(di Alessio Nardo) Aria fresca, aria sana, a sette giorni dall'Evento con la E maiuscola. La Roma manda in archivio il doppio 2-3 con Udinese e Parma e si gode il ritorno alla vittoria nel match interno con il Palermo. Il tutto, alla vigilia della settimana sportivamente più calda, sentita e passionale per la Città Eterna. Riviviamo il 4-1 dell'Olimpico attraverso analisi e commenti estratti dalla pagina ufficiale Facebook dedicata ai colori giallorossi.
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Roma-Palermo ‘Te lo dico su Facebook’: “C’è chi quattro cannoli li becca, e chi li fa…”
(di Alessio Nardo) Aria fresca, aria sana, a sette giorni dall’Evento con la E maiuscola. La Roma manda in archivio il doppio 2-3 con Udinese e Parma e si gode il ritorno alla vittoria nel match interno con il Palermo.
L'Olimpico, di sera, ha sempre il suo fascino. Nonostante la pioggia ed una Roma totalmente enigmatica. I risultati del pomeriggio (soprattutto uno, indovinate quale...) rendono più intrigante la sfida interna ai rosanero. C'è bisogno di vincere, bisogno urgente, bisogno fisico. Zeman sfodera il suo undici, lasciando a riposo Castàn e De Rossi (entrambi non al meglio) e non potendo contare sull'infortunato Stekelenburg. Spicca l'esordio tra i pali dal 1' di Goicoechea: davanti all'uruguagio, quartetto difensivo composto da Piris, Burdisso, Marquinhos e Balzaretti. In mediana ritrova spazio Tachtsidis, fiancheggiato da Bradley e Florenzi. Davanti, il trio delle meraviglie Lamela-Osvaldo-Totti. Countdown agli sgoccioli, pochi minuti all'inizio dell'incontro. Su Facebook l'obiettivo nel mirino è sempre il solito. Parola a Lavinia ("Ma santo cielo.. PERCHE' TACHTSIDIS? MA PERCHEEEE'?!?!"), Guido: ("Basta co sto greco impresentabile!!") e Giovanni ("Pizarro pregato perchè se ne andasse...poi dobbiamo far giocare Tachtsidis...mah..."). Anche il boemo non è più difeso ad oltranza. Anzi, la contestazione preventiva è tutta nelle parole di Luca ("Lasciare fuori Pjanic e De Rossi è da criminale") e Gabriele ("Un centrocampo da Serie B per un allenatore da Serie B"). Mario è laconico: "Per me fuma".Ma va?? Non manca lo spazio delirio, stavolta autografato Stefano: "Ma perché non fa giocà Mexes??".De Marco fischia, è tempo di Roma.
Stavolta niente partenza a razzo. I primi minuti sono quasi soporiferi, tant'è che l'attenzione generale è più rivolta al contorno, leggasi Christian ("Ma Morganella che c'ha in testa? Pare 'n preservativo.."). La noia vien spazzata via da una fiammata di luce romanista. E' il minuto undici. Lamela filtra per Piris, traversone in mezzo sul quale Osvaldo è in leggerissimo (ma decisivo) ritardo. Totti ci prova di testa una prima volta, Ujkani devia sulla traversa, la ribattuta è ancora una volta preda del Capitano: incornatina vincente, 1-0 ed è solo l'inizio. Gli aggettivi per il numero dieci, dal 1993 ad oggi, si sono pressoché esauriti. Cosa si può dire (di originale) sul conto di un ragazzo di 36 anni che, calcisticamente parlando, ne dimostra almeno dieci in meno? "E' pazzesco. 11 giornate da campione e trascinatore puro", dice Armando. Poi Marco: "Petizione aperta per la clonazione di Francesco Totti!". Magari, si potesse. Magari. Il vantaggio non sembra rassicurare Stefano ("Siamo in vantaggio...quindi perderemo") e Mirko ("Dovemo fanne almeno quattro, così abbiamo qualche speranza de pareggià"). Il Palermo di Gasperini combina pochino, la Roma (al 31') timbra una seconda volta. Rilancio di Piris, Ujkani in uscita si disintegra su Munoz, la palla sgattaiola via e Osvaldo, lestissimo, la spedisce nella porta sguarnita. Sotto la Sud "suona" la mitraglia, ma neanche il 2-0 è sufficiente a placare i timori di Kevin ("Ok, ora può partire la rimonta del Palermo") e Lorenzo ("Nun me fido. C'avete già fregato du volte co sto trucchetto del 2-0..."). Quando si dice, imparare dal proprio passato. Bravi i tifosi più cauti, brava la Roma a non disperdere (per l'ennesima volta) un prezioso patrimonio di gol acquisito sul campo.
Per la verità, il Palermo ci mette del suo, impensierendo assai raramente la retroguardia giallorossa. Tutto funziona bene, nella ripresa ci si inizia anche a divertire nelle ripartenze. Classe e qualità di Erik Lamela incoraggiano i paragoni più azzardati. "Palla al piede negli spazi mi sembra Messi", dice Federica. Calma. Il Coco va a caccia del gol del 3-0, contro il parere di Alessandro ("Non fate segnà Lamela che porta jella"), e finisce per trovarlo al 69'. Totti serve in profondità Tachtsidis, perfetto assist al centro del vituperato greco e appoggio comodo dell'ex River in fondo al sacco. "Quest'anno arriva a 20 gol!! Grande Erik!!", grida Pierre. La festa è quasi completa. Cos'altro manca? Il gol di chi da tempo è a secco e vuol sbloccarsi. Mattia Destro, in campo per Totti a metà ripresa, in sei minuti combina di tutto. Prima si fa ammonire, poi (al 79') sfrutta un meraviglioso servizio in verticale di Lamela saltando in uscita Ujkani e festeggiando il primo centro con la nuova maglia. Già, la maglia. Presa, sfilata, "quasi" tolta con rabbia e grinta. De Marco vede, prende nota, estrae il secondo giallo e caccia Mattia, ancora esultante, ma già consapevole d'aver combinato la frittata. C'è chi lo difende, in questo caso Flavio ("La prima ammonizione non c'era e la maglietta manco se l'è tolta ..arbitro CORNUTO!") e chi invece, giustamente, lo bacchetta, vedi Stefania ("La regola è idiota...ma ci vuole tanto a evitare di togliersi sta cavolo di maglia????"). Resta da annotare, all'84', il bel gol di Ilicic, lesto nell'anticipare Piris, incunearsi in area e battere Goicoechea di sinistro. "Oddio mica finirà 4-4?", dice Federica. No, stavolta niente va storto.
Il 4-1 è un bicchiere d'acqua nel deserto, salutare e rinfrancante. Il saluto finale, rivolto ai cugini, è di Valentina: "C'è chi quattro cannoli li becca, e chi li fa...". La mente d'altronde è già lì, al derby, inutile negarlo. Settimana d'adrenalina pura, sogni e incubi, tensione e sfottò. Domenica arriverà, con essa le ore 15 e il fischio d'inizio dell'unica partita in grado realmente di rilanciare e le ambizioni di questa Roma. Fin qui incostante, strana, imprevedibile. Semplicemente zemaniana.
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