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La differenza di Totti. Con lui in campo 33 gol della Roma in 1205′: uno ogni 37′

(di Alessio Nardo) Di lui non ci stancheremo mai, questo è certo. E mai smetteremo di parlarne e sottolinearne la grandezza. Perché lui è la differenza, il valore aggiunto, la magia eterna, il costante appiglio al quale ogni romanista si...

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(di Alessio Nardo) Di lui non ci stancheremo mai, questo è certo. E mai smetteremo di parlarne e sottolinearne la grandezza. Perché lui è la differenza, il valore aggiunto, la magia eterna, il costante appiglio al quale ogni romanista si affida, soprattutto nei momenti di difficoltà. Ecco. Si fa male Strootman, vince la Juve, vince il Napoli. Serve qualcosa. Serve un motivo per esorcizzare le amarezze e tornare a sorridere. Quel motivo si chiama Francesco Totti, che contro l'Udinese riassapora il campo 33 giorni dopo l'ultimo stop al San Paolo e si rimette a fare ciò che ha sempre fatto. Ossia, guidare la Roma. Prenderla per mano e portarla alla vittoria, a suon di perle tecniche e giocate sopraffine. Tocchi deliziosi, cambi di gioco, lanci perfetti ed una presenza lucida e costante lungo l'intero fronte offensivo. Oltre ai gol: 233 in Serie A, 288 con la maglia giallorossa. Questo è Totti, da vent'anni. Un meraviglioso creatore di calcio.

Francesco è tornato e lo si è visto subito. Dopo ventidue minuti. Bravi Pjanic e Gervinho nel creare i presupposti ideali per andare a segno, perfetto il Capitano nell'approfittare della respinta di Scuffet sul tiro dell'ivoriano e battezzare l'angolino destro della porta friulana. Poi, il 2-0 al minuto trenta. Da Totti a Gervinho, da Gervinho a Destro. Portiere dribblato e palla dentro. Tutto molto bello, avrebbe detto Pizzul. Ma non c'è mistero. Il perché non è nascosto tra mille possibili teorie. La verità è semplice, fin troppo banale, persino raggelante. La Roma, ancora oggi, è Totti dipendente. Nonostante Francesco abbia 37 anni e mezzo e l'organico di Garcia disponga di elementi alternativi di buonissima qualità. Nessuno, però, sa fare quello che fa Totti. Nessuno sa produrre gioco dal nulla, attirare su di sé gli avversari, creare spazi e suggerire con un solo passo di danza il movimento giusto ai compagni. Esterni, incursori o centravanti che siano.

Totti non si limita ad essere solamente un forte giocatore di calcio. Questo è ciò che non hanno mai capito i pochi che ancora osano bistrattarlo. Totti è un uomo squadra. Soltanto il suo stare in campo crea un "sistema" che decade immediatamente in sua assenza. La sola presenza di un calciatore come lui costringe gli avversari ad applicare marcature più ferree e quindi a spendere maggiori energie. E di conseguenza vengono liberati da attenzioni esclusive altri giocatori, che hanno più spazi e meno complicazioni. In più, con Totti, aumenta il tasso tecnico generale della squadra e quindi la velocità della manovra. La Roma intera assume una dimensione diversa. Non siamo noi a dirlo o ad ipotizzarlo. Sono i numeri a parlare. Soprattutto i numeri dell'attuale stagione, che raccontano di un Totti vitale, essenziale, determinante.

Sono 1205' i minuti stagionali disputati dal Capitano. Con lui la squadra ha messo a segno trentatre gol (subendone, tra l'altro, soltanto sei). Uno ogni trentasette minuti. Se togliamo i 178' giocati da Totti in Coppa (con tre reti della Roma all'attivo) la media diventa di un gol ogni 34'. Sono invece 1585 i minuti complessivi disputati dalla squadra di Garcia in assenza del numero dieci. Quanti gol? Ventiquattro, ossia uno ogni 66' (uno ogni 64' prendendo in considerazione soltanto i dati relativi al campionato). Con quattordici reti subite. Segno che con Francesco la squadra produce molto di più e di conseguenza, tenendo maggiormente il pallone, lo toglie dalla disponibilità degli avversari che dunque creano molto meno. Ebbene sì, non è un'esagerazione parlare di un Totti prezioso non solo per la fase offensiva, ma anche per quella difensiva.

Del resto, basta fare un po' di cronistoria. Le prime sette partite di campionato vedono la Roma migliore dell'intera stagione. Nei 541' con Totti in campo la squadra segna 18 gol e vola in testa alla classifica. In sua assenza (89'), le realizzazioni arrivano soltanto su calcio di rigore (a Parma con Strootman e nel derby con Ljajic). Francesco si fa male il 18 ottobre contro il Napoli. Gara poi vinta dai ragazzi di Garcia, ma solo grazie a due calci piazzati (entrambi di Pjanic). Il primo gol su azione della Roma "detottizzata" arriva ad Udine, il 27 ottobre, e lo segna Bradley. Ma è già un'altra musica. Nelle nove partite in cui Garcia è costretto a rinunciare al Capitano (pari a 751') arrivano solamente undici reti. Una ogni 68'. Poi Totti rientra e la Roma ricomincia a segnare. Nei 559 minuti che disputa sino all'infortunio di Napoli i gol complessivi sono 12 (uno ogni 47').  Senza di lui, in 367', le reti sono invece 7 (una ogni 52'). Tra metà febbraio e metà marzo, con il numero dieci di nuovo ai box per infortunio, le marcature sono appena quattro in altrettante partite. Con il rientro del faro, riecco lo spettacolo. E non è esattamente un caso.

LA ROMA CON TOTTI E SENZA TOTTI

In campionato

1027' CON TOTTI IN CAMPO (30 gol fatti, 1 ogni 34')

1403'SENZA TOTTI (22 gol fatti, 1 ogni 64')

In Coppa Italia

178' CON TOTTI IN CAMPO (3 gol fatti, 1 ogni 59')

182' SENZA TOTTI (2 gol fatti, 1 ogni 91')

Dati stagionali complessivi

1205' CON TOTTI IN CAMPO (33 gol fatti, 1 ogni 37')

1585' SENZA TOTTI (24 gol fatti, 1 ogni 66')