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Getty Images
Non c'è Rios, non c'è Sancho, non c'è Echeverri, non c'è Fabio Silva, non c'è nemmeno George. C'è Stallo, che non è il figlio di Stallone ma la parola più usata su un mercato di agosto che osiamo definire quantomeno poco oculato. A tratti frustrante. C'è l'amarezza di un mese speso a guardare gli altri (non tutti) ballare con collane di fiori al collo mentre si è seduti su un tavolino di plastica con un Crodino e la faccia triste di chi si è svegliato tardi e male per provare a risolvere le cose. C'è quella sensazione eterna del "potevo fare di più" e quindi al ritorno ai vecchi errori, quelli che Ranieri aveva detto che la Roma non avrebbe ripetuto. E invece siamo alle solite: un allenatore bravo (oggi Gasp, ieri era Mou) che si lamenta giustamente per non aver avuto le priorità che aveva chiesto da mesi e un direttore sportivo lasciato solo e con poche difese. Il finale? La Roma affronta il nuovo corso con El Shaarawy titolare a sinistra. Colpa dell'Uefa? Forse, ma anche no. Dove sono finiti allora i 20 milioni offerti per Sancho o quelli in canna per Fabio Silva? Dove è la volontà della frase "El Aynaoui non esclude Rios?". Dove è la necessità di ascoltare un allenatore che non si aspettava Ziolkowski ma un'ala sinistra di piede destro?
Il capitolo cessioni è peggio del previsto. Massara non è riuscito a cedere nemmeno un esubero, se non in prestito. E quindi di fatto a non cederli. Così Gasp si ritrova pure a dover gestire un Pellegrini senza speranze di rinnovo, un Dovbyk poco gradito, un Baldanzi che ha avuto come top di richiesta il Verona e via dicendo. In compenso è stato ceduto Coletta, un prospetto interessante. Per una grossa plusvalenza? No, per 1 milione. C'è chi ironizza: "è la Coletta del Sistina?". Il mercato in entrata ha lasciato qualche spunto interessante. Ma non c'è stata mai la sensazione che la Roma potesse dominare una trattativa. Wesley è stato pagato tantissimo, El Aynaoui idem e per smacco decide pure di andare in coppa d'Africa. Ferguson è in prestito, Tsimikas pure. E Bailey è arrivato praticamente già rotto e ti ha occupato subito lo slot di extracomunitario privandoti di idee future. A proposito, quel vecchio volpone di Monchi ha riempito quel buco proprio con Sancho. Ennesima beffa. Per fortuna c'è Gasperini e una Roma che ha identità e coesione ma non vale oggi il quarto posto. Almeno nelle famose griglie di partenza. E quel cosiddetto gap i Friedkin non vogliono proprio colmarlo, nonostante i buoni propositi.
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