(di Francesco Balzani – ForzaRoma.info)Come di consueto, a chiusura dell’anno solare, si cominciano a stilare alcuni bilanci. Noi cerchiamo di dare i voti a calciatori ed allenatori giallorossi nelle loro performance da gennaio ad oggi.
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AS Roma, il PAGELLONE del 2012: Totti l’Imperatore Massimo, Marquinhos la sorpresa. Cicinho chi?
(di Francesco Balzani – ForzaRoma.info) Come di consueto, a chiusura dell’anno solare, si cominciano a stilare alcuni bilanci.
VOTO 10
FRANCESCO TOTTI: Nell'anno 36 d.c è riuscito nell'impresa forse più difficile: convincere anche i giornali del Nord che è lui il giocatore italiano più forte degli ultimi 20 anni. Il 2012 è iniziato con la doppietta al Chievo e proseguito (il 21 gennaio) con il sorpasso a Nordhal nella classifica dei marcatori di tutti i tempi in serie A poi un leggero calo e la rinascita al termine della scorsa stagione. Quella in corso è forse la migliore dai tempi della Scarpa d'Oro, grazie alla cura del vecchio maestro Zeman ma soprattutto alla testa di un giocatore che non vuole smettere mai di stupire. Il minutaggio più alto della squadra, il record di assist e i titoli sui quotidiani di mezzo mondo lo hanno incoronato non “King of Rome”, ma Imperatore Massimo. Il 2013, da molti (non dai Maya, ma da persone decisamente meno dotte) profetizzato come anno di addio al calcio del capitano, potrebbe invece vedere un nuovo rinnovo contrattuale. Ma Totti non se ne preoccupa perché, come scrisse Pavese “Immortale è chi accetta l'istante. Chi non conosce più un domani”.
VOTO 9
MARQUINHOS: Dal più anziano della comitiva al più giovane, segno che l'età non conta in amore come nel calcio. L'acquisto meno roboante della campagna acquisti di Sabatini si è rivelato il vero colpo di mercato per il presente, ma soprattutto per il futuro. Marcos a soli 18 anni ha raccolto consensi più di quanto in passato (alla sua stessa età) avevano fatto mostri del calibro di Nesta, Thiago Silva o Samuel. L'importante in questi casi è non montarsi la testa, ma uno che vive di campo, casa e chiesa lo sa bene. Vuole diventare il nuovo Aldair, la strada potrebbe portarlo addirittura più su.
ERIK LAMELA: “Ancora non è matura”, “La mela è caduta dall'albero” ecc... Le battute, in molti casi banali, avevano accompagnato nel 2011 l'arrivo e i primi mesi romani dell'argentino che qualcuno aveva già etichettato come flop del mercato. L'infortunio, la concorrenza e qualche serata brava avevano però solo rallentato il decollo di Erik che quest'anno ha fatto ricredere anche i più scettici: con 13 gol (10 in questa stagione) è arrivato alle spalle del solo El Shaarawy nella classifica marcatori degli Under 21 in Italia e gli ultimi botti di fine anno se li è tenuti proprio nella gara contro il Milan del Faraone. Spaventosa poi la sua condizione atletica: a Riscone, in ritiro, mentre gli altri boccheggiavano sdraiati ai lati del campo, lui continuava a correre respirando solo con le narici.
VOTO 8
PABLO DANIEL OSVALDO: Con 14 gol nell'anno solare è lui il capocannoniere della Roma nel 2012. Un anno che per l'italo-argentino è coinciso anche con la convocazione in azzurro, ma non alla partecipazione all'Europeo. Colpa dei suoi colpi di testa e non ci riferiamo alle doti in elevazione. Più che Osvaldo Furioso, un Dottor Jeckyll e Mister Hyde che deve imparare a sfogare la sua rabbia solo quando gonfia la rete avversaria. Spesso lo fa, ma per diventare un campione deve riuscirci sempre.
VOTO 7
LEANDRO CASTAN: Il paragone con Piqué in estate aveva scatenato sorrisi più o meno velati in conferenza stampa. Oggi il confronto verrebbe vinto ancora dallo spagnolo, ma nessuno si azzarderebbe a ridere. Non è un top player, ma di difensori così in Italia ce ne sono pochi. A coronare un 2012 per lui da sogno anche la nascita del figlio, la convocazione in nazionale e la vittoria del titolo mondiale della sua squadra del cuore: il Corinthians.
ALESSANDRO FLORENZI: Non parlategli di anno bisestile o di sfiga. Per Sandrino il 2012 è stata l'annata migliore della sua vita. A gennaio era a Crotone e di lui si parlava come uno dei tanti giovani mandati in giro a farsi le ossa dalla Roma. Grazie a lui però i calabresi si sono salvati e Sabatini è stato costretto a ripagare il suo cartellino per riportarlo all'ombra del Colosseo. Velocità, sacrificio e fiuto del gol sono subito piaciute a Zeman che ne ha fatto una pedina insostituibile del suo centrocampo. Finale in calo, ma era prevedibile dopo un'annata tutta di corsa.
SIMONE PERROTTA: Ha ragione lui: il gol contro il Siena vale più di un trofeo. E' racchiusa tutta la magia del calcio vecchia scuola, quello fatto di valori, attaccamento alla maglia e rispetto. Tutte doti che Super Simo ha sempre mostrato.
MIRALEM PJANIC: Il Piccolo Mozart ha faticato a trovare lo spartito giusto, ma alla fine c'è riuscito. Ora le sue note ammaliano come un film di Fellini e i pretendenti a uno dei centrocampisti più talentuosi d'Europa aumentano. Ma la Roma è pronta a dire ancora No.
FABIO BORINI: Nel momento più buio della Roma di Luis Enrique, era lui ad accendere un fiammifero di speranza. Sette gol consecutivi e la convocazione in nazionale, prima di approdare al Liverpool. Niente male per un semi sconosciuto.
VOTO 6,5
ZDENEK ZEMAN: L'uomo dell'anno è stato lui, nel bene e nel male. La promozione in A col Pescara, il ritorno nel calcio che conta dopo un esilio forzato, gli attacchi a arbitri e Juve, ma soprattutto quel 4-3-3 che non cambia mai e che continua a non essere compreso dagli avversari. Ha ricostruito un'identità di squadra e seppur con qualche polemica di troppo sta valorizzando giovani e vecchi alla stessa maniera. La più bella Roma dell'anno si è vista solo alla fine, contro Fiorentina e Milan, ma l'impressione è che il meglio debba ancora avvenire.
DANIELE DE ROSSI: Insieme al signore appena citato, è stato il personaggio più al centro delle attenzioni di questo 2012 poco positivo per la Roma. Dal rinnovo contrattuale da 6 milioni ( e giù le critiche come ai tempi di Totti, manco fossimo tutti economisti) alle voci di un imminente passaggio al City passando per un Europeo giocato alla grande e alle polemiche con Zeman. Capitan Futuro ha tenuto duro in mezzo a una tormenta di voci, chiacchiere da bar e dichiarazioni ambigue da parte dei dirigenti. Il suo apporto in campo non è stato quello dei migliori e l'espulsione nel derby ha forse rappresentato la pagina più brutta della sua carriera, ma come solo i campioni sanno fare è riuscito a rinascere e ha chiuso l'anno con una prestazione delle sue. Merito anche di Pallotta che lo ha blindato facendolo tornare a sentire uno dei pilastri di questa squadra. Sabato scorso lo ha capito anche Zeman.
VOTO 6
NICOLAS BURDISSO: Annata da inferno per il Bandito: prima l'infortunio terribile che lo ha tenuto fuori la scorsa stagione poi la retrocessione a terzo centrale con Zeman. Depressione? Ma quando mai: si è tirato su le maniche e ha dato il suo contributo coronato dal gol contro il Milan e dall'ottima prestazione in coppa Italia contro l'Atalanta. Non l'ammazza neanche la peste.
MICHAEL BRADLEY: Non sarà Capitan America, ma un marine del genere in certe situazioni serve sempre. Positivo, anche se non eccezionale, il suo impatto.
MATTIA DESTRO: L'acquisto più costoso della serie A merita un 9 per quanto fatto vedere col Siena. A Roma, dopo un inizio difficile, ha iniziato a segnare e anche lui si è guadagnato la nazionale azzurra. Proprio nel suo momento migliore però Zeman lo ha rispedito in panchina.
IVAN PIRIS: Per il Vampiro un inizio stagione da Fracchia contro Dracula e un finale da bellone di Twilight. Ha preso confidenza col campionato italiano.
MAURO GOICOECHEA: La scommessa di Zeman non è ancora vinta (la papera nel derby è fresca), ma la quota di insuccesso è scesa visibilmente. Di sicuro non è una bufala e lo ha fatto vedere nelle ultime 4 uscite stagionali.
BOGDAN LOBONT: Silenzioso e spesso assente sul palco, quanto prodigo di consigli utili dietro le quinte.
FEDERICO BALZARETTI: Ha preferito la Roma al Napoli anche e soprattutto per ragioni familiari (moglie e figlie sono a Parigi e i voli diretti tra le due capitali abbondano). Ci si aspettava di più dal terzino della nazionale arrivata seconda all'Europeo. L'impegno però non manca mai.
FABIO SIMPLICIO: Il paffuto Arnold è sbarcato in Giappone, ma in questo 2012 sono conservati nella memoria i gol contro Novara e Napoli e il suo sorriso inconfondibile.
MARQUINHO: L'unico acquisto di gennaio quest'anno ha alternato prestazioni positive (condite da 4 gol, da applausi quello contro l'Inter) a gare anonime. La Roma lo ha riscattato a caro prezzo. Zeman lo utilizza sempre a partita in corsa e se ne pente poche volte.
NICO LOPEZ: Deve crescere. Il gol contro il Catania e le imprese con la Roma Primavera però non sono da dimenticare.
VOTO 5,5
RODRIGO TADDEI: Si adatta ad ogni ruolo e in ogni situazione, ma forse, dopo tanti anni di onorato servizio, per il suo bene è arrivato il momento di adattarsi altrove.
MARCO CASSETTI: Luis Enrique lo vedeva centrale di difesa (Dio solo sa perché), lui ci ha visto lungo andandosi a godere la meritata pensione in Inghilterra.
FERNANDO GAGO: La Roma avrebbe potuto riscattarlo, ma Zeman proprio non lo vedeva. Per lui un anno da sufficienza stretta, stretta ma ci ricorda troppi momenti negativi per dargliela.
LEANDRO GRECO: Ha visto più partite dagli spalti di un abbonato.
VOTO 5
MAARTEN STEKELENBURG: Dopo Van der Saar prosegue la maledizione dei portieri olandesi in Italia. Arrivato con la nomina (meritata) di essere uno dei migliori estremi difensori del mondo, ha pagato la mentalità di gioco di Luis Enrique prima e Zeman poi. Lui, portiere più adatto a un gioco Capelliano che a uno spregiudicato. Le espulsioni nelle disfatte contro Lazio e Juve il ricordo più brutto, quello più bello (per lui) potrebbe essere la cessione al Milan tra pochi giorni dopo tanta panchina.
JUAN: Nei primi 6 mesi del 2012 salutava più il guardiano dell'infermeria di Trigoria che i compagni. Troppi infortuni e annata da dimenticare per uno dei difensori più forti del recente passato giallorosso.
GABRIEL HEINZE: Anche lui, come Stekelenburg, ha sofferto le pene dell'inferno nella difesa di Luis Enrique. Carattere ed esperienza non sono bastate a evitare la bocciatura. El Gringo ha alzato tacchi e speroni e se ne è tornato in Argentina.
VOTO 4,5
PANAGIOTIS TACHTISIDIS: Altro azzardo di Zeman. Andare in All-Inn con la carta del greco in mano però è sembrato troppo anche per il boemo che lo ha preferito addirittura a De Rossi e Pjanic prima di rinsavire. Da rivedere nel prossimo anno, il meno possibile sarebbe gradito.
VOTO 4
LUIS ENRIQUE: Umanamente non si discute e le sue doti da esperto di calcio le tessono ancora oggi giocatori come De Rossi o Pjanic. I ricordi legati alla Roma dello spagnolo però sono orribili: dai due derby persi alle disfatte contro Lecce, Fiorentina Juve e Atalanta passando per alcuni innovazioni discutibili come il girotondo o l'acchiapparella. Alla fine il Mental Coach è servito più a lui che a noi.
BOJAN KRKIC: Una delle poche gioie vissute all'Olimpico è stato il gol dell'inutile 4-2 sabato scorso (che si somma ai 3 gol complessivi quest'anno per l'ex-Barcellona). Lo spagnolo che doveva esplodere in Italia, ha mostrato anche nel nostro paese tutti i suoi limiti caratteriali. La tecnica non si discute, ma come canta De Gregori un giocatore si vede anche “dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia”.
ALEANDRO ROSI: Doveva essere finalmente l'anno della sua promozione tra i grandi. Ha dimostrato di essere ancora piccolo. E se lo sei a 25 anni non puoi giocare nella Roma.
VOTO 3
SIMON KJAER: Basta il nome per rievocare ricordi tanto brutti da essere soppressi. Sabatini lo difendeva dicendo che si notavano i suoi difetti perché era biondo (trovatene uno alla biondissima Heide Klum). Pagato uno sproposito,la Romaha avuto il buon gusto di non riscattarlo e lasciarlo sul groppone del Wolfsburg.
VOTO 2
JOSè ANGEL: Solo i suoi tweet giornalieri erano più ridicoli dei suoi interventi in difesa. Tra un incidente procurato in macchina e qualche scappellotto (non sempre amichevole) da parte di compagni e dirigenti ci ha lasciato con un dubbio: era più scarso lui o Cesar Gomez. A mai più rivederci Angelino!
VOTO 1
CICINHO: Già annoverarlo nelle pagelle dei calciatori per lui deve essere un onore. Probabilmente lo stipendio meno meritato della storia dopo quello di qualche (troppi) ministro e politico. I suoi racconti romani (tatuaggi da ubriaco, festini e sbronze) sono stati più coinvolgenti delle sue scarse apparizioni in campo. Un'immagine del 2012: la borraccia d'acqua costantemente in mano durante Fiorentina-Roma. Ma era acqua?
NG
DODO': Quando riuscirà a svolgere tre allenamenti di fila potremmo dargli un voto. Per ora resta una splendida promessa. Che il 2013 sia il suo anno. Auguri!
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