Da quando si è autoproclamato Special One, Josè Mourinho ha avuto società pronte a far follie sul mercato pur di assicurargli una squadra all’altezza delle sue aspettative. Il portoghese però ha dimostrato nella sua lunga e vittoriosa carriera di dare spazio ai giovani, quando questi lo meritavano. Alcuni si sono persi, alcuni sono oggi dei top player, altri invece hanno dato il loro meglio proprio sotto la sua guida, quelli del Porto in particolar modo.
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Afena-Gyan e non solo, da Casemiro a McTominay: ecco i baby lanciati da Mourinho
Alcuni si sono persi, alcuni sono oggi dei top player, altri invece hanno dato il loro meglio proprio sotto la sua guida
Da Ricardo Costa a McTominay: ecco tutte le scoperte di Mourinho
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Nei primi anni lusitani, sono molti i giovani che ha gettato nella mischia, soprattutto per necessità. In tre stagioni fa esordire ben sei ragazzi, anche se nessuno di loro è riuscito a mantenere le attese dopo l’addio del loro mentore. Ricardo Costa, 22 presenze in Nazionale portoghese, e Carlos Alberto, secondo più giovane marcatore in una finale di Champions League, sono gli esempi migliori di quel periodo, ma di certo non modelli da seguire per l’intera carriera svolta. Tra i ragazzi che si sono guadagnati l’esordio con il portoghese in panchina, non possiamo dimenticare Davide Santon, pedina fondamentale nello scacchiere dell’Inter del triplete. “Ero sul punto di partire, poi è arrivato Mourinho”, queste le parole d’affetto e di ringraziamento del terzino giallorosso, messo ai margini quest’estate da quello stesso allenatore che ne aveva intravisto le qualità quando era appena maggiorenne. E’ però negli ultimi anni, dal RealMadrid in poi, che gli esordi hanno portato bene alle sue squadre. Nella Capitale spagnola ne ha lanciati tanti, Casemiro, Fabinho, Morata e Nacho su tutti. I primi due sono ormai stabilmente negli 11 titolari di Real Madrid e Liverpool, oltre a contendersi il posto di volante in Nazionale brasiliana. Morata lo ammiriamo ancora oggi nel nostro campionato mentre Nacho, difensore centrale accostato ogni finestra di mercato a molte squadre di Serie A, è ora titolare nella difesa di Ancelotti al fianco di Alaba. Nel suo Chelsea 2.0 è stato quasi costretto a promuovere giovani dell’Academy, che in quegli anni dominava in lungo e in largo qualsiasi competizione nazionale e internazionale. Il più pronto sembrava essere Dominic Solanke, centravanti puro, alto 190 cm. Purtroppo per lui e per il Chelsea al suo esordio non ha fatto seguito una carriera degna delle aspettative, quelle stesse aspettative che invece è riuscito a superare Andreas Christensen che continua ad essere uno dei più presenti nella difesa Blues. Nel periodo allo United invece, il capolavoro dello Special One è senza dubbio Scott McTominay. Lo scozzese è il classico centrocampista box to box per il quale vanno matti in Inghilterra. Lo trovi nella sua area di rigore a rincorrere l’avversario, in mezzo al campo a fare filtro ma anche in fase di rifinitura. McTominay è quello che in Italia chiamiamo tuttocampista e a suon di prestazioni e gol, è diventato uno degli idoli di Old Trafford.
Felix e non solo: occhio a Tripi e Bove
“Non reintegro Santon, preferisco Tripi”. In una delle prime conferenze stampa sulla panchina giallorossa, il portoghese ha messo da subito in chiaro le gerarchie. Comprende benissimo la linea societaria: alleggerire il monte ingaggi e generare valore. È proprio da qui che è partita l’esperienza a Roma di Josè Mourinho. Fuori i vari Pedro, Santon, Fazio, Nzonzi e Pastore, strapagati rispetto al loro reale valore e spazio invece a ragazzi giovani e con voglia di stupire il mondo. Mou ha ereditato da questo punto di vista l’ottimo lavoro svolto da Fonseca, che aveva già inserito in prima squadra Darboe, Calafiori e Bove, quest’ultimo sembra essere sempre più sotto la lente di ingrandimento del mister e chissà che vista l’emergenza a centrocampo, non possa trovare spazio in Conference League o contro il Torino. “Qualche volta nelle nuove generazioni incontri ragazzi che non hanno umiltà e pensano di sapere tutto, lui invece 'mangia' tutto e ha un'evoluzione fantastica”. Il tecnico di Setubàl parla così ai microfoni di Dazn di Felix Afena ì-Gyan, l’ultimo jolly pescato da una panchina mediocre grazie all’incredibile lavoro svolto Alberto De Rossi in Primavera. Il termine mangiare, non è usato casualmente, vuole questo Josè. Vuole vedere negli occhi del ragazzo la fame di migliorare, di imparare dai compagni più esperti e la voglia di sfondare. Vuole sfacciataggine, ma mai arroganza, linea molto spesso sottile, per info chiedere a Balotelli. I ragazzi di De Rossi hanno ora una sorta di vademecum da seguire, quello di Felix Afena Gyan, l’ultimo e a Roma sperano il migliore, dei ragazzi Special.
Marco Di Cola
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