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Boniek: “Zalewski è un bravo ragazzo, spero che faccia una grande carriera”

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Le parole dell'ex giallorosso: "Ho buonissimi rapporti con tutti i dirigenti della Roma e i Friedkin mi hanno dato l’impressione di avere dei piani molto chiari e un’ambizione molto alta"

Redazione

Tra pochi giorni Juventus e Roma si sfideranno in uno dei due big match dell'ottava giornata di campionato. Ne ha parlato Zbigniew Boniek alla trasmissione Il Diabolico e il Divino, in onda su New Sound Level.

Un parere sulla vicenda Zalewski? L’allenatore ha dato alla squadra due giorni di libertà e dopo quello che gli è successo i suoi amici l’hanno portato a cena fuori. Tutti quando avevamo vent’anni giocavamo e scherzavamo con gli amici, ma con i social le cose escono fuori e vengono dette tante sciocchezze. Lui è un bravissimo ragazzo, si allena bene ed è già acqua passata. E’ un ragazzo molto talentuoso che ha bisogno di tirare fuori il suo carattere, se riesce a fare questo salto di qualità può fare una carriera molto importante. Mi è dispiaciuto che abbia dovuto rinunciare al ritiro della nazionale polacca per il periodo difficile che sta vivendo. E’ un ragazzo innamorato di Roma e della Roma e spero che faccia una grande carriera, è un ragazzo straordinario.

Arriverà il giorno in cui potremo chiamarla direttore?Nel passato ci sono stati contatti... Non credo, ho buonissimi rapporti con tutti i dirigenti della Roma e i Friedkin mi hanno dato l’impressione di avere dei piani molto chiari e un’ambizione molto alta e spero che per noi tifosi arrivi il momento di festeggiare qualcosa, a partire dalla Conference League quest’anno per arrivare alla qualificazione in Champions League. Tutti sanno che quando stava per scadere il mandato della famiglia Sensi mi hanno chiamato per essere inserito all’interno della società, ma io risposi che sono uno a cui piace costruire e non liquidare e quello era un momento di liquidazione. Non volevo lavorare per lasciare poi la società agli altri.

Sono un problema le tante partite ravvicinate? Il problema del calcio è molto complesso perché tutti si lamentano che si gioca troppo e poi costruiscono tutto intorno alla differenziazione degli orari, vogliono anticipi e posticipi per guadagnare di più da ogni partita. Poi i giocatori guadagnano talmente tanto che le società hanno bisogno di soldi per pagarli e per ottenere questi soldi bisogna giocare. Fino a che Fifa e Uefa non si mettono al tavolo e decidono una rivoluzione dei campionati e delle competizioni internazionali sarà dura invertire questa tendenza. I tifosi già si sono stancati perché è diventato un business che non li considera, è difficile persino fare un abbonamento perché non si sa nemmeno quando gioca la squadra. I valori che portano i tifosi dovrebbero essere il fondamento dello sport ma ormai è ritenuto un fattore secondario. Ci sono delle problematiche che vanno affrontate, si parla addirittura di far giocare le final four nella parte finale della Champions League e questo farebbe aumentare ancora di più le spese per i tifosi.

Come vedi questo Juve – Roma? Giocare contro la Juve a Torino è sempre difficile per tutti, è una squadra pericolosa che si sta risollevando,

ha anti giocatori che sono molto bravi, ma la Roma ha bisogno di tirare fuori una grande prestazione in questo stadio. Noi abbiamo una squadra molto interessante con grande potenziale ma pecchiamo ancora di concentrazione, vogliamo il bel gioco ma non dobbiamo mai dimenticare la concentrazione e l’attenzione soprattutto in fase difensiva.

Cosa è successo nell’82 quando sembrava fatto il trasferimento alla Roma e poi sei andato alla Juve? Io avevo firmato tutto con la Roma nell’82 ma il problema era che la Roma non aveva potuto pagare il trasferimento in una sola rata e in Polonia non erano disposti a dilazionare il pagamento. Allora si è inserita la Juventus e io ho chiamato il signor Viola e gli ho spiegato le problematiche e gli ho anche promesso che entro tre anni, non appena la Roma avesse avuto disponibilità economica, sarei venuto a Roma, anche se poi a Torino sono stato benissimo.

Quale partita vorresti rigiocare tra Roma – Lecce dell’86 o Italia Polonia del mondiale ‘82? Rigiocherei tutte e due le partite, ma la partita Roma Lecce è una ferita che non voglio riaprire perché penso che questo dolore ce lo porteremo tutti nella tomba.

Pensi che Lewandowski vincerà il pallone d’oro? Io credo che quest’anno sarebbe giusto premiare Robert perché l’anno scorso con la sospensione del pallone d’oro non ha potuto riceverlo. Io credo che alla fine il pallone d’oro lo vincerà messi per una questione di Business, dopo aver vinto la Copa America e per la sua forza. Sono convinto però che il pallone d’oro debba andare a uno dei due giocatori italiani, Donnarumma e Jorginho. Se Jorginho avesse messo dentro il rigore decisivo non ci sarebbe stata storia per nessuno, ma poi è stato Donnarumma a dare la vittoria

Come lo vedi il Napoli di Spalletti? Spalletti secondo me è l’allenatore giusto per la piazza napoletana, hanno tutto per puntare a vincere, hanno una squadra equilibrata e di qualità e credo che Spalletti possa dargli quella continuità che è così difficile da trovare in piazze come Roma e Napoli per l’entusiasmo trascinante della gente. Secondo me per lo scudetto le favorite sono Inter e Napoli.

Qual è il tuo Roma – Juve del cuore? Quello che ricordo con più piacere è stato quando sono arrivato a Roma da Torino e abbiamo vinto lì 3-0 dopo una partita straordinaria e Pruzzo ha fatto quella rovesciata. Poi un’altra partita è quella con gol di Falcao, quando giocavo nella Juve e abbiamo vinto 2-1 all’Olimpico, l’anno dello scudetto della Roma. E anche quella col gol di Nakata’, Roma Juve è sempre una partita fantastica ed emozionantissima.