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Dzeko: “Che peccato non aver giocato prima con Totti. Rimpianti? La partita di Liverpool”

LaPresse

Il centravanti bosniaco aggiunge: "Schick e Under raggiungeranno il top. Ad Anfield ci siamo arresi troppo facilmente"

Redazione

“Ask me anything on Reddit”, format diventato famosissimo nel tempo e al quale hanno partecipato grandi personaggi pubblici come Obama. Ospite di oggi, dopo l'allenamento del pomeriggio, Edin Dzeko. Queste le dichiarazioni del centravanti giallorosso:

Chi è il giocherellone della squadra?

"Posso dire sicuramente Manolas. Parla in continuazione, non si ferma mai".

Il difensore più forte contro cui hai giocato? 

"Non saprei veramente dirlo, contro molti di loro devo ancora giocarci. Ho affrontato così tanti grandi difensori, a volte è stato più difficile giocare contro le piccole, difensori che non sono famosi come gli altri. Ma non saprei dire il più forte, ma se ne dovessi dire uno direi Sergio Ramos. Ci ho giocato tante volte tra City, Roma e nazionale".

Come aiuti i giocatori più giovani nella loro crescita?

"Cerco sempre di aiutare i giovani, in allenamento e sul campo, con critiche costruttive ma anche complimenti. Sono stato giovane anche io e so quanto sia importante per i giocatori più anziani essere vicini ai giovani".

Hey Eden, dovrei restare con te nella lega fantasy della Champions League? 

"Prima di tutto... è EDIN! In secondo luogo, come allenatore fantasy dovresti saperlo, ma io sono il capocannoniere adesso. Quindi, chi altro preferiresti scegliere?"

Quale tecnica usi per sfruttare a tuo vantaggio la fama che hai?

"Bene, lasciami dire che mi vergogno sempre, ma a volte quando c'è una grande fila in un ristorante o in un club lo uso per arrivare davanti a loro anche se mi vergogno a guardare i loro volti per quello che faccio".

Qual è il gol più bello che hai segnato?

"Penso che quello contro il Chelsea sia stato probabilmente il più bello, ma il mio preferito resta il primo gol con la nazionale al debutto contro la Turchia. E' stato un bel gol, un mezzo tiro al volo nell'angolo sotto il sette. Solo giocare per il mio paese è stato un sogno diventato realtà, ma segnare un gol è stato incredibile".

Qual è il tuo gioco di calcio preferito tra Fifa, Pes e Football Manager?

"Ho giocato a Pes per un po', tipo 10 anni fa, e ora non lo uso più. Ora gioco una o due volte l'anno a Fifa, ma molti ragazzi ci giocano".

Quali sono i momenti indimenticabili vissuti nei tuoi club?

"Ovviamente la vittoria del campionato con il Wolfsburg e il successo in Premier all'ultimo minuto contro il QPR. Con la Roma deve ancora arrivare (ovviamente per ora resta il successo sul Barcellona)".

Qual è la maglia più bella che hai scambiato a fine partita?

"Quella di Shevchenko contro il Milan quando giocavo con il Wolfsburg, era il mio idolo da bambino".

Qual è il tuo gol preferito segnato da altri?

"Forse Zidane in finale di Champions League contro il Bayer Leverkusen, un gol speciale".

Sulla Libertadores e sulle notizie che escono a proposito del tuo nome…

"Sicuramente guarderò la finale. Sulle notizie ci si abitua, a volte interessano ed altre no. Dipende da chi le scrive, ma dopo un po’ ci si abitua e si ignorano".

Tra Premier League, Bundesliga e Serie A dove hai incontrato più difficoltà per raggiungere 50 gol?

"Probabilmente in Premier League, ma solo perché non sono sempre partito titolare nel Manchester City, quindi ho dovuto segnare ogni volta che ne avevo la possibilità. Ma i campionati sono tutti diversi, devi giocare diversamente per trovare il modo di segnare".

Qual è la tua opinione sul Var?

"Penso che il VAR sia sicuramente una cosa buona, ma deve ancora essere migliorato: come giocatori, non sappiamo ancora quando l'arbitro può interrompere o revisionare qualcosa, quindi il processo può ancora essere migliorato".

Quali campionati stai seguendo?

"Io sono pazzo di calcio. Seguo tutti i grandi campionati: a volte le persone mi chiedono come conosco tutti i giocatori, da tutti i campionati. Ma quello sono io, io vivo per il calcio!"

Qual è la lingua più semplice che hai dovuto imparare giocando nelle squadre in cui sei stato?

"L'inglese è stato il più veloce perché già lo sapevo abbastanza bene anche a scuola. Ma ovunque io sia stato ho cercato di imparare la lingua il più rapidamente possibile sia per mostrare rispetto per le persone lì, sia per rendermi la vita il più semplice possibile".

Chi è stato il tuo più grande mentore calcistico?

"Semplice, mio padre. Devo tutto alla mia famiglia".

Qual è la cosa più importante imparata da Totti?

"Oltre alle cose di campo, lo slang romano (ride, ndr)".

Il ketchup nel frigorifero o nella credenza?

"Nessuna discussione, nel frigorifero".

Quali sono gli ostacoli che hai incontrato in Bosnia e come li hai superati?

"Penso che la cosa più importante è che, essendo cresciuto durante la guerra, non avevamo strutture, quindi dovevamo fare il meglio con ciò che avevamo e non preoccuparci delle cose che non avevamo. Ho sfruttato tutto questo al massimo ed ho lavorato sempre duro, questo mi ha aiutato in tutta la mia carriera".

Ti preoccupi della vita dopo il ritiro?

"Non sto pensando al ritiro, ho ancora qualche anno buono. Il calcio può essere affascinante ma dietro ci sono un sacco di cose per noi calciatori che non sono facili. So che le persone pensano spesso ai soldi, ma tutti abbiamo iniziato perché ci piaceva il calcio e volevamo diventare bravi, c’è una grande pressione ogni giorno per raggiungere tutto questo".

Come posso chiedere ad una ragazza che mi piace di uscire? Chi è la persona più amichevole che hai incontrato nel calcio?

"Qualche anno fa si chiedeva di persona, ora penso che devi usare Instagram (ride, ndr). Buona fortuna".

Di tutti i grandi attaccanti con cui ha giocato chi ha avuto l'impatto più positivo su di te. Ti rivedi in qualche giovane attaccante?

"Nella mia carriera sono stato fortunato a giocare al fianco di grandi attaccanti. Al City eravamo 4 grandi attaccanti, Aguero, Jovetic, Tevez, Balotelli, Negredo... Poi sono arrivato alla Roma, dove c'era Totti che però giocava più da numero 10 e ho sempre detto che è stato un peccato che non abbiamo giocato insieme prima nella sua carriera. Perché so che avrei fatto davvero tanti gol grazie alla sua visione e abilità. Ma ho giocato anche due anni con Salah, è stato un grande partner per la sua velocità e abilità. Ora ci sono Under e Schick, che sono sicuro continueranno a migliorare e arriveranno al top. Poi come avete detto voi, al Wolfsburg c'erano Grafite e Mandzukic, abbiamo lavorato bene insieme. Sono stato molto fortunato con tanti grandi bomber, ognuno aveva la propria forza e ho imparato molto da loro".

"Vorrei sapere da te che hai giocato in squadre di diverse nazioni in quale lingua giocatori e arbitri comunicano tra di loro. Ad esempio in Champions o tra le nazionali.

"In Italia gli arbitri parlano in italiano e parliamo in questa lingua. Nello spogliatoio prima delle partite e nell'intervallo, alla Roma c'è un ragazzo che traduce gli italiani per chi non capisce. Se non c'è molto tempo di solito parla in inglese, ma di persona parla con tutti i giocatori nelle loro lingue. In Europa dipende un po' dall'arbitro o dalla squadra ospite ma di solito l'inglese è la lingua comune che tutti usano per dire la loro. Dipende anche dalle circostanze".

"Torni mai a Wolfsburg?

Sì, certo, a volte torno. Tornerò in estate per il matrimonio di un mio amico. E seguo molto i risultati del Wolfsburg ogni settimana e mi tengo aggiornato sull'andamento della squadra".

"Chi è stato il tuo compagno più 'filosofico'?

"Direi Vincent Kompany, è molto interessato ad argomenti oltre il calcio e porta sempre con sé libri e testi nello spogliatoio o sul pullman. Studiava sempre. Alla Roma, sul campo De Rossi è uno che ha la capacità di vedere il gioco in anticipo. Manolas pensa di poterlo fare, ma non ne sono così sicuro".

"Se avessi la possibilità di cambiare il finale di una partita che hai giocato, quale sceglieresti?

"Ce ne sono alcune. Ma la prima che mi viene in mente è quella al Mondiale 2014 contro la Nigeria, quando abbiamo perso e l'arbitro ha erroneamente annullato un mio gol. Quella decisione ci ha eliminato dal torneo. L'altra, e credo che tu stessi pensando proprio a questa, è quella di Liverpool nell'ultima Champions. Ci siamo arresi troppo facilmente ad Anfield, rendendoci difficile la rimonta all'Olimpico. Queste sono le due partite, anche se come ho detto ce ne sono molte altre".

"Tra quello di Manchester e quello di Roma, quale derby è il più duro?

"Direi che c'è più pressione in Italia per quanto riguarda la vittoria del derby. Se peri, sai che non sarà facile nei giorni successivi e i tifosi saranno devastati. Puoi perdere le partite precedenti, ma devi vincere il derby! In entrambe le stracittadine i tifosi vogliono davvero vincere, ma in Inghilterra prendono la sconfitta più facilmente".

"Negli ultimi anni molti calciatori over 30 cominciano a fare prestazioni importanti a livello fisico, te compreso. Come paragoni i tuoi anni prima e dopo i 30? Quanti anni ti aspetti ancora di tenerti al top?

"Mi sento ancora molto, molto bene. Quindi spero che duri il più a lungo possibile. Ora lavoro duramente, sia prima che dopo l'allenamento, per mantenermi al massimo della condizione ed evitare il più possibile gli infortuni".

"Come ti tieni in forma adesso che non hai più 21 anni?

"Ad oggi lavoro molto di più prima e dopo l'allenamento, in palestra e a livello di stretching, soprattutto per prevenire problemi legati agli infortuni. Più eviti gli infortuni, più facile è mantenere la condizione ad alti livelli".

"Cosa ricordi di quando giocavi in Repubblica Ceca? Immagino che parli ancora in ceco, soprattutto con Schick.

"Certo. Me lo ricordo bene ed è stato importante per la mia carriera. Ricordo ancora un po' di ceco, e io e Patrik abbiamo ci parlato molto da quando è arrivato qui".