Giacomo Losi
- Nazionalità:Italia
- Età:89 (10 settembre 1935)
- Altezza:1.68 m
- Peso:72kg
- Piede:Destro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
Biografia
Il 4 febbraio del 2024 si è spento a Roma Giacomo Losi, noto a tutti come Giacomino, per la sua statura (169 cm). Losi, nonostante fosse nato a Soncino, in provincia di Cremona, era stato soprannominato ‘Er core de Roma’, per il suo attaccamento dimostrato, praticamente da subito, alla maglia giallorossa. Difensore, nato il 10 settembre del 1935, è cresciuto calcisticamente nella Soncinese, squadra del suo paese e si è trasferito nel 1952 alla Cremonese, ma dal 1954 al 1969 è rimasto alla Roma, dedicando ai capitolini tutta la sua carriera e anche la sua vita. Losi è rimasto, per il resto della sua vita, a vivere a Roma, dove è morto all’inizio del 2024 all’età di 88 anni. Era figlio di lavoratori umili e antifascisti, spesso ha raccontato di aver vissuto la guerra, sentito la fame e partecipato anche per certi versi alla resistenza (portando le armi e il pane ai partigiani, la mattina presto prima di andare a giocare con la Virtus, la squadra dell’oratorio vicino casa a Soncino). Da bambino ha lavorato anche come sarto, imparando il mestiere dallo zio Vittorio e la zia Rosetta, quando ancora diventare un calciatore professionista era solo un sogno. Con il parroco della chiesa dell’oratorio ha cucito le divise della squadra messa su proprio da Losi e dallo stesso parroco. È stato sposato, praticamente da sempre, con Luciana, conosciuta appena arrivato a Roma e da cui non si è mai più separato. Qualche anno fa, insieme, hanno vissuto il dramma più grande per un genitore, perdendo la figlia Daniela all’età di 46 anni. La coppia ha un altro figlio, Roberto e diversi nipoti, di cui Losi ha parlato spesso. Attualmente è il terzo calciatore con più presenze (455), in assoluto con la maglia della Roma, dopo Totti (783) e De Rossi (616).
La carriera
Giacomo Losi ha cominciato a giocare come attaccante esterno, quando era ancora un ragazzino per poi trasformarsi, durante la carriera, prima in ala, poi in terzino o anche in difensore centrale e libero. Era un destro dotato di un’ottima capacità di anticipare l’avversario, era abile nelle marcature e anche nel gioco aereo, nonostante non fosse molto alto (1,69m). E’ cresciuto nella squadra della parrocchia di casa sua a Soncino (la Soncinese), e in quegli anni è stato notato da un arbitro, proprio durante una partita che si stava tenendo all’oratorio, che lo ha segnalato alla Cremonese. Il club grigiorosso in quel periodo disputava la serie D e non si è fatta sfuggire l’occasione. Giacomino in quegli anni ancora giocava come attaccante, anche se lui stesso ha sempre ammesso di essere un po’ ‘ruvido’. Nel corso della sua crescita alla Soncinese è diventato mezz’ala, prima di cambiare ancora posizione. Mentre era alla Cremonese - che ha pagato 500 mila lire alla Soncinese per assicurarselo – si è spostato ancora indietro diventando terzino. Quando aveva 16 anni è stato mandato in prestito a giocare nelle giovanili dell’Inter. Alla fine della stagione però non è stato confermato ed è tornato a Cremona. Giusto il tempo di essere chiamato dalla Roma, una cosa che gli avrebbe cambiato la carriera e la vita. Nell’estate del 1954 dopo aver ottenuto la promozione in serie C – e dopo aver collezionato 59 presenze con la maglia della Cremonese e 2 gol - i giallorossi, approfittando dei dubbi dei nerazzurri, si sono fatti avanti con decisione e Losi ha detto immediatamente di si. Nel corso degli anni più volte ha raccontato di essere rimasto immediatamente affascinato dalla vita nella capitale. I giallorossi hanno pagato una cifra record per quegli anni, 8 milioni di lire. Giacomo Losi è arrivato in giallorosso nell’estate del 1954 e, forse, ancora non lo sapeva, ma non avrebbe più lasciato Roma. Il suo esordio in maglia giallorossa c’è stato il 20 marzo del 1955 in una partita contro l’Inter vinta per 3 a 0 dai giallorossi. Ha giocato titolare anche le successive due gare, contro la Juventus (1-1) e Atalanta (0-0). Alla fine sono state 8 le partite giocate in campionato in quella stagione. Era solo l’inizio di quella che sarebbe diventata una brillante carriera in giallorosso, di cui è stato anche capitano. Per due anni consecutivi, ha giocato 30 partite in serie A. Mentre nella stagione 1957/58, ha collezionato ‘solo’ 15 presenze tra campionato e Coppa Italia. In quella stagione, come in quella successiva, dopo aver giocato due anni convincenti e da titolare, ha perso il posto a favore di Giulio Corsini, anche lui terzino sinistro. In quegli anni sulla panchina, inizialmente c’era Alec Stock sostituito poi da Nordhal esonerato a sua volta durante la stagione 58/59 all’ottava giornata e poi richiamato dopo la ventiquattresima e per finire l’annata. E proprio alla fine della stagione, Losi piano piano si è ripreso il posto da titolare, ma come difensore centrale. Nel 1960/61 ha ricevuto la consacrazione, conquistandosi la fascia da capitano con cui ha giocato per 9 anni e 299 partite in serie A delle 386 giocate in campionato, su 455 totali in maglia giallorossa. Un altro record lo riguarda: in tutta la sua carriera ha collezionato un solo cartellino giallo, preso nella sua ultima gara da giocatore della Roma. È sempre andato fiero della sua disciplina in campo, anche se anni dopo ha ammesso che forse, ai tempi moderni, sarebbe stato più difficile mantenere una certa calma per le pressioni sia esterne sia interne, aumentate a dismisura nel corso degli anni. La sua vita nella Roma è finita nella stagione 1968/69, sulla panchina era arrivato Helenio Herrera che non sembrava avere molta stima del difensore di Cremona. Tanto che in quell’anno ha solo otto presenze in Serie A e tre in coppa Italia. I rapporti tra i due sono stati da subito difficili. Così ha capito che era arrivato, suo malgrado, il momento di dare l’addio ai giallorossi dopo 15 anni. Nel giugno del 1969 ha salutato la Roma, ma non Roma. Pur di non lasciare la capitale, infatti, è passato in Serie D a giocare con la Tevere Roma dove è rimasto per un anno. Con la maglia della Roma ha vinto due volte la Coppa Italia (63/64, 68/69), e come capitano ha alzato la prima coppa europea vinta dai giallorossi, la Coppa delle Fiere, nel 1960/61. Nel 2012 è stato inserito nel primo gruppo degli 11 giocatori della Hall of Fame della Roma.
Nazionale
Giacomo Losi ha indossato la maglia della nazionale per 11 volte nella sua carriera, oltre alle 2 presenze con le giovanili e altre due con la nazionale B. Il suo esordio risale al 13 marzo del 1960 contro la Spagna (che ha battuto l’Italia per 3-1), all’età di 24 anni 6 mesi e 4 giorni, sulla panchina degli azzurri c’era Giuseppe Viani. Ha preso parte ai mondiali del 1962 in Cile dove ha giocato due delle tre partite che ha visto impegnati gli azzurri, contro Germania (0-0), come difensore centrale, e Svizzera (vinta per 3-0 dall’Italia). In un’occasione ha indossato anche la fascia da capitano, contro il Belgio il 13 maggio del 1962 a Bruxelles nello stadio dell’Heysel. A 27 anni ha dato il suo addio all’azzurro dopo 11 partite giocate, 7 vittorie, un pareggio e due sconfitte.
La carriera da allenatore
Dopo aver giocato nella Tevere Roma e smesso ne 1970, Giacomino Losi è rimasto come allenatore. La sua esperienza però è durata solo fino a novembre dello stesso anno, quando è stato esonerato. Due anni dopo è passato alla Turris (società di Torre del Greco), dove è rimasto per una stagione. Nel 1973 è stato chiamato dal Lecce in Serie C e dove ha sfiorato la promozione in B. L’anno dopo si è seduto sulla panchina della Salernitana, mentre nel 1975 è passato all’Alessandria. Anche in questo caso, la sua permanenza è durata poche settimane. Prima dell’inizio della stagione è stato esonerato. Chiamato dal Bari ha raggiunto la Serie B ma non è riuscito a giocare una stagione intera nella serie Cadetta. E’ stato esonerato in corsa. La sua avventura più lunga su una panchina è stata al Banco di Roma dove è rimasto per due anni in serie C2. Poi una breve esperienza al Piacenza alla Juve Stabia (dove è stato sostituito da Lido Vieri), e alla Nocerina e un anno al Casarano. Tornato a Roma, dove ha continuato sempre a vivere la sua famiglia e dove è sempre tornato Losi al termine di ogni sua avventura da allenatore, è stato il responsabile tecnico del Nuova Valle Aurelia, società satellite della Roma.