Marco Verratti, 19 anni, regista del Paris Saint Germain e, quando smetterà Pirlo, anche della Nazionale.Idee chiare, qualche battuta, e spirito di adattamento. Potrebbe giocare in Armenia, accanto a Pirlo.
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Verratti: “De Rossi-Psg? Ci spero ma è dura”
Marco Verratti, 19 anni, regista del Paris Saint Germain e, quando smetterà Pirlo, anche della Nazionale.
Da trequartista, le andrebbe bene?
«Mi andrebbe bene anche in porta. E se giocherò, cercherò di dare le risposte che vuole Prandelli».
In Armenia giocherà un centrocampo a rombo, per lei sarebbe un problema?
«No. L’anno scorso col Pescara ho fatto qualche volta trequartista».
Pur di giocare con Pirlo...
«...accetto tutto».
Come si vede nella veste di ’uomo del futuro’?
«Non ci penso. Penso solo a ripagare la fiducia di Prandelli e Ancelotti».
Con lei, è più bravo Ancelotti o Ibra?
«Tutt’e due».
Ma si rende conto della sua fama parigina?
«Non mi sento importante, ho solo la fortuna di essere in Nazionale a 19 anni. Non cambierò mai sotto questo profilo, è l’unica strada per un ragazzo come me».
Com’è il Psg?
«Nello spogliatoio convivo con culture diverse, sarà un’esperienza importante per me».
E la sua vita in Francia com’è?
«Parigi è una città fantastica, c’è tutto, sembra una immaginazione e invece è una città vera»
Dallo scetticismo all’ammirazione: Parigi è impazzita per lei.
«E’ una grande soddisfazione quando allo stadio cantano il mio nome mi fa piacere. Ma nel calcio bisogna riconfermarsi, non bastano due partite fatte bene per pensare di essere arrivati».
Cosa le ha raccomandato Ancelotti?
«E’ una persona molto brava nei rapporti con gli altri, senti la sua fiducia, ti fa stare tranquillo e mi sta aiutando molto».
Qual è stato il primo consiglio del suo nuovo allenatore?
«“Passa la palla a Ibra”».
Che effetto fa la Champions a un ragazzo di 19 anni?
«E’ tutta diversa dal campionato francese. La prima partita è andata bene, la seconda molto meno, ma anche il Bayern Monaco ha avuto difficoltà».
Il Psg è una squadra da Champions?
«Non è il nostro primo obeittivo. Per migliorare ci vogliono più concentrazione e più intensità».
Voci di mercato: il Psg su De Rossi.
«Daniele sta benissimo a Roma, ma se verrà sarà un piacere giocare con lui. Io ci spero, però so che sarà difficile».
Perché i grandi club italiani non hanno creduto in Verratti? Oppure è stata una sua scelta lasciare l’Italia?
«Ho giocato tre anni da titolare a Pescara in prima squadra, non è stata una scelta mia andare all’estero. Però, quando ho visto il progetto che mi hanno presentato Ancelotti e Leonardo ho detto subito di sì. In Italia mi parlavano e mi vedevano in prospettiva, a Parigi ho avuto spazio subito».
E’ dura per i giovani in Italia....
«Ma El Shaarawy sta andando bene nel Milan. Ci sono squadre e squadre, si vede che nel mio ruolo erano coperte bene e non avevano voglia di cambiare».
E’ vero che aveva fatto un provino nel Milan?
«Sì. Sono stato vicinissimo al Milan, ma ero piccolo e ho preferito tornare a casa, quella è stata una scelta mia».
E’ giusto dire che il livello del campionato francese rischia di non farla crescere sul piano tattico?
«La Ligue1 è un campionato competitivo, se non giochiamo bene non si vince, poi accanto a me ci sono grandi campioni e imparo molto da loro. In più stiamo facendo la Champions League. Avrò la possibilità di crescere molto».
Si salverà il Pescara?
«E’ una squadra rivoluzionata, sette undicesimi sono nuovi, non sarà un campionato facile ma fino all’ultima giornata cercherà di salvarsi. Peccato per la sconfitta con la Lazio, però prima aveva una bella marcia».
Su quale giocatore punta per la salvezza?
«Su Quintero. E’ un grande giocatore, ha il tocco da campione, è giovane, ma se sarà aiutato dai senatori farà un grande campionato».
A 19 anni ha avuto già tre grandi allenatori come Zeman, Ancelotti e Prandelli.
«Sono stato fortunato, ho avuto e ho tre grandi maestri. Zeman parla poco, ma ti fa rendere al meglio, ti fa giocare anche se sei infortunato, non ti fa mollare mai e vuole il 100 per cento in ogni partita; Ancelotti ha rapporti belli con le persone, per me è come un padre, anche fuori dal campo mi dà un sacco di consigli; Prandelli l’ho conosciuto un po’ di meno, però assomiglia molto ad Ancelotti, anche come giooco, vuole palla a terra e inserimenti da dietro».
Eppure Zeman ha problemi con la Roma.
«Sono cose che succedono nello spogliatoio, non le conosco. Ha avuto sempre rapporti buoni con tutti. Molto dipende dal lavoro in allenamento, tra poco si vedranno gli effetti».
Si è stupito per Juve-Roma 4-1?
«Anche noi abbiamo avuto grandissime difficoltà in certe partite, ci sta. La prima cosa di Zeman è l’intensità e la corsa, e a volte prendi molti contropiedi».
Ibrahimovic ha detto sul suo conto: “Verratti è molto più di un grande giocatore”.
«Detto da lui, mi fa un grande piacere. Prima, a vederlo da fuori, mi sembrava un tipo strano, invece non è così».
Adesso la stampa francese la sta esaltando.
«La mia fortuna, detto fra virgolette, è che non so il francese. Non leggo e non ascolto».
Ma non va a scuola di francese?
«Sì, ma la strada è lunga»
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