Meno male che Dovbyk c'è. Tanto per parafrase una vecchia canzone di campagna elettorale. L'ucraino ieri ha segnato un gran gol che ha permesso quantomeno alla Roma di pareggiare in un'altra gara da tiro al piccione. Si tratta della quarta rete stagionale, la metà praticamente del totale complessivo dei gol messi a segno dalla squadra giallorossa in questo inizio stagione. A parte Dovbyk (tutti gol su azione, un paio costruiti da solo) c'è il vuoto, o quasi. Gli altri 5 gol infatti sono arrivati: su rigore (Dybala con l'Udinese), su tiro deviato da fuori (Cristante col Venezia), su calcio d'angolo (Pisilli) e solo due azione. Quello di Baldanzi per il 3-0 ai friulani e quello inutile di Shomurodov contro l'Empoli. Poi il vuoto.
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Dovbyk, Artem in solitudine: il 50% dei gol è suo. Flop per Dybala, Soulé e gli altri
All'appello mancano Pellegrini, Soulé, El Shaarawy e lo stesso Dybala se escludiamo il penalty. Un flop che fa riflettere anche perché la Roma continua a costruire gioco senza però riuscire ad essere incisiva davanti. Così come con l'Elfsborg anche ieri il dato sui tiri effettuati e le occasioni nitide è evidente. Su 15 conclusioni c'è una media di 1,16 di xG. Addirittura inferiore a quella del Monza (1,37 a fronte di soli 3 tiri nello specchio). Tradotto: si arriva bene al limite dell'area, poi manca la qualità. Lo evidenziano i tiri sballati di Kone, Pellegrini e lo stesso Dovbyk. E Soulé? No, lui nemmeno ci prova. Sarebbe stato utile Dybala, se solo fosse un giocatore affidabile fuori dall'infermeria. La speranza è che Dovbyk resti in salute a lungo. Anche perché il vice si chiama Eldor Shomurodov, non proprio il bomber dei sogni.
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