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Roma, nuovo stadio in bilico: i Friedkin aspettano la mossa della Raggi

Getty Images

Per i giallorossi Tor di Valle non esiste più. Ma l'acquisto dei terreni da parte di Vitek potrebbe costringere gli uffici a riscrivere l'atto

Redazione

La Roma freme per lasciarsi alle spalle Tor di Valle, ma l'acquisto dei terreni da parte di Vitek potrebbe costringere gli uffici del Campidoglio a riscrivere l'atto, scrive La Repubblica. La sindaca Raggi è in apprensione, il club dei Friedkin si aspetta che il Comune chiuda la pratica Tor di Valle prima del rompete le righe per le ferie estive. Andare oltre equivarrebbe a rinviare ogni discorso sullo stadio di almeno un anno. Di mezzo ci sarebbero le elezioni e la formazione della nuova giunta, la scrittura di un nuovo atto, altri mal di pancia. Insomma, quanto basterebbe per far scappare a gambe levate gli investitori che la Roma ha già trovato per l'opera. Il pericolo è quello di perdere il treno del Recoveryplan e l'occasione di inserirsi in quel rilancio post-Covid che promette di far respirare di nuovo la capitale. Ecco, se il rischio si concretizzasse, i giallorossi potrebbero anche decidere di abbandonare ogni velleità. Di restare all'Olimpico, di proprietà del Coni, senza investire un euro sulla città. I 5 Stelle non sono convinti perché temono una maxi-causa, e c'è la possibilità che pure il Comune decida di tutelarsi portando in tribunale la Roma ed Eurnova. Sarebbe la tempesta perfetta. Sempre che l'atto arrivi in aula: come detto, il passaggio dei terreni da Eurnova a Cpi è sotto la lente dei tecnici capitolini. Si valuta l'opzione di un emendamento d'aula. Ma potrebbe esserci anche il bisogno di riscrivere la delibera. Per questo Vitek ha già chiesto un appuntamento a Raggi.