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La Roma continua a ricercare la miglior versione di se stessa, che però non arriva: soddisfacente, almeno nei risultati, in campionato, male in Europa, che di solito è la sua comfort zone. E intanto si registra un'altra caduta, e sempre all'Olimpico che al termine, quasi al completo, ha fischiato in maniera spietata. Come riportato da Alessandro Angeloni su Il Messaggero, il problema non era sottovalutare il Plzen, semmai il guaio in questo momento è sopravvalutare la Roma. La squadra di Gasp ora arranca in zona "ripescaggio", è ventitreesima. Nulla è perduto, il cammino è lungo e la classifica è corta, ma i problemi di prima sono gli stessi di oggi. La Roma è una squadra spuntata e la difesa ha smesso di essere una diga, senza alternative credibili ai tre titolari. Ferguson e Dovbyk in due non fanno un centravanti, e senza una punta centrale forte è difficile giocare. Contro il Plzen si capisce subito che tira una brutta aria e che nulla filerà liscio. La Roma non è certo quella della ripresa con l'Inter: davanti fatica a concludere in porta, dietro lascia spazi che sembrano autostrade. La prima rete del Plzen arriva proprio su l'errore grossolano di Ziolkowski, il raddoppio su palla regalata da Wesley. E siamo appena al minuto 23 del primo tempo. Un incubo. La Roma reagisce, sì, ma è come giocare a battimuro. Gli attaccanti faticano, nonostante la presenza di Dybala dal primo minuto, insieme con Soulé. A inizio ripresa, Gasp cerca di ridare un po' di normalità. La normalità è anche rivedere sul dischetto Dybala, dopo i due sbagliati da Dovbyk (più quello di Soulé) contro il Lille: è la stessa porta, ma Paulo fa centro. E' la rete che riapre apparentemente la partita. Gasp toglie Dovbyk, deludente anche stavolta e fischiato sonoramente dall'Olimpico, più l'esausto Soulé, per inserire Ferguson e Ndicka. Il problema è che l'irlandese, in questo momento, non è meglio di Dovbyk, anzi. E Gasp si dispera, pensando a ciò che in estate poteva essere e non è stato. E questo, ora, passa il convento. Compreso un flop come questo.
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