La nuova Roma di Gasp prende forma: cosa ci ha (già) detto la vittoria contro il Lens

Non si tratta di giudizi definitivi, ma la prima gara estiva contro un avversario di livello - e più avanti nella preparazione atletica - ha dato le prime risposte a Gasp e ai tifosi, oltre a fornire un'idea più o meno chiara di come potrà essere la Roma del futuro. Tanta pressione a uomo, spesso asfissiante, sugli avversari e una squadra che difende in avanti - caratteristica che ha contraddistinto l'Atalanta degli ultimi anni e agli antipodi rispetto a quanto visto nell'ultimo periodo con il blocco basso di Ranieri. Ecco cosa vedremo di più (e di meno) con l'inizio del campionato e con il passare del tempo. Ndicka più vicino all'area del Lens rispetto alla sua? Non è un caso. La pressione a uomo di Gasperini (a parte alcune eccezioni) viene fatta davvero in tutto il campo. L'ivoriano ha seguito Said per tutti i 100 metri - sia a destra che a sinistra - nel primo tempo per negargli delle ricezioni facili e per questo non ha mai giocato veramente da braccetto di sinistra (soprattutto senza palla). Non è un caso nemmeno che Wesley ed El Aynaoui (esterno di centrocampo e mediano) siano stati acquistati anche per la loro capacità di concludere in porta (e in caso di partenza di Angelino la Roma stava spingendo per Maxim De Cuyper): tutti i giocatori Gasp devono saper calciare ed essere pericolosi in caso di recupero palla alto, come sul gol di Soulé. Quello di Gasperini è uno stile molto aggressivo e anche decisamente pericoloso, ma le ricompense spesso superano i rischi: l'Atalanta è stata tra le prime 4 (a volte anche prima) in Italia per expected goal in tutte le ultime 8 stagioni. Di seguito la posizione media dei giocatori della Roma in campo (ben 7 oltre la metà campo): Sì, è un'idea di calcio moderna che sfrutta un concetto anacronistico come la pressione a uomo, ma molto redditizia - e anche divertente per i tifosi - se organizzata ed eseguita con grande attenzione. Le prime due enormi occasioni del Lens, però, hanno sottolineato come ci sia ancora molto lavoro da fare sugli scambi di posizione (Celik, dopo lo scambio, sale senza considerare la posizione di Mancini e Ndicka) e sulle marcature prese velocemente (prima del recupero sulla linea di Wesley erano troppi i giocatori francesi liberi in area, anche se in posizione dubbia). Una difesa ancora da "work in progress": per tutta la stagione la linea a 3 di Gasp - verosimilmente Ndicka-Mancini-Ghilardi - dovrà lavorare bene e con un'attenzione quasi maniacale nelle marcature per non concedere occasioni agli avversari. P.S.: Gianluca Mancini deve essere il centrale dei tre, per caratteristiche difensive e soprattutto per la sua leadership. Altre due considerazioni: Soulé sarà centrale nel progetto di Gasperini e il rinnovo di Svilar è stata la mossa più importante dell'estate. Il peso dei 30 milioni complessivi con cui è arrivato a Roma sono stati fin troppo limitanti nei primi mesi (oltre ad un caos tattico iniziale in cui è stato letteralmente gettato): con Gasp dovrà uscire fuori il vero Soulé, quello dei dribbling, delle invenzioni per mandare porta i compagni e dei mancini imprendibili per i portieri. Negli ultimi mesi di Ranieri e in questi prime amichevoli è sembrato molto più libero in campo e nella testa: condizioni ideali per continuare ad incantare i romanisti e fare gol e assist alla Mati. Ora una delle questioni più spinose: se Soulé sta così... qual è il piano per Dybala? Capitolo Svilar: il rinnovo è stato una manna dal cielo per la Roma e per Gasperini. La sicurezza che trasmette ai compagni tra i pali non ha prezzo, così come la sua abilità con i piedi, ormai imprescindibile per qualsiasi portiere di alto livello: quando gli avversari alzano il pressing su di lui è davvero l'uomo in più della Roma, tranquillo con il pallone tra i piedi e preciso quando decide di andare lungo. Una grande fetta di tifosi giallorossi ha sperato fino all'ultimo nell'arrivo di Richard Rios, visto già come un top player e un profilo sudamericano decisamente più simile a Leandro Paredes. Ma, dopo due prestazioni difficili da giudicare oggettivamente, nei 72 minuti giocati da El Aynaoui contro la sua ex squadra si sono viste cose interessanti: molto bene come presenza a centrocampo accanto a Manu Koné (la lingua in comune aiuterà) e soprattutto nei recuperi alti e nelle conduzioni palla al piede dove è stato quasi imprendibile. Tanta corsa, tanta "legna" e dinamismo lì in mezzo: impossibile dare un giudizio definitivo dopo così poco, ma l'impressione che sia il profilo giusto per il centrocampo di Gasp inizia ad esserci. E finalmente, dopo un campionato in cui per 38 partite la Roma è stata pericolosa quasi esclusivamente sulla fascia sinistra - grazie alle corse e ai cross di Angelino - ieri sera i giallorossi hanno giocato e spinto (anche statisticamente) più dalla parte di Wesley: il brasiliano dovrà adattarsi all'Italia e alle richieste di Gasperini, ma, per la prima volta dopo tanto tempo, quest'anno la Roma attaccherà anche e soprattutto dalla sua parte.