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Verona, Zanetti: “Tra noi confronti duri ma non violenti. Ora teniamo i nervi saldi”

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Il tecnico dell'Hellas prima della partita con la Roma: "Quando ci si sente scarsi bisogna pensare a quanto di buono è stato fatto prima. Ora non dobbiamo entrare in un tunnel senza uscita"
Redazione

Pochi minuti dopo le parole di Ivan Juric, anche l'allenatore del Verona Paolo Zanetti ha preso la parola in conferenza stampa prima della sfida di domani. Il momento è complicato per l'Hellas, reduce da tre ko di fila e dallo scontro diretto perso con il Lecce. E l'ex Empoli è chiamato a salvare la panchina. Le sue parole:

Tutti uniti per la Serie A? "E' uno slogan giusto ma che ci serve solo per uscire da questo momento, il campionato è lungo e abbiamo una posizione più che dignitosa che è frutto del lavoro che abbiamo fatto. In questo momento sembriamo essere solo consci dei nostri difetti ma serve lottare, aggredire l'avversario, perché è l'unica cosa che serve fare".

Juric ha ritrovato Mancini, leader della Roma, il Verona ha un leader? "Questa squadra è particolare, ha dei leader tecnici, forse non dei leader caratteriali. Poi l'unica cosa che conta è l'Hellas, la squadra, in questo momento leader devono essere tutti. Bisogna imparare a voler bene al Verona ma non a parole bensì con l'atteggiamento in campo. Ultimamente invece si è innescato un meccanismo di errori continui che ci ha fatto abbassare la soglia dell'autostima. Bisogna ritrovare velocemente il concetto di squadra. Di errori ne faremo sempre, bisogna lottare per la sopravvivenza perché questa è la realtà anche se una partenza ottima ci aveva fatto pensare, anche a me, di poter stazionare in una posizione di classifica migliore. Se siamo arrivati a questo punto la colpa è esclusivamente nostra ma adesso si vedono gli uomini, nelle difficoltà in cui bisogna saper uscire senza entrare in tunnel di partite consecutive che ammazzano qualsiasi professionista. Dobbiamo essere consci che questo è un progetto a breve termine al di là delle dichiarazioni ma io sono orgoglioso di essere l'allenatore dell'Hellas e devo lottare quotidianamente per meritarmi questo privilegio. Dobbiamo lottare tutti insieme facendoci anche trascinare dalla magia del "Bentegodi" che è la miglior medicina che ci possa essere. Le parole oggi stanno a zero".

Da dove siete partiti per trovare le soluzioni ai problemi? "Quando ci si sente scarsi bisogna anche guardare quello che si è fatto, perché se fossimo a 0 punti ci sarebbe poco da dire ma se qualcosa siamo riusciti a raccogliere bisogna ripartire da lì. I problemi vanno risolti con un atteggiamento di squadra perché non ci sono singoli in grado di risolverci i problemi. Non ci sono fuoriclasse ma nemmeno giocatori scarsi. In questo periodo forse non siamo stati abbastanza squadra. Siamo consapevoli che dobbiamo arrivare all'ultima giornata salvi, poi se dovesse arrivare qualcosa di più ben venga. La realtà del Verona è questa, l'anno scorso a questo punto l'Hellas aveva un punto in meno poi si è salvata bene con lo stesso allenatore che oggi è tra i migliori in Italia. I campionati sono lunghi, ci sono diversi momenti, bisogna affrontare i problemi di petto ed essere consapevoli che bisogna lavorare per meritarsi questa maglia perché quella che abbiamo è una grandissima opportunità che bisogna sfruttare".

Sono stati giorni di confronto? "Sì, i confronti li abbiamo sempre sia quando vinciamo che quando perdiamo e sono confronti duri, non violenti perché la violenza non va mai usata, ma le cose ce le diciamo sempre da uomini, con grande franchezza. Il mio obiettivo è mettere sempre in campo la squadra più mentalmente e fisicamente pronta ad affrontare l'ostacolo prendendomi sempre le responsabilità di quello che faccio. Chi è più squadra e chi ha più nervi saldi riesce a superare questi momenti per poi arrivare in fondo. In questo trittico di gare la prestazione con il Monza è stata buona, a Bergamo un disastro poi a Lecce c'è stata una reazione in parte, non quella che avrei voluto, abbiamo avuto una reazione di paura, di portarsi dietro la paura sia con la palla che senza, il confronto nostro è andato in questo senso".

Hai applicato un'idea di gioco un po' troppo ambiziosa per questo Verona? "Sì l'idea è stata ambiziosa, io sono ambizioso perché sono in un grande club. Prima o poi bisogna partire per cercare di portare questo club più in alto, in questo senso 13 goal segnati non sono pochi ma ne abbiamo presi 22, poi bisogna anche analizzare come sono stati presi. I nostri migliori giocatori sono quelli offensivi. Tengstedt sta segnando, Kastanos anche, Lazovic ha fatto quattro assist, Sarr è entrato e l'ha messa all'incrocio, Lambourde che è un 2006 anche. Questa non è una squadra che può rintanarsi per poi andare in avanti coi velocisti in ripartenza perché non è nelle nostre corde. Sarebbe anche più facile ma in questo momento abbiamo dato l'idea di non avere una grande solidità perché il problema non sono gli attaccanti. Bisogna riuscire ad essere più solidi dietro perchè abbiamo preso tanti goal da situazioni assurde. Poi Dawidowicz e Frese sono due titolari della nostra difesa e gli unici due clean sheet (Napoli e Genoa) gli abbiamo trovati con loro in campo. Se adesso diventiamo ibridi non va bene, bisogna cercare di dare continuità alla squadra, trovando un modulo definito e non adattandosi alle caratteristiche degli avversari come con l'Atalanta che abbiamo preso sei goal. Bisogna ripartire dall'atteggiamento, dall'aggressività, dalla voglia di vincere i duelli. Poi nei leader io ci credo, ci devono essere 8/10 giocatori di esperienza a cui i giovani si possono aggrappare e in questo periodo purtroppo io non l'ho visto. Ognuno deve mettere quello che ha a disposizione della squadra".