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TESTA A TESTA Torino-Roma: Gervinho-Glik, Pjanic-Baselli, Manolas-Belotti

I giallorossi cercano i tre punti all’Olimpico di Torino contro i granata. Garcia vuole la riscossa per mettere fine al momento no

Redazione

Dopo la figuraccia con il Barcellona ed il passo falso casalingo con l’Atalanta la Roma cerca punti e riscatto contro il Torino in una trasferta tra le più ostiche della serie A. Il 3-5-2 di Ventura è collaudatissimo sia tatticamente che negli uomini che lo interpretano, è ottavo in campionato, a soli sei punti dai giallorssi, e sogna un’annata d’alta classifica. Il Torino è composto da un buon mix di giovani talenti e veterani consumati, hanno costruito un progetto che è stato in grado di offrire buone prestazioni ed ottimi risultati in questi anni e che sembra avere margini di miglioramento, anche grazie ad un tecnico che sa valorizzare bene le doti dei suoi uomini. Garcia recupera una delle sue frecce e spera di ritrovare almeno in parte la fluidità offensiva smarrita, rimettere le ali alla sua squadra non è più solamente questione di dovere bensì di necessità, un altro buco nell’acqua rischia di infuocare un ambiente già troppo surriscaldato. Il tecnico francese dovrebbe affidarsi nuovamente al 4-3-3 per tentare di conquistare tre punti fondamentali che equivarrebbero ad una boccata d’ossigeno dopo giorni vissuti in apnea.

Gervinho-Glik: L’esterno ivoriano è pronto a ritornare tra gli undici titolari, la sua velocità palla al piede e l’imprevedibilità del suo incedere lo rendono sicuramente un giocatore unico nel suo genere, è l’uomo da cui ci si aspetta il salto di qualità in attesa del ritorno del suo gemello egiziano. Anche Dzeko potrebbe beneficiare del suo rientro. La sua abilità nel gioco di sponda può aprire gli spazi alla rapidità di Gervinho e favorirne gli inserimenti, ma lo stesso bosniaco avrà la possibilità di capitalizzare le incontenibili penetrazioni della freccia giallorossa. Il bunker granata sarà controllato dal coriaceo Glik, difensore con l’ottimo fiuto del gol, che avrà il compito di coordinare un reparto a tre che può contare su una buona azione di filtro a centrocampo e un discreto lavoro di copertura da parte dei tornanti.

Pjanic-Baselli: Uno, Pjanic, sta vivendo una stagione in cui si inizia ad ammirare il suo enorme potenziale, ma la sconfitta della scorsa giornata ha messo in mostra che anche lui non è immune al momento difficile della squadra e c’è bisogno della sua classe per sollevarsi e riprendere il filo del discorso interrotto ormai due partite fa. Proprio lui, anche grazie ai suoi calci da fermo, ha sbloccato situazioni complicate ed i tifosi sperano di rivedere presto i suoi colpi da prestigiatore. L’altro invece, Baselli, è un gioiellino targato Cairo, è giovane, italiano, talentuoso, ha geometrie e senso del gol, oltre ad un tiro da fuori che può fare molto male. La metà campo sarà terra di conquista, il centrocampo romanista dovrà rompere il gioco dei granata per poter innescare veloci break che colgano impreparata la retroguardia torinese, ma soprattutto dovrà evitare di farsi schiacciare dai momenti di buon palleggio avversario cercando di ottenere subito il possesso del pallone e tenendo il pallino del gioco.

Belotti-Manolas: La giovane punta proveniente dal Palermo si è appena sbloccata, ha fisico e piedi per diventare un bomber ma ha ancora moltissima strada da fare per riuscirci. Il suo compagno di reparto Quagliarella non sta brillando sotto porta ma con le sue doti balistiche e l’esperienza maturata può rivelarsi un fattore anche in zona assist. La retroguardia giallorossa però ha valori e uomini in grado di riscattare una prima parte di stagione sottotono, di scrollarsi di dosso le critiche dell’ambiente. Manolas è un centrale affidabile e molto abile nell’anticipo, dovrà essere bravo a non far entrare le punte avversarie nel vivo della manovra. Digne e Florenzi sono giocatori offensivi ma in grado di ricoprire efficacemente il ruolo di terzini nonostante si trovino difronte tornanti molto insidiosi, uno per tutti Bruno Peres. Spesso dietro è mancata soprattutto la testa, l’atteggiamento giusto e concentrato da parte di tutta la squadra, perché la difesa come l’attacco dipendono dal modo con cui scendono in campo undici giocatori.

Giuliano Masciangioli