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La Roma mette a posto Conte

(Il Romanista – D. Galli) – Prima parla di una «mancanza di rispetto» da parte di Garcia e poi gli manca di rispetto dandogli del «provinciale». Antonio Conte attacca il tecnico della Roma, lo offende in conferenza, alla vigilia di un...

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(Il Romanista - D. Galli) – Prima parla di una «mancanza di rispetto» da parte di Garcia e poi gli manca di rispetto dandogli del «provinciale». Antonio Conte attacca il tecnico della Roma, lo offende in conferenza, alla vigilia di un Sassuolo-Juve a cui i bianconeri arrivano evidentemente con i nervi tesi. Anzi, tesissimi. «Sinceramente – dice il tecnico juventino – sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di Garcia, le ho trovate molto provinciali sotto tutti i punti di vista. E andando un po’ indietro, se sommate agli aiutini, le posso catalogare come chiacchiere da bar. Non penso che il campionato italiano dovesse aspettare Garcia per portare più motivazioni a coloro che giocano contro la Juventus. La Juventus è prima da tre anni, tutti colorochescendonoincampocontrodinoisono abituati a fare la partita della vita. Non dovevamo certo aspettare il signor Garcia per portare agli avversari della Juve nuovi stimoli».

Conte parla di una mancanza di rispetto da parte di Garcia. Ah sì, e verso chi? «Nei confronti degli allenatori che scelgono dei calciatori che scendono in campo, delle società che perseguono degli obiettivi e anche dei tifosi. Non credo che i tifosi del Livorno, del Bologna, o dell’Inter, possano arrivare allo Juventus Stadium e pensare che la propria squadra non si impegni». Livorno. Bologna. Divertente, Conte fa nomi e cognomi. L’uomo che per la cronaca viene da una città di provincia (Lecce) sa benissimo chi si è tirato indietro. Divertente, perché invece Garcia i nomi e i cognomi non li fa.

Facciamo un passo indietro. Il giorno prima della gara col Milan, Rudi dà questa risposta a chi gli chiede se non avesse avuto la sensazione che le ultime avversarie della Juve non avessero dato tutto in campo: «Mi aspetto che il Sassuolo giochi come una squadra che vuole salvarsi, con i migliori in campo. Non è sempre stato così per chi ha giocato a Torino. Non voglio vedere, dopo la partita, un Sassuolo che ha lasciato i migliori giocatori in panchina, non voglio allenatori che nel dopo partita dicano: “Ah abbiamo perso solo 1-0, che bel risultato”». A differenza di Conte, Garcia, bollato ieri dall’ex juventino Massimo Mauro a Sky come «antisportivo» (!), evita per eleganza di citare i club colpevoli. Un caso è clamoroso. Poche ore prima di Juve-Livorno, il presidente del club toscano Aldo Spinelli, non certo un nemico giurato dei bianconeri (nel 2005 accettò di tesserare l’allora extracomunitario Mutu per poi girarlo alla Juve), preannuncia la resa anticipata: «Di Carlo lascerà fuori giocatori importanti perché diffidati, la gara importante per noi è la prossima col Chievo». Di Carlo obbedisce. Paulinho e Greco, due titolarissimi, due pilastri del Livorno, restano in panchina mentre il diffidato Emeghara viene sostituito al 20’ della ripresa. Ma un dio del calcio c’è, e il Livorno partito sconfitto con la Juve perde anche col Chievo. LaRoma ufficialmente tace.

Ufficiosamente, invece, tramite un lancio dell’Ansa fa sapere che quello di Garcia non era un attacco alla Juve quanto piuttosto «una denuncia nei confronti di un tipo di cultura sportiva diffuso in Italia, soprattutto a livello mediatico, che il tecnico romanista non comprende». Nel take d’agenzia sileggecheperlaRoma «aessereprovincialenon è Garcia, ma l’atteggiamento di alcuni protagonisti del calcio italiano che accettano (e giustificano) passivamente una sconfitta ancor prima del fischio d’inizio».

Vero, il problema è questo. È una faccenda di testa, di approccio, di come le avversarie della Juve entrano in campo. Sentono di affrontare una squadra già campione e questa partenza sbagliata condiziona l’andamento dell’incontro. Garcia fa bene a punzecchiare il Sassuolo, perché non lo fa nessun altro e perché proprio il comportamento del Sassuolo all’andata con la Juve fa ancora oggi discutere parecchio. Quel Berardi che segna alla Roma al 95’, e poi dice di essere «feliceperlaJuve» perché – ammette – il suo cartellino è per il 50% della Juve, ebbene quello stesso Berardi salta l’impegno con la Juve sia all’andata che al ritorno. E sapete perché? Perché entrambe le volte viene squalificato la giornata precedente: diffidato, viene ammonito. Curioso. Come è curioso che all’andata Di Francesco tenga a riposo il prestante Zaza (un armadio di 187 centimetriper80chili) epoi, dopo lo 0-4, dicache «la forza fisica della Juventus è stata maggiore». Di esempi ce ne sono altri, c’è l’Udinese che con la Roma fa la partita della vita mentre con la Juve gioca in maniera fastidiosamente molle, della serie ma-chissenefrega-se-perdiamo. Idem il Bologna. Atteggiamenti sbagliati, antisportivi, che in passato non avrebbero mai originato quelle fatal Verona che possono stravolgere il finale di un copione che pare già scritto. Rendendolo leggendario.