4Centrocampista
Carlo Ancelotti

Carlo Ancelotti

  • Nazionalità:Italia
  • Età:64 (10 ottobre 1959)
  • Altezza:1.79 m
  • Peso:74kg
  • Piede:Destro
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

ANCELOTTI, LA BIOGRAFIA

Carlo Ancelotti è un ex calciatore, centrocampista, ora allenatore di successo. È nato il 10 giugno del 1959 in provincia di Reggio Emilia, a Reggiolo. Si è diplomato come perito elettronico mentre inseguiva il sogno di diventare un calciatore professionista. È nato da mamma Cecilia e papà Giuseppe Ancelotti, contadino. Ormai orfano di entrambi i genitori, l'allenatore ha una sorella, Angela. Carlo Ancelotti si è sposato nel 1983 con Luisa Gibellini da cui ha divorziato nel 2010. Con lei ha avuto due figli, Katia e Davide che è diventato un preparatore atletico e da qualche tempo lavora con papà Carlo. La moglie Luisa è scomparsa a seguito di una malattia, quando la coppia era già separata da tempo, nel 2021. Dal 2014 è sposato con Mariann Barrena McClay, manager canadese di origini spagnole.

LA CARRIERA DA GIOCATORE

I maggiori successi e tutti i trofei vinti da calciatore, Carlo Ancelotti, li ha conquistati soprattutto con la maglia del Milan, e con quella della Roma, le società a cui ha sempre dichiarato di essere rimasto fortemente legato. Ancelotti però ha cominciato a giocare a pallone nella società di casa sua, a Reggiolo dove è entrato a far parte delle giovanili nel 1973, a 14 anni. Agli inizi della sua carriera giocava nel ruolo di attaccante, per poi essere stato arretrato a trequartista fino a diventare centrale di centrocampo. Ha giocato nel Parma, nella Roma e nel Milan, raggiungendo grandi risultati e vincendo ogni tipo di trofeo soprattutto con i rossoneri. 

Dopo aver cominciato a giocare nella squadra del suo paese, nel 1976 è passato alle giovanili del Parma, ma quasi subito è passato in prima squadra che, in quel periodo, disputava il campionato di serie C1. Nella prima stagione in gialloblù, nel 1976-77, ha collezionato ventuno presenze e segnato otto reti. La consacrazione con la maglia gialloblù è avvenuta due anni dopo il suo arrivo, nel 1978-79. Carlo Ancelotti è diventato presto un elemento indispensabile per il gruppo, l'allenatore in quel momento era Cesare Maldini, che ha visto nel calciatore emiliano delle grandi capacità come sia come centrocampista sia nella capacità di andare in gol. Così gli ha assegnato un ruolo dietro le punte facendolo diventare un vero e proprio trequartista, per le sue capacità di leggere il gioco, servire i compagni e anche di andare in rete. Alla fine della stagione il Parma si è qualificato al secondo posto del girone, per lo spareggio per andare in serie B. Ed è stato proprio Ancelotti a regalare la promozione al Parma, con una doppietta segnata contro la Triestina nella gara decisiva. Carlo ha 19 anni ma le sue abilità sono apparse chiare a tutti, anche ad alcuni osservatori che erano presenti sugli spalti proprio in occasione di quella partita. Tra loro ci sono i dirigenti della Roma al completo, l'allenatore Nils Liedholm e il direttore generale Luciano Moggi. Oltre ai giallorossi anche l'Inter aveva mandato qualcuno a studiare il gioiellino del Parma, così come il Milan già gli aveva messo gli occhi addosso. Tra tutti i nerazzurri sembravano essere in vantaggio sull'acquisto di Ancelotti, ma la Roma li ha battuti sul tempo. E’ il luglio del 1979 e Ancelotti è diventato un giocatore dei giallorossi per 620 mila euro (circa un miliardo e duecento milioni di lire di quel tempo entrate nelle casse del Parma). Ancelotti è approdato così alla massima serie all’età di 20 anni. Ed è proprio sotto la guida di Nils Liedholm Ancelotti ha cambiato ancora una volta ruolo. Il tecnico, infatti, ha visto in lui una visione di gioco decisiva, tanto da averlo spinto a spostarlo nel ruolo di mediano. A pochi mesi dal passaggio del calciatore emiliano alla Roma, è arrivato anche l'esordio in Serie A avvenuto contro quella che poi, nel corso della sua carriera, diventerà l'altra società in cui giocherà, vincendo tantissimi trofei. Nel settembre del 1979 infatti ha giocato la sua pria partita nella massima serie contro il Milan (finita 0-0). Alla fine della stagione, il conteggio delle partite giocate in campionato è arrivato a 27, tutte da titolare dal primo minuto. Una sola volta è andato in panchina (contro l'Avellino), mentre due volte non è stato convocato. Il totale delle partite giocate è aumentato anche dalle presenze in coppa Italia: 9 in totale e con la vittoria finale del trofeo, conquistata dalla Roma in quell'anno. È stato ottimo l'esordio nel calcio dei grandi per Ancelotti, concluso subito con il suo primo trofeo. Per il centrocampista è cominciata l'ascesa, sia per la sua carriera personale sia per il rapporto con la piazza. E la Roma in quel periodo attraversava un periodo florido, tanto da aver concorso, nella stagione 80-81, alla corsa per lo scudetto. Il primo posto poi è sfumato, ma la squadra di Liedholm ha vinto ancora una volta la Coppa Italia. Ancelotti in quell'anno ha giocato 37 partite in totale (tra campionato e coppe, in quel periodo c'era ancora la Coppa delle Coppe che la Roma ha disputato per il secondo anno consecutivo per aver conquistato la coppa nazionale), e segnato 5 gol. ‘Carletto’ – come lo chiamano da sempre tutti nell’ambiente - aveva trovato la sua dimensione, a Roma stava bene e il suo legame con i tifosi diventava sempre più saldo. La squadra in quel periodo giocava per i vertici della classifica e in Europa, ma qualcosa per Ancelotti, purtroppo, ha cominciato ad andare storto. Nell'anno successivo ha cominciato a soffrire per problemi alle ginocchia. In quella stagione ha dovuto fare i conti con una serie di infortuni che lo hanno costretto a saltare gran parte delle partite. Al giugno del 1982 infatti le presenze in campo con la Roma sono state solo 5 in campionato, tre nella Coppa delle Coppe mentre non ha mai potuto giocare in coppa Italia. Passata a cercare di superare i problemi al ginocchio, la stagione 81-82 non è stata certo la più felice per Carlo Ancelotti che non vedeva l'ora di poter tornare sul campo e giocare con i compagni con cui aveva un ottimo feeling e soprattutto voglia di vincere qualcosa di importante. E' cominciata con questo spirito la stagione successiva con la Roma intenzionata a lasciare il segno soprattutto in campionato. E così è stato. La stagione giallorossa è stata una vera e propria cavalcata verso la vittoria dello scudetto. Ancelotti ha ritrovato la forma giusta e in squadra con nomi del calibro di Roberto Pruzzo, Bruno Conti, Pietro Vierchowod arrivato in prestito dalla Samp, Paulo Roberto Falcao e molti altri, è arrivato quello che tutti speravano: la vittoria del campionato, il secondo della storia della Roma. E in quell'anno Ancelotti ha chiuso con 32 presenze totali, tra campionato e coppe e de gol. I guai per il calciatore però non sono finiti. A dicembre della stagione successiva si è infortunato di nuovo al ginocchio, il sinistro. È il 4 dicembre del 1983 e per il centrocampista la stagione è finita in anticipo, per l'incidente avuto durante la partita contro la Juventus, con 18 presenze tra campionato e coppe. Questo è l'anno della Coppa dei Campioni per i giallorosso che nella stagione precedente si sono laureati campioni d'Italia, ma Ancelotti non ha potuto prendere parte alla corsa che ha portato la squadra fino alla finale del 30 maggio del 1984, persa all'Olimpico contro il Liverpool ai rigori. Con l'arrivo di Eriksson sulla panchina della Roma, Ancelotti ha fatto un altro passo importante nelle gerarchie della squadra. E' la stagione 1984-85 e il centrocampista è diventato il capitano della squadra. Con la fascia sul braccio, il calciatore, in quell'anno, ha giocato 27 partite - tra campionato, coppa Italia e Coppa delle Coppe - e segnato tre reti. La stagione successiva, 85-86, è quella in cui la squadra è arrivata ad un passo dal vincere il terzo scudetto della storia, ma la sconfitta subita in casa con il Lecce ha spento i sogni di Ancelotti e compagni. In quell'anno, ancora una volta, è arrivata la vittoria della coppa Italia, ma a fine stagione il presidente della Roma, Dino Viola, ha deciso che l'avventura in giallorosso, del centrocampista emiliano, si doveva chiudere li. 

Dopo otto stagioni, uno scudetto e 4 coppa Italia, Ancelotti ha lasciato la Roma senza essere troppo convinto di farlo. E’ andato via dalla capitale con 227 partite all’attivo, 16 gol e cinque trofei, era il luglio del 1987.  A puntare su di lui è stato il Milan di Silvio Berlusconi che lo ha pagato circa 6 miliardi di lire. L'allenatore dei rossoneri, in quegli anni, era Arrigo Sacchi, tecnico rivoluzionario che giocava un calcio totale e che ha fatto diventare il Milan una delle squadre più vincenti d'Europa. E di questa squadra Ancelotti è diventato subito il perno centrale, il centrocampista perfetto. Nel suo primo anno in rossonero però sono tornati i problemi al ginocchio destro che lo hanno tenuto lontano dal campo per due mesi, da febbraio ad aprile del 1988, per un'operazione al menisco. Questo però non gli ha impedito di giocare 27 partite di campionato, sette in coppa Italia e 4 in Europa, in coppa Uefa. Oltre ad aver vinto il suo secondo scudetto della carriera. Titolo valso al Milan il diritto di giocare in Coppa dei Campioni e, nonostante i problemi fisici, Ancelotti è riuscito a giocare nella competizione che proprio in quell'anno i rossoneri hanno vinto. I problemi alle ginocchia non lo hanno mai abbandonato, durante tutta la sua carriera. Tanto che nell'89-90 durante i quarti di finale, ancora di Coppa dei Campioni, si è infortunato al ginocchio sinistro. Uno stop che non gli ha permesso di giocare la semifinale, ma da cui è riuscito a rientrare in tempo per la finalissima contro il Benfica. E anche in questa occasione il Milan si è aggiudicato il titolo. La sua permanenza nella squadra meneghina gli ha permesso di arricchire ancora la sua bacheca: nel 90-91 è sono arrivate anche la Coppa Intercontinentale e la Supercoppa Europea. Finita l'avventura di Sacchi, sulla panchina è arrivato Fabio Capello. E dopo tanti infortuni, Ancelotti ha bisogno di essere gestito con un certo controllo. In quell’anno, infatti, il 91-92, è sceso in campo in totale 'solo' 18 volte e segnato due reti. Alla fine della stagione, a soli 33 anni, il centrocampista ha deciso di smettere con il calcio, giocando la sua ultima partita contro il Verona nel suo stadio dove segna una doppietta, prima di appendere gli scarpini al chiodo. Ha dato l'addio al calcio dopo altre 5 stagioni memorabili vissute al Milan, durante le quali ha praticamente vinto tutto quello che c'era da vincere a livello di club (due scudetti, due coppe dei Campioni, una supercoppa Europea, una coppa Intercontinentale e una supercoppa italiana), dopo aver giocato 160 partite in rossonero e segnato 11 gol.

La Nazionale

In nazionale, Ancelotti, ha giocato 26 partite disputando incontri sia in un Europeo (nell'88 in Germania, l'Italia è arrivata fino in semifinale), sia in due Coppa del Mondo (nell'86 in Messico e nel '90 in casa, in Italia). Una sola la rete segnata, durante il mundialito 1980-81 contro i Paesi Bassi. Nel 1982 ha dovuto rinunciare ai mondiali di Spagna - vinti proprio dall'Italia - per i problemi al ginocchio che lo hanno afflitto praticamente per tutto il corso della sua carriera. Il suo unico gol azzurro risale all'esordio in nazionale, il 6 gennaio 1981, durante la gara Paesi Bassi-Italia (1-1), valida per il Mundialito 1980-1981; nel torneo, risulta l'unico marcatore azzurro. Con la maglia azzurra non ha aggiunto nessun trofeo alla sua bacheca.

Palmares da calciatore

È ricca la bacheca di Carlo Ancelotti, giocatore. Sono 13 i trofei vinti dall’ex centrocampista. Sicuramente su tutti spiccano le due coppe dei Campioni vinte con il Milan nell'88-89 e nel 89-90. Sempre con i rossoneri ha vinto anche una Coppa Intercontinentale nel 1990 e due supercoppe europee nell'89-90 e 90-91. Da calciatore ha vinto tre scudetti, il primo con la Roma nell'82-83, poi due con il Milan nell'87-88 e nel 91-92. Quattro coppe Italia, tutte con la Roma: 79-80, 80-81, 83-84 e 85-86. Una supercoppa italiana con il Milan, nell'88-89.

LA CARRIERA DA ALLENATORE

Se come calciatore Ancelotti ha vinto tutto, anche nel ruolo di allenatore ha fatto un’ottima strada. Attualmente è ancora in attività ed è l’allenatore del Real Madrid dal 2021. I blancos sono solo l’ultima di una lunga serie di grandi club che ha allenato, dopo aver cominciato come secondo allenatore di Arrigo Sacchi, in nazionale. E Nel 2022 Ancelotti, proprio alla guida degli spagnoli, ha messo a segno un record, come allenatore. E' stato il primo infatti ad aver vinto cinque campionati nelle cinque leghe top d'Europa: con Milan in serie A nel 2004, poi in premier col Chelsea nel 2010, col PSG nel 2013 in Francia, col Bayern nel 2017, col Real Madrid nel 2022.

Dopo l’avventura in azzurro, ha cominciato come allenatore vero e proprio con la Reggiana, nel 1995. Sono passati appena tre anni dal suo addio al calcio giocato quando ha cominciato ad allenare gli emiliani che in quel periodo giocavano in Serie B. Ancelotti non aveva ancora fatto l'esame finale per ottenere il patentino per poter allenare una squadra della serie cadetta. Così, sulla panchina con lui, c'era Giorgio Ciaschini. L'inizio non è stato facile, la Reggiana non riusciva a prendere punti in classifica ed era finita all'ultimo posto. Poi sono arrivate sei vittorie consecutive e la situazione è cambiata, la squadra ha conquistato il primo posto in classifica. Il percorso non è stato sempre roseo, sono arrivate anche diverse sconfitte ma alla fine la Reggiana si è qualificata al quarto posto e ha riconquistato la serie A, ma non è stato Ancelotti a guidare gli emiliani l'anno successivo. Il percorso fatto dagli emiliani è stato per Ancelotti una buona vetrina, così il presidente del Parma, Tanzi, lo ha scelto per la panchina della sua squadra e ci è rimasto fino al 1998. Gli esordi non sono stati eccezionali, nonostante una rosa costruita proprio in base al modulo e all'idea di gioco del tecnico emiliano. Alla fine, il lavoro di Ancelotti ha preso piede sulla squadra e il Parma, dopo diverse difficoltà, è arrivato al secondo posto in classifica. Nella stagione successiva è accaduta una cosa di cui il tecnico, successivamente, ha sempre dichiarato di essersi pentito. La società aveva praticamente chiuso l'acquisto di Roberto Baggio ma Ancelotti si era opposto pensando che non sarebbe stato l'ideale per il suo modulo. La stagione 97-98 per il Parma non è stata brillante; è uscita dai gironi di Champions League e si è classificata solo al sesto posto. In Coppa Italia la squadra di Ancelotti è arrivata fino alla semifinale. 

Nel 1999 per il tecnico emiliano è arrivata la chiamata della Juventus dopo l'esonero di Marcello Lippi.  E' febbraio e i bianconeri sono arrivati alla semifinale di Champions ma sono usciti con il Manchester United mentre in campionato sono arrivati quinti ma hanno dovuto fare lo spareggio - poi perso - con Roma e Udinese. Alla fine, la Juventus ha giocato e vinto la Coppa Intertoto ed è tornata in Coppa Uefa ma è uscita agli ottavi di finale battuti nella gara di ritorno con il Celta Vigo per 4-0. In campionato è stata una lotta a due con la Lazio, con un susseguirsi di sorpassi ma alla fine lo scudetto è andato ai biancocelesti. Era il maggio del 2000. Nell'anno successivo Ancelotti ha trovato ancora una volta un avversario capitolino per la corsa allo scudetto. Questa volta è stata la Roma a superare la squadra torinese e a vincere il campionato. In Uefa la Juve non è andata oltre la fase a gironi. A fine stagione si è concluso il rapporto tra Ancelotti e la società, con buona pace dei tifosi che non hanno mai accettato di buon grado l'allenatore che da giocatore era identificato come amico dei diretti avversari Milan e Roma. E proprio al Milan è passato Ancelotti che, dopo aver rescisso il contratto con la Juventus, era rimasto senza squadra. I rossoneri hanno esonerato Fatih Terim a novembre e il club di Berlusconi ha voluto puntare sul suo ex pupillo. In quella stagione Ancelotti è riuscito a risollevare le sorti del Milan, arrivando quarto in campionato e nelle semifinali di Coppa Italia e Coppa Uefa. E' andata meglio nel 2003, anno in cui i rossoneri hanno vinto Coppa Italie e soprattutto la Champions League contro la Juventus in finale. Nel Milan in quegli anni c'è Andrea Pirlo e l'intuito di Ancelotti è stato di trasformarlo in regista di centrocampo. Nel 2004 il tecnico ha portato lo scudetto a Milano, sponda rossonera e ha perso la coppa Intercontinentale con il Boca. Alla fine, è stato l'unico scudetto vinto con il Milan. Oltre al titolo di campione d'Italia, con i rossoneri, ha vinto anche due Champions League, due Coppa Uefa, una coppa Intercontinentale, una coppa Italia e una supercoppa italiana. Oltre al premio personale di allenatore dell'anno vinto nel 2008 assegnato per quanto fatto nel 2007. Il tecnico del Milan ha ottenuto 193 punti, precedendo Alex Ferguson e Juande Ramos. E proprio in quell'anno i rossoneri invece non sono riusciti a qualificarsi per la zona Champions. Con il contratto in scadenza nel 2010 Ancelotti nel giugno del 2009, dopo l'ultima giornata di campionato, ha annunciato di voler rescindere il rapporto anticipatamente dopo 420 panchine alla guida del Milan.

È cominciata così l'avventura al Chelsea con cui Ancelotti ha firmato il contratto il 1° giugno successivo. L'esordio del tecnico in una gara ufficiale è stato nella gara valsa la conquista del Community Shield, contro il Manchester Utd, battuto ai rigori. Nella sua prima stagione ha vinto la Premier - diventando il primo italiano a raggiungere un traguardo del genere alla prima stagione in Inghilterra - ma è stato eliminato dalla Champions subito dopo i gironi.  E i trofei raggiunti dal Chelsea nel 2010 sono stati due, con la conquista della FA Cup. Ancelotti ha raggiunto quindi il double diventando secondo solo a Josè Mourinho (vincitore dell'accoppiata Campionato-Coppa di Lega). Nell'anno successivo le cose non sono andate molto bene, il Chelsea ancora una volta non è riuscito a compiere il cammino sperato in Champions, uscendo ai quarti ed è arrivato secondo in campionato. L'allora proprietà della squadra, Roman Abramovic, ha deciso così di interrompere il rapporto con il tecnico emiliano. Dopo l'avventura in Premier per Ancelotti è arrivato anche il momento di provare a vincere qualcosa in un altro campionato europeo di elite, quello francese. Nel 2012 è diventato infatti il tecnico del PSG. La chiamata è arrivata dopo una sosta forzata di sei mesi, il tempo intercorso tra l'esonero ricevuto dal Chelsea e l'ingaggio da parte del Paris Saint Germain. Lo stipendio offerto all'allenatore emiliano è stato, per quell'epoca, il secondo più alto dopo quello di Josè Mourinho: 13 milioni e mezzo di euro. L'avventura a Parigi è cominciata nel gennaio del 2012. Il tecnico ha esordito sulla panchina dei francesi in una gara di Coppa di Francia finita a favore dei parigini. Per Ancelotti è arrivato immediatamente un periodo positivo, oltre alla vittoria in coppa, ha vinto anche le successive 4 gare consecutive, fino ad essere arrivato ad una striscia positiva da record con 12 partite consecutive vinte. Ad aver interrotto la serie positiva è stata la sconfitta subita a favore dell'Olympique di Lione nella coppa nazionale, costata l'eliminazione della squadra di Ancelotti. Dopo una serie decisamente buona, i parigini hanno perso la testa della classifica e il campionato vinto dal Montpellier. Obiettivo raggiunto l'anno seguente, arrivato a due giornate dal termine del campionato. Per il club è stato il terzo titolo della storia arrivato 19 anni dopo il secondo. Vinto il campionato Ancelotti ha lasciato il PSG per passare al Real Madrid.  La firma sul contratto degli spagnoli è arrivata il 25 maggio del 2013 e il matrimonio tra i due, il primo, è durato fino al 2015. Sulla panchina dei Blancos, Ancelotti, ha raggiunto la sua vittoria numero 500 da professionista, poi nell'aprile del 2014 ha vinto la Coppa del Re contro il Barcellona e ha raggiunto la sua personale quarta finale di Champions. In finale le Merengues hanno battuto i cugini dell'Atletico (campioni di Spagna in quella stagione) e per Ancelotti è arrivata il terzo trofeo europeo, il decimo per il Real. Nella Liga, in quella stessa stagione, la squadra guidata dal tecnico emiliano è arrivata terza, dietro all'Atletico e al Barcellona. L'anno successivo è cominciato con la vittoria della supercoppa di Spagna e del mondiale per club. L'avventura di Ancelotti però non è proseguita bene, dopo l'eliminazione dalla Champions (agli ottavi di finale), neanche in quella stagione è riuscito a conquistare lo scudetto, piazzandosi al secondo posto. Alla fine di maggio del 2015 è stato esonerato e a fine anno è diventato l'allenatore del Bayern di Monaco al posto di Guardiola che ha lasciato il club per andare a guidare il City. Carlo Ancelotti è arrivato in Germania a fine anno e nell'agosto successivo ha vinto la supercoppa di lega battendo il Borussia. E' rimasta nella memoria la vittoria con l'Amburgo per 8-0 nel febbraio del 2016 - la sua millesima personale - e quella per 6-0 contro il Wolfsburg. Appena arrivato si è aggiudicato subito la vittoria in campionato addirittura a tre giornate dalla fine del campionato. Il quarto scudetto vinto dal tecnico emiliano in quattro campionati europei diversi. L'avventura in Germania però è finita presto, all'inizio della stagione successiva è stato esonerato dopo il ko con il PSG in Champions. Dopo aver girato per diversi campionati europei ed essere stato lontano dall'Italia per 9 anni, nel 2018 è tornato in Italia alla guida del Napoli. L'avventura di Ancelotti alla guida dei partenopei è durata poco più di un anno. Ufficializzato il 23 maggio del 2018, è stato esonerato nel dicembre del 2019. Eppure, l'esordio non aveva lasciato presagire che il legame tra le parti sarebbe durato così poco. La prima partita sulla panchina del Napoli si è giocata all'Olimpico contro la Lazio il gruppo guidato dal tecnico di Reggiolo ha vinto per due a uno. In Champions però le cose sono andate peggio. A dicembre, infatti, gli azzurri sono stati eliminati dalla Champions - fase a gironi - nonostante i nove punti in classifica ma il girone era di ferro e, retrocessi in Europa League, sono usciti ai quarti. Anche in coppa Italia le cose non sono andate bene, la squadra di Ancelotti è uscita ai quarti. Conquistato il secondo posto in Serie A, nella stagione successiva le cose sono andate peggio, almeno all'inizio e l'allenatore non ha potuto neanche provare a riprendersi. Nel dicembre del 2019 infatti, Aurelio De Laurentis (proprietario del club), ha deciso di esonerarlo, nonostante avesse raggiunto gli ottavi di Champions. I rapporti tra i due non sono mai stati idilliaci e, a fronte del settimo posto in classifica, il rapporto si è chiuso anticipatamente. 

Dopo l’esonero subito dal Napoli, Ancelotti è tornato all’estero, questa volta per guidare l’Everton. Di nuovo in Premier, il tecnico, nel dicembre del 2019, ha firmato un contratto di quattro anni e mezzo. Prima gara di campionato, prima vittoria per il nuovo allenatore degli inglesi, il 26 dicembre contro il Burnley. Mentre non è andata altrettanto bene in FA Cup dove Ancelotti non è riuscito a superare il terzo turno. Il campionato è finito con la squadra al dodicesimo posto. Il tecnico però si è riscattato nella stagione successiva, vincendo quattro partite consecutive in campionato e tre nella coppa di Lega. Un evento che non accadeva da 80 anni nella storia del club inglese. La cura Ancelotti si è cominciata a far sentire e l'Everton, addirittura, prima della fine dell'anno, è arrivato al secondo posto in classifica, per poi chiuderlo al 10mo posto. In FA Cup invece, ha raggiunto i quarti dove è stato battuto dal Manchester City. Anche questa volta, l'avventura dell'ex centrocampista, è terminata prima della scadenza del contratto. Infatti, nel 2021, Ancelotti ha lasciato l'Everton per tornare alla guida del Real Madrid. Firmato un contratto fino al 2024, l'allenatore emiliano in due anni e mezzo, ha inanellato una serie di successi che hanno convinto i tifosi, anche i più scettici, che il ritorno di Ancelotti sulla panchina dei Blancos, non è stato un errore. Nel 2022 ha vinto la Supercoppa spagnola e il 30 aprile, con quattro giornate di anticipo, ha vinto la Liga. E' diventato così il primo allenatore in assoluto, ad aver vinto 5 diversi campionati di lega europei. Il Real, nel 2022, ha vinto la Champions League aggiudicandosi il quarto trofeo personale, un traguardo mai raggiunto da nessun allenatore.

Poi ancora una supercoppa europea nella stagione successiva, la quarta per il tecnico di Reggiolo. E proprio alla guida delle Merengues ha messo a segno diversi record: con 124 presenze nel campionato spagnolo ha superato Ranieri che deteneva il primato come allenatore italiano; con la vittoria contro il Celtic di Glasgow ha superato Ferguson come numero di partite vinte in Champions (103). Nel febbraio del 2023 il suo Real ha preso parte alla Coppa del mondo per club vinto proprio dagli spagnoli per la quinta volta. Nella stessa stagione la squadra di Ancelotti ha vinto la Coppa del Re e il tecnico ha battuto un altro record di Alex Ferguson, con 190 panchine in Champions League. Il futuro di Carletto con il Real è ancora tutto da definire, il contratto firmato nel 2021 è in scadenza nel 2024 e a mettere in dubbio la sua permanenza alla guida degli spagnoli, l'insistente interessamento della federazione brasiliana che ha più volte apertamente fatto sapere di voler ingaggiare Ancelotti come c.t. L'allenatore non si è mai sbilanciato ma non ha neanche mai rimandato l'invito al mittente. Quella alla guida della nazionale brasiliana potrebbe essere la prima avventura da commissario tecnico per Ancelotti.

Palmares da allenatore

Se come calciatore Ancelotti ha vinto praticamente tutti i trofei che un giocatore può vincere, come allenatore ha fatto anche meglio. Sono 27, fino ad oggi, le coppe che si è portato a casa il tecnico emiliano. Sicuramente su tutti spicca il record che detiene il tecnico, con 5 campionati vinti in cinque tornei europei diversi: uno con il Milan in Serie A nel 2003-04, uno in Premier, con il Chelsea, nel 2009-10, poi nel 2012-13 quando è diventato campione di Francia con il Paris Saint Germain, poi nel 2016-17 con il Bayern di Monaco in Bundesliga e il quinto con il Real Madrid nel 2021-22. Poi i trofei prestigiosi come le Champions League che al momento sono quattro. Due con il Milan: la prima nel 2002-03 e poi nel 2006-07. E le altre due con il Real nel 2021-22 e 2013-14. Alla guida degli stessi club ha vinti tre volte il campionato del mondo per club: nel 2007-08 con i rossoneri; 2014-15 e 2022-23 con le Merengue. Poi quattro supercoppe europee, ancora una volta due con il Milan e due con il Real: 2007-08 e 2003-04 con il club italiano e 2022-23 e 2014-15 con gli spagnoli. E ancora: le due coppe di Spagna nel 2013-2014 e nel 2022-23 e una supercoppa iberica nel 2021-22. La supercoppa l'ha vinta anche in Inghilterra con il Chelsea nel 2009-10, nello stesso anno ha vinto anche la coppa di lega. Da allenatore, dopo le quattro vinte con la Roma da giocatore, ha vinto anche una coppa Italia con il Milan nel 2002-03 e una supercoppa italiana nel 2004-05 con i rossoneri. Per rimanere nelle coppe nazionali, Ancelotti se n'è aggiudicate due anche in Germania, con il Bayern, nel 2016-17 e nel 2017-18. Tra i riconoscimenti raggiunti, anche due personali, come allenatore dell'anno nel 2006 con il Milan, e nel 2014 con il Real Madrid.

Redazione