Demetrio Albertini, candidato alla Presidenza della Figc, ha rilasciato queste dichiarazioni all'emittente radiofonica Radio Radio: "Pensare a un campionato e ridurlo a un numero dipende dalla finalità, se dare sostenibilità a tutto il sistema o spartirsi più soldi. Nella sostenibilità ci metto il fattore sportivo: il nostro calcio non è come quello degli Anni 90, lo vediamo nella difficoltà dei club. Ridurre le squadre a 18 club riducendo anche il numero delle rose ti permette di fare politica sportiva: l’obiettivo è valorizzare i giocatori che dalla Lega Pro possono essere motivo di acquisto per le società di Serie A. Sennò dovremmo andare con capitali importanti in Europa e oggi il potere d’acquisto delle nostre società è inferiore agli altri. Le seconde squadre possono essere un valore aggiunto. L’obiettivo è quello di far crescere i giocatori e riportarli in Serie A".
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Figc, Albertini: “Bisogna ripartire dalla valorizzazione dei settori giovanili”
Albertini illustra la sua filosofia: "Le seconde squadre possono essere un valore aggiunto. L’obiettivo è quello di far crescere i giocatori e riportarli in Serie A"
Convivere base dilettantistica e professionisti: "Credo che due mondi separati vadano evidenziati non nello stabilire il mondo calcistico in generale ma nello stabilire le competenze. Oggi il mondo è cambiato nei professionisti, questi due mondi a livello gestionale e decisionale devono avere delle loro autonomie".
Peso politico Figc: "Per peso politico dipende cosa vogliamo intendere. Sul sorteggio in Brasile siamo stati molto sfortunati, nel 94 ci siamo trovati con una forza politica (Matarrese) eppure siamo capitati nel girone dove era più caldo. Per quanto riguarda i Mondiali, lo baserei sul poter scegliere i giocatori: al mio tempo si potevano scegliere giocatori che rimanevano all’interno della Serie A e andavano in Nazionale, noi siamo andati al Mondiale con giocatori che hanno fatto la prima partita internazionale. Quando è precipitato il movimento? Credo quando abbiamo perso di vista la valorizzazione dei settori giovanili".
Sulla candidatura in Figc: "Voglio essere trasparente e dire le cose come stanno. Sono cambiati gli scenari, io ho ricevuto diverse telefonate aggregando un consenso e senza guardare i numeri. Se dovevo fare una campagna elettorale vera avrei dovuto iniziare un mese fa. Quello che si vuole è un cambio di marca, qualcuno ha visto in me una persona con la quale fare questo percorso insieme".
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