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Roma, il punto sulle rivali: incognita Allegri per la Juve. Occhio a Inter e Fiorentina…

A dieci giorni dall'inizio del campionato, diamo uno sguardo a quelle che saranno, salvo sorprese, le principali sfidanti della Roma di Garcia

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Meno dieci (giorni) all'inizio del campionato. Le ore 20.45 di sabato 30 agosto daranno ufficialmente il via alla stagione della Roma. Inutile star qui a ricordare quanto sia importante il torneo che sta per prendere il via. Una sorta di “ora o mai più”, di “o la va o la spacca”. Al di là di come finirà il mercato (al momento tutto tace, ma nei prossimi giorni le situazioni legate a Benatia in uscita e Jovetic in entrata potrebbero subire degli sviluppi decisivi), Rudi Garcia avrà a disposizione una rosa pronta e competitiva per lo scudetto. L'obiettivo è esserci, fino alla fine. E possibilmente vincere, finalmente, dopo tanti anni di attesa. La Roma è forte e questa è una certezza. Ma le altre, ad oggi, come stanno? Le rivali a che punto sono? Dubbi, certezze, nodi da sciogliere. C'è molto da dire. Diamo uno sguardo in casa di coloro che tenteranno in tutti i modi di infastidire il cammino giallorosso. Già a partire dalla prima giornata.

JUVENTUS – L'addio di Conte fa ancora rumore. L'atmosfera calda e rilassata dell'estate ha soltanto messo da parte un “caso” che farà ancora discutere. Perché il passaggio da Conte ad Allegri non può mai essere indolore. Nel bene o nel male. I tifosi juventini forse si affezioneranno al “nuovo corso”, lo stesso ex tecnico del Milan riuscirà (chissà...) a conquistare consensi con dei buoni risultati. Ma ad oggi il feeling tra le parti è tutto da costruire. La sostanza parla di una squadra cambiata ben poco e che ha perso il suo manico, il suo leader, il suo trascinatore. Il mercato non ha riservato grossi colpi (Conte forse l'aveva previsto in anticipo, tanto da abbandonare la nave...). Sono arrivati dei buonissimi rincalzi, persino di lusso (Pereyra e Romulo su tutti, oltre al già infortunato Morata), è sbarcato un titolare esperto come Evra, ma l'impressione è che molte cose debbano ancora cambiare. C'è Vidal in bilico, esattamente come lo è Benatia nella Roma. Un giocatore scontento che ha già espresso il desiderio di cambiare aria. Ma serve l'offertona. Si attende lo United, mentre Allegri e Marotta già pensano a come investire i possibili soldi incassati. Serve certamente un difensore centrale che vada a rimpolpare un reparto composto dai “soliti” Barzagli, Bonucci e Chiellini. E davanti, per il 4-3-3 “pensato” dal mister livornese, urge la presenza di un attaccante esterno. Sarebbe servito Iturbe, soffiato alla Juve proprio da Sabatini. Potrebbe far comodo Hernandez. Falcao? Un potenziale super colpo, ma che metterebbe in disparte Llorente. Per ora Allegri è andato sul sicuro, proponendo il 3-5-2 che tanti successi ha regalato al suo predecessore. L'impressione è che il mercato possa cambiare, da qui a inizio settembre, il volto della Signora. Che ripartirà dalle sue fondamenta: Buffon, un centrocampo fortissimo anche senza Vidal e la qualità supersonica di Carlos Tevez, il valore aggiunto là davanti. Il resto spetterà ad Allegri. Starà a lui portare in alto Juventus facendo dimenticare il “Conte Style”, e non rendere il prossimo soltanto un anno di transizione.

FORMAZIONE TIPO (3-5-2) Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez, Llorente. All.:Allegri

In partenza: Vidal

In arrivo: un difensore centrale e un attaccante esterno

NAPOLI – Se la Juventus, per ora, non ha ceduto praticamente nessuno (Conte è un caso a parte) rimpolpando la panchina con rincalzi di qualità, il Napoli di Benitez è persino peggiorato. Leggermente. Sì, perché sono partiti due colossi come Reina e Behrami (gente che in Serie A, nei rispettivi ruoli, fa la differenza), ora avversari in Germania con le maglie di Bayern e Amburgo, e non è arrivato nessun big. In porta, oltre a Rafael (ad oggi titolare), peraltro reduce da una lunga convalescenza post infortunio al crociato del ginocchio, c'è l'argentino Andujar, fresco di retrocessione in B con il Catania e di mondiale vissuto da spettatore alle spalle di Romero e Orion. A centrocampo si attendeva, e si attende ancora, il colpo Fellaini, mediano belga da aggiungere al trio Inler-Jorginho-Dzemaili. In difesa, fuori Fernandez (ceduto allo Swansea) e dentro la giovane promessa Koulibaly, nuovo partner di Albiol. Può considerarsi un nuovo acquisto Zuniga, praticamente out per l'intera stagione scorsa ed ora di nuovo pronto a giocarsi una maglia con Maggio (a destra) o con Ghoulam (a sinistra). Davanti confermatissimo il poker magico Callejon-Hamsik-Mertens-Higuain. In più, alternative del calibro di Insigne, Michu e Duvan Zapata. La squadra complessivamente resta ben bilanciata, Benitez è tecnico esperto e di personalità. Con gli ultimi innesti necessari, il Napoli può impensierire le rivali.Ma c'è da trovare quella continuità mancata nell'ultimo campionato. Troppe volte abbiamo ammirato un Napoli quasi perfetto nei big match, capace poi di perdersi nelle gare sulla carta più abbordabili. D'altronde, Rafa ha non pochi problemi “sulla distanza”: non vince infatti un campionato da dieci anni. Un motivo ci sarà.

FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1): Rafael; Zuniga, Koulibaly, Albiol, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon, Hamsik, Mertens; Higuain. All.:Benitez

In partenza: -

In arrivo: un portiere e un centrocampista

FIORENTINA – Se ne parla poco. Sempre poco. Troppo poco. Eppure la Fiorentina, nei nomi e nelle risorse, fa paura. Per la Roma di Garcia sarà la prima vera rivale, il 30 agosto, e già lì avremo modo di farci un'idea più precisa sulla reale dimensione delle due squadre. Sta di fatto che i viola, a ranghi completi, sono inferiori a pochi. Manca probabilmente un grande difensore centrale che possa costituire, assieme a Savic e Gonzalo Rodriguez, un terzetto di assoluto spessore. E' arrivato Basanta, esperto argentino ex Monterrey, ma non basta. Roncaglia è in partenza, Tomovic resta un discreto gregario, che peraltro Montella (rimasto dopo essere stato più volte accostato alla panchina del Milan) considera più da terzino. Il dubbio è sostanzialmente legato al modulo: 3-5-2 (come nel primo anno montelliano) o 4-3-3? Gli uomini fondamentalmente non cambierebbero. Solo la loro disposizione. Con difesa a quattro Tomovic sulla fascia, Cuadrado ala e Rossi leggermente spostato sull'out sinistro offensivo. Con difesa a tre Cuadrado a tutta fascia e Rossi nel classico ruolo di seconda punta accanto a Mario Gomez. La coppia d'attacco fa spavento. Pepito e Marione hanno giocato poco o nulla insieme lo scorso anno, e in quelle rare occasioni di gol ne hanno segnati a grappoli. Un potenziale offensivo del genere è degno delle grandissime squadre. Tutto, ovviamente, ruota attorno a Cuadrado, ancora in orbita United e Bayern. Il ds Pradè si è cautelato prendendo Marin dal Chelsea (esterno d'attacco perfetto per il 4-3-3), ma è chiaro che con gli eventuali 35/40 milioni incassati dalla cessione del colombiano, la rosa dovrà esser completata con almeno due acquisti di rilievo. La notizia più lieta è la conferma del centrocampo Aquilani-Pizarro-Borja Valero. Un trio tutta tecnica e palleggio. Da leccarsi i baffi.

FORMAZIONE TIPO (4-3-3): Neto; Tomovic, Rodriguez, Savic, Pasqual; Aquilani, Pizarro, Borja Valero; Cuadrado, Gomez, Rossi. All.:Montella

In partenza: Cuadrado

In arrivo: un terzino

INTER – Altra potenziale sorpresa per le zone d'alta classifica. Si sa, Walter Mazzarri non è simpatico neanche ai parenti, ma difficilmente sbaglia una stagione e questo gli va riconosciuto. Dopo aver portato la mediocre (sulla carta) Inter dello scorso anno al quinto posto, e quindi in Europa, il mister toscano promette di migliorare risultati e classifica anche in virtù di un mercato interessante. Salutati definitivamente gli ultimi assi del triplete (Zanetti, Milito, Cambiasso e Samuel), sono arrivati uomini utili per la difesa (il leader Nemanja Vidic) e soprattutto per il centrocampo: M'Vila e Medel. Dietro, grazie anche alla copertura della garanzia Handanovic, la situazione si fa intrigante. Vidic, sin dalle amichevoli estive, ha preso in mano lo scettro di trascinatore, mentre Juan Jesus è un talento che deve sbocciare. Mazzarri attende il ritorno di Rolando dal Porto per farne un'alternativa valida a Ranocchia, il cui impiego sul centrodestra non convince del tutto. Messo quasi ai margini Campagnaro, uno che con Mazzarri ha lavorato tanto e bene, ma che non sembra più rientrare nei programmi nerazzurri. Eppure, per caratteristiche, completerebbe idealmente il terzetto titolare. Il centrocampo ad oggi è tra i più ricchi della A: ci sono i nuovi, come detto, oltre a Guarin (in odore di partenza), al profeta Hernanes e soprattutto a Mateo Kovacic, fulgido talento finalmente pronto ad esplodere. Sulle fasce servirebbe qualcosa in più. Nagatomo è sinonimo di certezza, su Jonathan e Dodò è lecito avere qualche dubbio in più. E davanti? L'esperienza di Palacio, scottato dal mondiale perso anche per “colpa” di un suo erroraccio sotto porta nei supplementari, e l'esuberanza giovanile di Icardi (anch'egli, come Kovacic, in attesa di consacrazione). Poi Osvaldo. L'uomo che ha fallito un po' ovunque ma che Mazzarri cercava da anni. Togliergli i panni di divo alla Johnny Depp e fargli indossare quelli del bomber implacabile e continuo non sarà un gioco da ragazzi. Qui a Roma ne sappiamo qualcosa.

FORMAZIONE TIPO (3-5-2): Handanovic; Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Jonathan, M'Vila, Kovacic, Hernanes, Nagatomo; Palacio, Icardi. All.: Mazzarri

In partenza: Campagnaro e Guarin

In arrivo: un difensore centrale

MILAN – Un'estate difficile per Pippo Inzaghi, il Clarence Seedorf versione 2.0. Nel senso che alla fine, Berlusconi e Galliani (sempre loro...), pur decidendo di appiedare l'ex fuoriclasse olandese, hanno comunque scelto la via della continuità. Ossia, affidarsi ad un tecnico giovane e di casa, per proseguire una storia di famiglia che è sempre stata l'arma vincente del Milan. Già, di un certo Milan. Quello di una volta, che sul mercato spadroneggiava e che riusciva, dal nulla, ad avviare cicli vincenti. Anzi, trionfali. Ora non è più così. Non lo era più neanche ai tempi del primo Allegri, quando resisteva ancora la vecchia guardia dei vari Pirlo, Gattuso, Nesta e degli stessi Inzaghi e Seedorf, coadiuvati dalla classe cristallina di campioni del calibro di Thiago Silva ed Ibrahimovic. Già si stava lentamente scivolando verso il declino, poi reso evidente nel tempo dalle cessioni illustri e da un ricambio generazionale assente. Tanti i fragorosi flop di mercato di Galliani negli ultimi anni. L'importante è che stavolta sia stata azzeccata la scelta in panchina. Seedorf aveva un carattere particolare e qualche pretesa di troppo, oltre ad un integralismo tattico non esattamente efficace (inutile insistere sul 4-2-3-1 quando non si hanno ali a disposizione). Inzaghi in estate ha provato e sperimentato. Si dovrebbe partire con il 4-3-3, con due esterni d'attacco veri (Menez ed El Shaarawy, in attesa di uno tra Cerci e Douglas Costa...) ed un centravanti (ad oggi Balotelli, tra qualche settimana chissà...). I maggiori cambiamenti sono avvenuti in difesa. Giusta e positiva la conferma di Rami, buonissimi gli innesti di Diego Lopez (in porta), Alex e Armero. Gente che nel grande Milan di Sacchi, Capello o Ancelotti avrebbe fatto a malapena panchina, ma che oggi diventa quasi essenziale per garantire un minimo di competitività alla squadra. Il centrocampo necessiterebbe di un rinforzo, in attesa del pieno recupero di Montolivo. Quel che più conta, per Inzaghi in primis, sarà gestire al meglio e far rendere Balotelli. Ammesso e non concesso che Super Mario resti effettivamente in rossonero.

FORMAZIONE TIPO (4-3-3): Diego Lopez; De Sciglio, Rami, Alex, Armero; Poli, Montolivo, De Jong; Menez, Balotelli, El Shaarawy. All.: Inzaghi

In partenza: Balotelli?

In arrivo: un esterno d'attacco