Giuseppe Scarpa, giornalista de La Repubblica, ieri ha dato la notizia della trattativa tra i Friedkin e gli arabi per vendere la Roma. Quest'oggi è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo durante la trasmissione Te la do io Tokyo. Queste le sue parole:
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Scarpa (Repubblica): “La trattativa Friedkin-Arabia esiste. Può succedere di tutto”
Sulla trattativa. “Io direi che non è presunta, una trattativa esiste e bisogna capire quale sarà l’epilogo, non significa se due si siedono ad un tavolo delle trattative poi si va a definire un acquisto. Williamson è una figura un po’ iconica della Roma dei Friedkin, perché è un personaggio che compare sempre nei momenti decisivi e lui era a Roma proprio nei giorni scorsi, così come lo era durante l’esonero di Mourinho. Oltre a questo, secondo me c’è un altro fatto importante, ovvero la presenza del capo dell’area legale della Roma a Riyadh, un uomo importante all’interno del club, non decisivo per definire la trattativa della compravendita, però si è spostato a Riyadh in tutta fretta, questo me lo hanno fatto sapere martedì. Quello che volevo dire sulla Roma è che dobbiamo inquadrare il personaggio Friedkin e dobbiamo capire che è un business man americano, uno che viene a Roma, si compra una squadra di calcio, la compra a 8 e il suo desiderio è che questo club possa valere di più per poterlo rivendere a 10 poco dopo. E’ un business. Non parliamo di un Moratti con l’Inter, di un Agnelli con la Juve o di un Sensi con la Roma. L’approccio di questi personaggi al mondo del calcio è totalmente differente. Chi hanno loro in questo momento di frontre? Hanno di fronte degli arabi che hanno una quantità di denaro illimitata, sono anche persone spregiudicate perché se poi si fissano sono anche capaci di fare delle offerte che ti lasciano senza la possibilità di replicare, cioè dire sì semplicemente. In tutto questo si colloca Roma, e io non sono né romanista, né laziale. Parliamo di una squadra che è la squadra della Capitale d’Italia e per gli arabi mettere le mani su un club come la Roma, non si tratta semplicemente di mettere le mani su una squadra di calcio, come possiamo vederla noi appassionati italiani. È ovvio che, mentre Friedkin si compra la Roma a 8 e la vuole rivendere a 10, sto sparando numeri in libertà per fare un esempio, gli arabi si possono comprare anche la Roma 10 e pensare che valga 9 tra 4-5 anni, perché nel frattempo l’hanno utilizzata come leva per entrare nel mercato italiano e fare tutta una serie di altri investimenti che li portano a quadruplicare quello che hanno fatto sulla Roma. Siamo entrati nella geopolitica del pallone e intorno alla Roma si muovono interessi, soprattutto del mondo arabo, che non sono più solo puramente calcistici. Bisogna vedere fino a che punto si spingeranno gli arabi. Se il Campidoglio dovesse poi autorizzare la costruzione dello Stadio, il pacchetto Roma diventerebbe ancora più appetibile, al di là del valore intrinseco dell’immagine della Capitale d’Italia che il club può avere. C’è tutto un movimento intorno alla Roma. Offriranno il prezzo giusto? Non so, perché l’estate scorsa è stata fatta un’offerta intorno agli 800 milioni di euro, sempre da un fondo mediorientale, ma i Friedkin l’hanno rifiutata. E loro – correggetemi se sbaglio – fino ad oggi hanno speso 850 milioni di euro sul club. Il discorso è questo: può succedere di tutto”.
È un approccio o qualcosa di più? “È un primo modo di annusarsi tra le varie parti che si conoscono e si frequentano. I Friedkin sono agganciati al mondo arabo e al mondo qatariota, quest’ultimo rivale del mondo saudita e che ha in mano club come il Psg e il Manchester City. Sono delle prime proposte che si iniziano a fare per capire qual è la tenuta dei Friedkin rispetto a determinate cifre. Friedkin, lo ribadisco, è un uomo d’affari, se fiuta che la Roma da qui a 4-5 anni possa valere ancora di più non la venderà, perché l’approccio di Friedkin è quello che si compra il giocattolo Roma – fatemi passare il termine – ad una cifra, per venderla o farla passare ad un valore più alto nel giro di diversi anni. Non è detto che Friedkin dia l’ok ma ricordatevi che gli unici in questo momento che hanno una disponibilità così massiccia di denaro sono arabi e qatarioti, quindi il mondo mediorientale nel suo complesso. Ora, l’offerta della quale noi abbiamo parlato e della quale si rumoreggia molto all’interno di Trigoria non è ancora un’offerta definitiva, messa nero su bianco. Le due parti si stanno annusando e vorrei introdurre un altro argomento che non ho messo nell’articolo. Io sono un cronista di giudiziaria essenzialmente. C’è un’ipoteca che pesa sulla Roma e della quale non si sta parlando molto, da quello che posso sentire io ma magari mi sbaglio, ed è l’inchiesta sulle plusvalenze della Roma. Voi dovete pensare che la Procura di Roma ha già chiuso delle indagini del tutto simili su Juventus e Napoli. C’è un’inchiesta a Roma riguardante le plusvalenze legate alla Roma e che fine farà questa inchiesta? Può essere archiviata, però, e sto ragionando in termini di logica perché se avessi la notizia la scriverei, vedendo che la Procura di Roma ha già chiuso le inchieste sulla Juve e sul Napoli penso che la traiettoria possa essere simile anche sulla Roma. Un’eventuale indagine sulla Roma, in grado di coinvolgere Pallotta e Friedkin, vi faccio una domanda: può incidere sul valore del club o sulla trattativa?”.
Tra le informazioni che lei ha avuto, è capitato anche il nome della società petrolifera saudita Aramco? “No, è capitato il nome del proprietario del main sponsor della Roma. Voi dovete pensare che il mondo saudita è una sorta di famiglia estesa, soprattutto chi detiene i denari, le chiavi del potere. Il Fondo Pif è una sorta di cassaforte del mondo saudita, in pancia ha 800 miliardi di dollari, e comprarsi la Roma per loro sarebbe come per noi forse comprare un’automobile, facendo le dovute proporzioni. Loro hanno già in pancia il Newcastle e le regole Uefa che, se da una parte sono meno stringenti rispetto a qualche anno fa, dall’altra loro si stanno ponendo l’interrogativo se fosse il caso di avere due club da gestire. Si valutava quindi all’interno del mondo saudita se non fosse il caso che magari non fosse il Pif direttamente a fare un’offerta la Roma o fosse magari Turki Alalshikh. E anche qui parliamo di una persona che ha una disponibilità economica illimitata”.
È quello che si è fatto le foto con Mourinho? “Esatto”.
Il giornalista ha poi parlato anche ai microfoni di Radio Radio, soffermandosi sul possibile ruolo che Lina Souloukou potrebbe avere nella trattativa: “Non abbiamo un’evidenza, ma è un indizio che sia stata nominata proprio lei che ha una certa affinità e un legame con quel mondo”.
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