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forzaroma calciomercato as roma Massara, ‘mission impossible’: tutti i conti delle plusvalenze e cosa rischia la Roma

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Massara, ‘mission impossible’: tutti i conti delle plusvalenze e cosa rischia la Roma

Massara, ‘mission impossible’: tutti i conti delle plusvalenze e cosa rischia la Roma - immagine 1
I dettagli sulle plusvalenze già realizzate dal club giallorosso e quelle che ancora mancano, insieme ai costi residui dei singoli calciatori e le possibili sanzioni
Francesco Iucca
Francesco Iucca Collaboratore 

Fair Play Finanziario, ci risiamo. E con lui torna il vecchio - ma in realtà sempre attualissimo - nemico dell'AS Roma: le plusvalenze. Da realizzare entro il 30 giugno 2025, ovvero entro una settimana. Fa parte dei vari traguardi intermedi che il club giallorosso si è impegnato a raggiungere firmando il Settlement Agreement con l'Uefa e che restringerà lo spazio di manovra della società sul mercato fino al prossimo anno. Lo scopo finale è quello di raggiungere  il pareggio di bilancio, rispettando i requisiti di stabilità nel periodo di monitoraggio relativo alla stagione 2026/27, coprendo quindi "i periodi di rendicontazione che terminano nel 2024, 2025 e 2026". Ma intanto c'è da affrontare come ogni anno lo step dei circa 30 milioni di plusvalenze da realizzare al 30 giugno. Impresa complicata, tanto che la Roma già negli ultimi due anni non è riuscita ad arrivare alla cifra stabilita incappando in entrambe le occasioni in una piccola multa. Roba di un paio di milioni, ma ognuna delle due ha rappresentato anche degli 'strike'. O delle ammonizioni, per restare in tema calcio.

Roma fuori dai paletti del Fair Play Finanziario: le possibili sanzioni

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E il rischio di arrivare all'ennesima mancanza è davvero molto alto, soprattutto se i Friedkin decideranno di non cedere dei big come Ndicka (primo indiziato), Svilar o Koné. In caso di terzo strike non è dato sapere quale sarà la sanzione, ma il pericolo è che non sia solamente una multa o una ulteriore trattenuta sui premi Uefa. Come scritto nel dettaglio dell'accordo, le altre possibili punizioni sono: in primis la restrizione al numero di giocatori registrabili nella lista A (ovvero due giocatori in meno per un totale di 23, da non togliere ai calciatori formati 'localmente'). Ancora accettabile per la Roma. O ancora i giallorossi potrebbero incappare nel divieto di iscrizione di nuovi giocatori alla lista A. A meno che il saldo dei costi di giocatori in entrata e in uscita non sia positivo. Senza dubbio più scomodo. Nella peggiore, ma anche la più improbabile, delle ipotesi si va invece addirittura incontro all'esclusione dalle coppe. Ma quante plusvalenze ha realizzato la Roma e quante ancora ne mancano? 

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L'ufficializzazione del riscatto di Nicola Zalewski da parte dell'Inter aggiunge 6 milioni - questo l'ammontare dell'opzione esercitata dai nerazzurri - al conto totale delle plusvalenze realizzate. Il polacco era un prodotto del settore giovanile e in questa stagione la Roma ha finito di ammortare anche gli ultimissimi spicci relativi al classe 2002. L'altro calciatore che i giallorossi hanno già salutato è Samuel Dahl, che il Benfica ha riscattato per ben 9 milioni più bonus (era stato pagato 4): dalla base fissa va detratto il 10% da corrispondere al Djurgardens come da contratto. Il totale dell'incasso immediato fa quindi 8,1: lo svedese aveva un costo residuo a bilancio di 3,2 milioni. Tradotto, sono poco meno di 5 milioni di plusvalenza. A questi si aggiungono i 6 di Zalewski per un totale di circa 11 milioni attuali. Calcolatrice alla mano, per arrivare a 30 o giù di lì ne mancano ancora 18-19. Una montagna da scalare, soprattutto se la volontà è di non privarsi dei vari Ndicka, Svilar e Koné. Per questo il naufragio dell'operazione con l'Al Hilal per Angelino è stata una mazzata. Con i 23 milioni che avrebbe incassato dagli arabi, la Roma avrebbe raggiunto i 30 milioni - o poco più - di plusvalenze, dal momento che il costo residuo a bilancio dello spagnolo è di 3,75 milioni. Le offerte dei club inglesi non superano i 12 milioni, che produrrebbero una plusvalenza di circa 8,25. Insufficienti da soli. Massara sta tentando la strada delle cessioni 'minori', ma cifre alla mano è una 'mission impossible'.

Da Saud a Hermoso, quante plusvalenze servono ancora alla Roma: i conti nel dettaglio

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Saud ha un valore residuo di 1,875 milioni: piace al Tolosa, che difficilmente offrirebbe più di 3 milioni. E in ogni caso al momento lo scenario più plausibile è il prestito. Shomurodov è diviso tra Basaksehir e Rennes, ma la Roma ha bisogno di almeno 8-9 milioni. L'uzbeko - che ha rinnovato di recente fino al 2027 - ha un costo residuo di 5,385 milioni. Anche se i giallorossi dovessero ottenere quello che vogliono, il plusvalore sarebbe minimo e non oltre i 2,5 milioni. Questo perché dagli 8-9 milioni andrebbe detratto - come per Dahl - il 10% da corrispondere al Genoa come da accordi nell'operazione conclusa nel 2021. Da Le Fée (costo residuo 18,4 milioni, ceduto per una base fissa di 18 milioni) su quell'aspetto non è arrivato nulla. Altri giocatori in uscita sono Hermoso, arrivato a zero, ma complicato da cedere per una cifra che vada oltre i 5-6 milioni. Da Paredes invece (costo residuo 1 milione) con la cessione al Boca per 3,5 milioni, arriverebbero 2,5 milioni di plusvalenza. Ci sono poi altri esuberi, ma che la Roma non può sognarsi di cedere a cifre importanti: Solbakken (778mila euro di costo residuo), Kumbulla (7,135 milioni ma Gasperini potrebbe valutarlo in ritiro), Darboe (praticamente a zero), Cherubini (dal settore giovanile, piace al Genoa). E ancora Baldanzi, che piace a Parma e Torino, ma ha un residuo a bilancio di 8,667 milioni. E di certo - almeno i ducali - gli acquirenti non hanno una potenza tale da fare offerte da 15 milioni. C'è poi Lorenzo Pellegrini, 775mila euro ancora da ammortare ma con contratto in scadenza e attualmente infortunato.

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Abraham tornerà dal Milan, ha avuto sondaggi dalla Turchia ma per guadagnarci parecchio la Roma non dovrebbe scendere sotto i 20 milioni, dati gli 11,713 ancora a bilancio. La speranza in questo caso sarebbe l'Arabia. Lo stesso vale per Celik, che ha un costo residuo di 1,850 milioni e qualche estimatore. Ma nessuna big disposta a spendere chissà quanto. Altre soluzioni d'emergenza possono essere Cristante (3,723 milioni residui) o El Shaarawy (zero). Le opzioni ci sarebbero, ma i tempi sono davvero strettissimi per mettere insieme tutte queste operazioni 'minori'. E soprattutto alle cifre che servono alla Roma. Di certo il cambio di direttore sportivo in corsa, così come le prime settimane di lavoro di Ghisolfi, non hanno aiutato. Le strade più brevi sarebbero le cessioni di Ndicka (costo residuo 2,4 milioni relativi a commissioni) o Koné che però ha un valore a bilancio ancora alto dopo un solo anno: 14,4 milioni. Per Svilar, invece, sarebbe tutta plusvalenza ma cederlo dopo questo tira e molla per il rinnovo e il relativo intervento di Ranieri sarebbe controproducente. Anche a livello ambientale. Di Dovbyk si è parlato molto, ma dopo i 30,5 milioni più bonus (residui 24,2) spesi lo scorso anno, per guadagnarci in ottica plusvalenze dovrebbe sperare in offerte da 45 milioni. Molto poco plausibile. Per Massara è una vera e propria corsa contro il tempo, costantemente con la calcolatrice alla mano, un po' direttore sportivo e un po' ragioniere. E anche un po' Ethan Hunt.