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Getty Images
Domenica, all’Olimpico, la Roma affronterà il Verona. Per molti sarà una partita come le altre, per Ghilardi no. Non tanto perché la vivrà da protagonista - non ancora, almeno - ma perché di fronte ci sarà il club che lo ha cresciuto, formato, lanciato. E che lo ha ceduto alla Roma per 10 milioni di euro. Finora, però, il suo percorso nella Capitale è fatto di panchine, attesa e silenzio. Classe 2003, il giovane difensore giallorosso è uno dei volti giovani su cui la società ha deciso di investire, ma in questi primi mesi non ha ancora collezionato un singolo minuto in campo. Un dato che racconta più di quanto sembri. Le ragioni sono molteplici. Un’estate in salita, tra qualche incertezza di troppo nel precampionato - su tutte, la sfuriata di Gasperini dopo la gara contro il Neom - e una condizione fisica non ancora all’altezza delle aspettative.
Ma c’è anche dell’altro: la crescita esponenziale di Celik, reinventato con successo da braccetto destro nella difesa a tre, e la solidità sempreverde di Hermoso, che con Gasp ha iniziato a garantire esperienza e letture difensive da leader. In un reparto dove ogni errore pesa e dove l’equilibrio conta più della prospettiva, Ghilardi deve aspettare il momento giusto, imparando e assorbendo. Gasperini ha già detto chiaramente che “ci sarà bisogno di tutti” e la stagione è lunga. Il suo tempo arriverà. Ma nel frattempo, proprio il calendario lo rimette davanti a un pezzo importante della sua storia calcistica: il Verona. Un incrocio che vale più per il simbolismo che per il campo, ma che può rappresentare una tappa emotiva nel suo percorso. Perché a volte, il vero debutto comincia nella testa, quando si accetta il tempo dell’attesa e si prepara la svolta.
Bologna, Pisa, Torino, Lazio, Nizza. Cinque partite ufficiali, cinque panchine consecutive. Ghilardi, uno degli acquisti estivi della Roma, è ancora alla finestra. Il salto da Verona alla Roma era grande, e lo sapeva. Serviva tempo, e serve ancora. Il precampionato non ha aiutato, soprattutto dopo la sfida contro il Neom, quando Gasperini ha deciso di riprenderlo con una sfuriata. Un episodio che, unito a un ritardo di condizione e a una difesa già rodata, ha contribuito a tenerlo ai margini. E la concorrenza è di livello alto: Celik si è preso la scena con prestazioni solide da braccetto destro, Hermoso resta un punto fermo per esperienza e qualità, mentre Ndicka è tornato in forma. In questo contesto, Ghilardi deve scalare una montagna. Non è però l’unico in attesa. Anche Ziolkowski, altro giovane difensore arrivato quest’estate, non ha ancora collezionato minuti ufficiali. Due promesse, ferme ai blocchi di partenza, che aspettano il loro momento. Domenica, intanto, per Ghilardi si chiude un cerchio emotivo: all’Olimpico arriva il Verona, la squadra che lo ha cresciuto e lanciato nel calcio dei grandi. Un incrocio che vivrà probabilmente ancora dalla panchina, ma che potrebbe rappresentare l’inizio di qualcosa. Perché crescere, a volte, significa anche saper aspettare.
Federico Grimaldi
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