Furiosi, anche perché la scena delle star di Hollywood che esultano al gol di Gabrielloni non è passata inosservata negli Usa e negli ambienti legati al cinema. I Friedkin ieri sera hanno fatto sapere di voler rivoluzionare ancora. Non la panchina come fatto già quattro volte da quel maledetto 16 gennaio in poi. Ora i proprietari Usa vogliono fare piazza pulita nel cosiddetto Senato di Trigoria in cui ci sono troppi stipendi alti con rendimenti deprimenti. E la rivoluzione dovrà partire a gennaio, con le notevoli difficoltà però di un mercato di riparazione che ha un arco temporale stretto e le difficoltà di investimento da parte degli altri club. Nonostante questo il diktat è chiaro: cambiarne il più possibile. E i giocatori messi in lista di uscita sono tanti. In primis Lorenzo Pellegrini e Bryan Cristante. Il primo è in scadenza di contratto nel 2026 e guadagna 6 milioni a stagione, non c'è possibilità di rinnovo e i segnali arrivati al suo entourage è chiaro: non fa parte dei programmi futuri. Venderlo subito eviterebbe di perdere altri milioni. Ma chi è disposto a pagare quello stipendio? Forse solo in Arabia Saudita, dove però Pellegrini non vorrebbe andare e da dove non è che siano arrivate offerte in estate. In Italia non si registrano movimenti particolari e anche nel resto d'Europa gli estimatori del passato si sono dileguati. Resta la Turchia, fatta eccezione per evidenti motivi del Fenerbahce di Mourinho.
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Roma, da Pellegrini a Dybala: la piazza pulita dei Friedkin tra mille difficoltà
Per Cristante qualche speranza in più ci sarebbe considerato anche il malumore palesato dal centrocampista al suo agente. Tre milioni a stagione sono tanti, ma non troppi. Il giocatore piaceva all'Inter, e in estate si era provato (senza successo) a intavolare una trattativa che riguardasse pure Frattesi. Ma sul banco degli imputati c'è pure Paulo Dybala. Il suo no all'Arabia a fine agosto ha infastidito i Friedkin che si aspettavano quantomeno un inizio stagione in linea con le aspettative di rinnovo (quasi 8 milioni). La Joya invece è risultato decisivo solo con Udinese e Torino, e ora anche per lui si riaprono le porte di una cessione. Ma il discorso è simile a quello fatto per Pellegrini: stipendio alto ed estimatori in calo. Deludenti anche gli approcci di Le Fée ed Hermoso, entrambi liberi di trovarsi una squadra a gennaio mentre da mesi si prova ormai a cedere Zalewski. Il polacco ha rifiutato Psv e Galatasaray, in attesa della scadenza di contratto che gli permetterebbe di scegliere un club italiano (la Fiorentina?) con minori difficoltà. Possibilità di cessione pure per Paredes (4,5 milioni a stagione) e Mancini (3,5) oltre ovviamente a Shomurodov e e Celik. Di tutto questo si occuperà Ranieri e in teoria pure Ghisolfi, se non fosse che pure il ds è nell'occhio del ciclone.
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