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Arsenal Soccer School, la presentazione. Presenti Ljungberg e Petruzzi: “Le soddisfazioni maggiori le ho avute da tecnico degli Allievi della Roma”

(di Guendalina Galdi) Coniugare la crescita professionale e quella personale è la filosofia che guida le metodologie di formazione dell’Arsenal Soccer School.

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(di Guendalina Galdi)Coniugare la crescita professionale e quella personale è la filosofia che guida le metodologie di formazione dell'Arsenal Soccer School. Lo hanno spiegato, durante la conferenza stampa tenutasi oggi presso l'ATA Hotel Villa Pamphili di Roma, Giulio Longo e Claudio Casella, fondatori di Team Italia (partner ufficiale di Arsenal Soccer Schools), e Sarah Townend, direttore commerciale Arsenal FC. Presenti alla conferenza stampa anche due ex giocatori: Karl Fredrik 'Freddie' Ljungberg e Fabio Petruzzi. Il primo, ex bandiera dei Gunners (cercato in passato da alcuni club italiani tra cui la Roma) ed ora Ambasciatore Internazionale dell'Arsenal, è in Italia per promuovere il Progetto Arsenal Soccer Schools e presentare l’edizione 2014 degli Arsenal Camp; il secondo è un ex difensore giallorosso, cresciuto nelle giovanili della Roma poi approdato in prima squadra ed infine, una volta appesi gli scarpini al chiodo, allenatore degli Allievi della Roma nel 2005.

Il Progetto Arsenal Soccer School è da oltre 20 anni che coinvolge bambini e bambine in un programma trivalente: sportivo, etico e didattico. Sportivo perchè alla base c'è lo sport, il calcio, ed intensivi programmi di allenamento volti a far esprimere ogni giovane calciatore al massimo delle proprie potenzialità. Etico perchè i corsi si basano sul rispetto dell'altro. Del compagno come dell'avversario. Infine didattico perchè durante il Camp i ragazzi si dedicano anche all'apprendimento della lingua inglese, in vista magari di volare a Londra e fare il proprio ingresso nell'Emirates. In pieno stile Arsenal.

Lavorare con i giovani atleti, talvolta giovanissimi, non è cosa semplice. Alla base deve esserci il divertimento. Nessuna pressione, niente arrivismo. I ragazzi è importante che si avvicinino a questo sport spinti dalla voglia di divertirsi; di giocare, nel vero senso della parola, al calcio. Durante il suo intervento, Petruzzi, ha elencato le tre componenti fondamentali per procedere in questo mondo. Sono l'umiltà, il gruppo, valori condivisi anche dallo svedese Freddie Ljungberg, ed il divertimento. Facendo un accenno alla parentesi che lo ha visto allenare la categoria degli Allievi della As Roma, Petruzzi ha confidato che le soddisfazioni maggiori le ha raccolte proprio in quel periodo. Vedere giovani atleti diventare professionisti ed affermarsi in Serie A, passando talvolta per la serie cadetta, è stato per lui grande motivo di orgoglio. Tra i giocatori da lui allenati: Andrea Bertolacci e Marco D'Alessandro. Quest'ultimo in prestito al Cesena, con diritto di riscatto della compartecipazione dalla Roma, è a centro di alcune recenti voci di mercato che vedono interessate a lui Parma e Sampdoria.

Una storia comune a molti: un futuro lontano da dove si è cresciuti. Non tutti sono destinati a diventare dei Totti, dei De Rossi o dei Florenzi. Insomma è un privilegio di pochi quello di indossare la stessa maglia per l'intero arco della propria carriera, dalle giovanili alla consacrazione in prima squadra, vestendo sempre e solo la maglia della squadra che si tifa fin da bambini. Ma la lista dei calciatori affermati usciti dal vivaio giallorosso è lunga, ben nutrita e destinata ad allungarsi. Allo stesso modo è risaputo che la Roma offre un elevato livello di preparazione, affiancata da un lavoro sulla personalità del ragazzo che di fronte ai crescenti impegni di campo è bene che mantenga e non tralasci quelli scolastici. "Roma, Fiorentina e Napoli sono l'esempio di come bisogna lavorare con i giovani. Stanno lanciando alcuni talenti che sono già importanti e meriterebbero di essere titolari" ha dichiarato oggi a Radio Manà Manà SportIgor Budan, ora team manager del Palermo.

Per questi motivi il 'lavoro' non è solo sul ragazzo ma anche sulla famiglia, affinchè dai genitori non provengano stimoli eccessivi che possono rivelarsi inconsciamente deleteri. Nessuna falsa speranza, il fine è divertirsi imparando, crescere allenando corpo e mente per creare i campioni del futuro.