto e Messina, stanno sprofondando in Serie D per questioni finanziarie. Ma il vero problema del progetto 'Next Gen', ad ora, rimane lo stadio. Nessun impianto della Capitale è a norma per ospitare una partita di Serie C (escluso ovviamente l'Olimpico) e si sta già valutando l'ipotesi - non certo ottimale - di giocare al 'Domenico Francioni' di Latina. Impossibile adeguare l''Agostino Di Bartolomei' di Trigoria (per questioni di sicurezza) o il 'Tre Fontane' dove gioca la Roma Femminile, recentemente riqualificato per ospitare la Women's Champions League. Una delle proposte è quella dell''Anco Marzio' dell'Ostiamare, club acquistato e rilanciato negli ultimi mesi proprio da Daniele De Rossi. I lavori di ammodernamento dell'impianto dovrebbero terminare entro il prossimo anno e chissà che non possa essere affittato proprio dai giallorossi.

C'è più di qualche indizio

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Antonio Arena e Romero Corredera, entrambi attaccanti classe 2009 acquistati nell'ultima settimana, vi dicono nulla? Due investimenti lucidi e lungimiranti per il settore giovanile della Roma. Entrambi, poi, hanno già giocato in Serie C (uno col Pescara e l'altro col Las Rozas in Spagna) e difficilmente, per convincerli a venire, gli è stata proposta l'eventualità di marcire in Primavera, senza possibilità di confrontarsi con calciatori più esperti. Anche Federico Guidi, tornato negli ultimi giorni al posto di Falsini per guidare la Primavera, aveva lasciato i giallorossi nel 2024 proprio per l'assenza di prospettive. Gli indizi ci sono, così come la volontà di far crescere ulteriormente la Roma e i suoi giovani. Ora tocca alla società superare e percorrere fino in fondo questa bumpy road, per permettere ai ragazzi giallorossi di crescere e diventare giocatori della Roma, anche perché come diceva Mourinho "i giovani della Roma sono diversi da tutti, sono romanisti dalla nascita".