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La Gazzetta dello Sport

Righetti: “In difesa pesa l’assenza di Smalling. Serve organizzazione di squadra”

ubaldo righetti

L'ex difensore giallorosso analizza la difesa di Mou: "Insistere sulla linea a 3? Va testata con avversari più forti del Venezia"

Redazione

Quindici gol subiti in 12 partite di campionato, dieci in 6 di Conference League. La fase difensiva doveva essere uno dei punti di forza della Roma di Mourinho, e invece dopo una buona partenza la retroguardia sta mostrando delle crepe. Ubaldo Righetti, difensore campione d’Italia nel 1983 e ora apprezzato opinionista radio-televisivo, ntervistato da Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport, analizza così il reparto giallorosso e il lavoro dell’allenatore portoghese. "L’organizzazione di squadra va analizzata su vari aspetti. C’è la difesa come reparto, c’è il lavoro del singolo e poi c’è l’opposizione difensiva di squadra. Secondo me la Roma può lavorare meglio come organizzazione di squadra". Pesa l’assenza di Smalling?"L’inglese è molto forte nel duello individuale ma non eccezionale in costruzione, che è quello che chiedono oggi gli allenatori. Ma è un leader, legge le situazioni". Ibanez e Mancini però sono cresciuti, soprattutto il primo."Mancini è bravo e intelligente, Ibanez è più veloce e con la rincorsa può rimediare ad alcune letture sbagliate. Mancini è di posizionamento e portato alla costruzione, Ibanez ha un lancio efficace e profondo". La Roma subisce troppo sulle palle inattive."È un problema di tutte le squadre. C’è un lavoro generale di base che usano tutti gli allenatori, che lavorano solo in funzione del pallone e non dell’avversario, che è determinante. I difensori moderni lavorano male, non solo quelli della Roma: devono lavorare bene con il corpo per mettere in difficoltà l’attaccante". La difesa a tre può essere una soluzione a lungo termine?"Va testata contro squadre più forti del Venezia. Mou mi sembra più portato a difendere a 4, anche se pure Fonseca aveva iniziato così e poi è passato a tre".