Come Amedeo Amadei a Frascati, Pedro Waldemar Manfredini era conosciuto nella provincia argentina di Mendoza come El Panadero (il panettiere), in quanto aiutava la sua famiglia consegnando il pane in bicicletta. Fu solo il primo dei tanti soprannomi che ebbe Pedro, il quale aveva l'Italia già nel suo passato: i nonni materni erano di Bisceglie, mentre quelli paterni di Cremona.
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Onorare la maglia della Roma ep.5: Pedro Manfredini
Sono molti i giocatori argentini passati per la Roma, in tutti i ruoli. Un fascino particolare lo hanno i bomber, come Enrico Guaita negli anni ’30 e Gabriel Omar Batistuta negli anni 2000. Nel mezzo, c’è quello che per molti è stato il più...
Nel 1959 Manfredini viene venduto dal Racing Club de Avellaneda alla Roma per 78 milioni.
Qualche mese prima di passare ai giallorossi ebbe anche il tempo di segnare 2 gol in Copa America con la nazionale argentina e vincere la finale contro il Brasile campione del mondo di Pelé; ma una notizia così lontana, difficilmente aveva risonanza sui giornali nostrani dell’epoca.
Quello che i giornali fanno, è dargli il primo soprannome “italiano”. Sbarcato nella capitale, la prospettiva della foto che lo ritrae scendere dall'aereo fa sembrare enorme la sua calzatura taglia 42, da lì il titolo: “È arrivato Piedone”.
A Manfredini bastano 4 minuti nell'esordio con la Fiorentina per fare capire che in casa giallorossa è arrivato un bomber.
Nella seconda stagione romanista segnerà 15 gol in 9 partite, spesso delle triplette (tra cui una nel derby) che gli daranno un altro soprannome: ManTREdini. In campionato la Roma parte benissimo, ma chiuderà solo quinta nonostante Pedro sia incoronato capocannoniere con 20 reti.
Anche in Coppa delle Fiere il trio d’attacco Manfredini, Selmosson e Ghiggia piega gli avversari a suon di gol raggiungendo l’atto finalecontro il Birmingham.
Piedone trascina i suoi in terra inglese dove la partita si chiude sul 2-2, mentre al ritorno grazie alla vittoria per 2 a 0 i giallorossi conquistano il loro primo trofeo europeo, ancora oggi il primo e unico trofeo Internazionale della Roma. I 12 gol segnati dal bomber argentino gli valgono il titolo di capocannoniere della competizione e il record (imbattuto) come romanista più prolifico della storia grazie alle 34 reti stagionali.
Successivamene lui e Lojacono convincono il connazionale Angelillo a raggiungerli a Roma, formando un trio argentino letale. È in questa stagione che Piedone ne rifila 6 nel derby di Coppa Italia ai cugini laziali; all’epoca, dopo i tempi supplementari, i rigori potevano essere calciati tutti da un solo giocatore, e cosí fu: 6 rigori, 3 di forza e 3 di precisione, 6 gol.
Nel 1962/63 viene messo fuori squadra da Luis Carniglia, il quale dopo pessimi risultati viene esonerato. Al rientro di Foli sulla panchina romanista Manfredini segna una tripletta al Plaermo e a giugno i gol saranno 19 in 25 partite, i quali lo incoronano ancora una volta capocannoniere del torneo.
Le ultime 2 stagioni nella capitale sono segnate dagli infortuni e una condizione mai ottimale. Nell’ ultima stagione, quella del 1964/65, Piedone scenderà in campo con la maglia della Romasolo 13 volte, segnando 3 reti.
Sì congeda dal popolo romanista con 115 gol in 6 stagioni, e occupa tutt’ora il quinto posto nella classifica dei migliori marcatori della storia della Roma.
Dopo le esperienze con Brescia e Venezia deciderà di tornare a Roma e aprire il Bar Piedone a Piazzale Clodio, per poi trasferirsi lungo la costa. Prima Spinaceto poi Ostia, dove apre un altro bar e si dedica alla scuola calcio.
Scattante e determinato in campo, Pedro era una persona tranquilla che amava stare in compagnia, come quando provava a raccontare delle barzellette senza riuscirci, scatenando l’ilarità dei compagni. Era estremamente cordiale e umile, con uno spiccato senso dell’ironia.
È scomparso lunedí 21 gennaio 2019 all’età di 83 anni. Due giorni dopo è stato salutato per l’ultima volta dai suoi familiari, ex-compagni e tifosi in una chiesa di Ostia.
Addio Piedone da 104 gol, hai onorato la Roma.
Luca Rapetti
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