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Malagò: “Sulla divisione della curve dell’Olimpico il Coni è la prima vittima”

"È una di quelle cose che dobbiamo accettare: l'alternativa è non avere l'agibilità per per le partite di Roma e Lazio. I costi sono interamente a carico dei Club"

Redazione

«Le barriere nelle curve dello stadio Olimpico? È chiaro che ci dispiace, è una sconfitta. È innegabile. E per certi versi il Coni è solo vittima di questa vicenda». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commenta così la decisione del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, di far disporre, in occasione delle partite casalinghe di Roma e Lazio, una barriera di divisione nelle due curve.«Devo parlare da presidente del Coni - aggiunge -: devo assolutamente far rispettare chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico. Altrimenti qui si va in fuorigioco. È evidente che, anche da proprietario dello stadio, avrei preferito evitare questa situazione. Ma al momento esatto che questa richiesta, per non dire imposizione, è ritenuta indispensabile da parte chi ha quella responsabilità io non posso che adeguarmi e accettare».

Delle barriere che saranno rimovibili in occasione degli altri appuntamenti sportivi.«Parliamo di una situazione che deve essere considerata mobile - spiega Malagò - perchè c'è il rugby con il Sei Nazioni o ci può essere un concerto o anche le gare internazionali di calcio. È una di quelle cose che dobbiamo accettare: l'alternativa è non avere l'agibilità per per le partite di Roma e Lazio». I costi della realizzazione sono a carico dei club «al 100%». «Ci sono stati degli incontri portati avanti con la Coni Servizi - rivela il capo dello sport italiano -, con Lotito e Baldissoni e siamo stati molto chiari. Noi gestiamo una cosa pubblica, quelle invece sono società private peraltro quotate in borsa».