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Roma-Sampdoria ‘Te lo dico su Facebook’: “Che c’annamo a fà a Torino?”

(di Alessio Nardo) La serata è calda, bella, piacevole. Non è più estate, ma la manica corta calza a pennello.

Redazione

(di Alessio Nardo) La serata è calda, bella, piacevole. Non è più estate, ma la manica corta calza a pennello. C'è la Roma, all'Olimpico, dove non vince da oltre cinque mesi. Contro la Sampdoria, imbattuta in campionato, alla vigilia del 36° compleanno di un certo signor Totti Francesco. Le premesse per intascare i tre punti ci sarebbero (in teoria) tutte. Già. Ma la legge dei grandi numeri, da sempre, ci fa un baffo. Noi siamo stati creati per smentirla e restare fedeli alle tradizioni. Dunque, elmetto in testa e pronti all'ennesimo epilogo di fastidio, rimpianti e smarrimento. Come sempre, partiamo dall'inizio.

Quando la Roma scende in campo non conta ciò che è accaduto tre giorni, una settimana o un mese prima. E' come se il cervello ripartisse da zero. Noi, tutti, pronti a trascinare i nostri ragazzi verso la gloria. Poco importa se il rischio (sempre concreto) è quello di ritrovarsi a fare i conti con l'amara realtà del "post" novantesimo. Al sol elencare gli undici nomi presenti in formazione, il fomento ci pervade, ed ogni scoglio sembra facilmente superabile. Mister Zeman propone il suo 4-3-3 con Stekelenburg tra i pali; Taddei, Burdisso, Castàn e Balzaretti in difesa; Florenzi, Tachtsidis e Marquinho a centrocampo; Lamela, Destro e Totti davanti. Solo panchina per De Rossi. "Piris in Paraguay?", si chiede Michele, inaugurando la lunga serata di opinioni e commenti sulla pagina ufficiale Facebook dedicata ai colori giallorossi. Il disprezzo sportivo verso il povero terzino paraguaiano si traduce in conseguente (folle) amore per il suo sostituto: "Finalmente Rodrigo!", grida Fulvio, seguito da Mauro: "Dajeeeee Rodrigooooooooooo sei il più bello de tuttiiiiiiiiiiiiiiiii". Mah. Qualche dubbio rimane. Del milione e (quasi) trecentomila di utenti on line, una larga parte è straniera, poco informata o totalmente ignara di cosa siano la Roma e il calcio. Ci si chiede chi diamine sia Castàn (!), il perché dell'assenza sia in campo che in panchina di Bojan (!). Giordano mostra sconcerto per l'escluso eccellente ("Ma Nego???"), Dino mette tutti a tacere con la sua analisi pre-gara: "Un site pentru a vizualiza meciul".Fischio d'inizio, si parte!

Where is Zemanlandia? La si cerca in ogni centimetro di campo. La si spera di ammirare nella spinta frenetica dei terzini, nel vortice d'inserimenti offensivi degli intermedi, nel gioco pulito e verticale del playmaker, nei costanti uno contro uno delle ali e nella glaciale freddezza sottoporta del centravanti. E invece non la si vede da nessuna parte, se non a sprazzi. Il gioco è lento, la Samp si difende e per la Roma è dura. Almeno fino al 35', quando un'azione fluida e lineare porta i giallorossi in vantaggio. Lamela e due avversari giocano all'autoscontro al limite dell'area, la palla rimbalza sulla gamba destra di Munari e arriva in profondità a Destro che, in scivolata, sbatte su Romero in uscita "kamikaze". La sfera torna a Lamela, l'argentino appoggia lateralmente a Florenzi, perfetto assist per Totti e destro vincente: 1-0. Duecentosedici gol in Serie A (agganciati Meazza e Altafini nella classifica di tutti i tempi), 36 candeline spente alla grandissima. "Può avere anche 50 anni, ma resta sempre il più forteeeeee", grida Franco. L'entusiasmo per il Capitano è immenso, come sempre. Dal San Paolo intanto arrivano gustose notizie ("Il Napoli  ha fatto due buchi alla Lazio") e Ivan manda idealmente in archivio il primo tempo: "Ultah yang sangat terindah bagi". Sono parole forti, ma è bene rispettare il pensiero di tutti.

Roma-Samp, 1-0 all'intervallo, gol di Totti. Vi ricorda qualcosa? Ecco. E' bene lasciare da parte il passato e pensare al presente, a tre punti che non devono sfuggire. L'ingenuo Maresca, già ammonito, ad inizio ripresa si rende autore di un secondo fallo d'ammonizione (su Lamela). Rosso, fuori, a casa. Siamo all'Olimpico, in vantaggio di un gol e di un uomo. La situazione ideale per non vincere la partita. E infatti. La tensione si allenta, la Samp (malvagia) ci crede, sale forte l'odor di "frittata". E' il 63' quando Marquinho si fa soffiar palla da Berardi: il terzino, dalla destra, produce un traversone iinnocuo tra le braccia di...Stekelenburg. "Pettata" goffa e molle, palla a Munari, tap in implacabile, pareggio. Il clima nei confronti dell'olandesone non è, diciamo, dei migliori. "Che portiere scarso...", dice Fabio, seguito da Antonio ("Davvero modesto e imbarazzante"), Alessandro ("E' peggio de Doni..."), Marco ("Van Gaal l'ha già sostituito...Zeman che aspetta??") e Giacomo ("Ce vado io a fà il provino da portiere.. ma come se fa???"). Su di noi cala il gelo. Ci sarebbe più di mezzora per segnare uno stramaledetto gol in superiorità numerica, ma le idee latitano, la stanchezza affiora, la Samp in contropiede mette i brividi ("Facciamo diventare Eder una sorta di Messi", sottolinea Mario) e solo un monumentale Leandro Castàn regge la baracca. I dubbi del popolo giallorosso si concentrano sull'uomo del mercato, Mattia Destro. Non particolarmente benevoli i giudizi di Filippo ("Deve annà a giocà a briscola") e Giuseppe ("Destro = morto che cammina"). Vani, inutili, malinconici gli assalti finali. E' 1-1, altri due punti persi per strada.

L'immagine più eloquente è quella di Ciro Ferrara pazzo di gioia in panchina per il brutto scherzetto giocato al "nemico" Zeman. E il boemo? Confuso: un solo cambio all'attivo (De Rossi per Tachtsidis) a fronte di molti giocatori giunti stremati al novantesimo. E ci si chiede se sia normale tutto questo, a fine settembre. "Ma è la preparazione de Zeman o de Ranieri?", domanda Sacha. Gli sfoghi del post gara sono ormai consueti. Si va dai giudizi su singoli ("Sto campione de Destro fa piagne, Balzaretti non azzecca un cross") e collettivo ("Non battiamo 11 contro 10 una neopromossa senza i due attaccanti titolari.. Penosi!") alle aspre critiche ai dirigenti ("Regalare Pizarro perche' non consono al gioco di Zeman e prendere "er moviola greco" rappresenta il capolavoro di Sabatini"), passando per una buona dose d'ironia ("Dopo la vittoria alla grande di Cagliari un pareggio ci sta.....non si può vincere sempre"). Ernesto è laconico: "Che c'annamo a fà a Torino?". Eh sì, tra due giorni ci tocca. Juventus Stadium, l'inferno, la bolgia. Non vorremmo essere nei panni di Zeman quando farà il suo ingresso tra le "amichevoli" mura bianconere.

Di Juve-Roma, dei suoi molteplici contenuti e dei possibili risvolti avremo modo di parlare, da qui alle prossime quarantott'ore. Oggi è un altro giorno, il 27 settembre, speciale per tutti noi romanisti. Trentasei anni fa nasceva il più grande giocatore della nostra storia, un fuoriclasse assoluto che ancora resiste (splendidamente) al peso degli anni e di una magnifica carriera ventennale. Pensieri e parole sono dedicati a lui. L'emblema, il simbolo, il nostro campione infinito. Augurissimi Francesco.