(di Alessio Nardo) "Per voi ? solo una partita, per noi ? la vita". Mai striscione della Sud fu pi? chiaro e sentito. 180 minuti per tornare a scrivere il nome della Roma nella storia. Per la finale, per la decima Coppa, per la stella, per l'Europa. Il primo atto dell'eterna sfida all'Inter va in archivio, tra la soddisfazione d'aver vinto ed il rammarico di non aver guadagnato un vantaggio maggiore. Se ne riparler? in primavera, a met? aprile. Per ora, mezza finale ? nostra. E proviamo a godercela. Riviviamo la sfida dell'Olimpico contro i nerazzurri attraverso analisi e considerazioni del popolo giallorosso di Facebook.
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Roma-Inter ‘Te lo dico su Facebook’: “C’? amarezza anche nella vittoria”
(di Alessio Nardo) “Per voi ? solo una partita, per noi ? la vita”. Mai striscione della Sud fu pi? chiaro e sentito. 180 minuti per tornare a scrivere il nome della Roma nella storia.
Ancora loro, sempre loro. Roma ed Inter, ormai, si conoscono a menadito. Ottavo incrocio in Coppa Italia nelle ultime nove stagioni, senza contare le molteplici sfide in campionato e in Supercoppa. Una classica, che nel passato recente ha regalato gioie (le due finali vinte nel 2007 e nel 2008) e qualche amarezza. Zeman ha la chance della vita: ora o mai pi?. Vincere la Coppa o rassegnarsi all'eterna etichetta di perdente. La formazione ? quella preannunciata alla vigilia. In porta torna Stekelenburg, in difesa Burdisso prende il posto di Cast?n. Il regista ? Tachtsidis, supportato da Bradley e Florenzi ai lati. Davanti, assente Osvaldo, rientra Destro dal primo minuto con Lamela e Totti. A Giovanni, cos? come a molti altri, non soddisfa la soluzione "greca" ("Bradley regista e Marquinho intermedio proprio no eh??"), mentre Danilo vuol stendere un velo pietoso sul valore globale della squadra ("Piris, Tachtsidis, Bradley, Destro...ma con chi giochiamo? Rivorrei la Roma di Spalletti..."). Paolo bastona i contestatori di Panagiotis ("Spero si vinca con gol di Taxi.. forza Taxi io sono con te.. chi ti fischia ? solo un imbecille!!!!"), mentre Fabrizio accoglie col sorriso il ritorno tra i pali di Stek ("Almeno oggi la porta non ? vuota..."). La missione pu? iniziare. Un ostacolo: l'Inter. Un obiettivo: la finale. La Roma parte subito col piede sull'acceleratore.
Intensit?, ritmo, qualit?. Zeman non vuol perdere tempo ed ordina ai suoi di creare e concretizzare il pi? possibile. Al 13' ? gi? tempo di alzarsi in piedi ed esultare. Piris, dalla destra, indovina una parabola perfetta per la testa di Florenzi. Splendida elevazione, precisa incornata che tocca l'incrocio dei pali e s'insacca alle spalle di Handanovic. Ironico l'appunto di Mario ("Per fortuna ha anticipato anche Destro, sinn? quanno segnavamo..."). La prestazione della Roma ? assolutamente "zemaniana", nel bene e nel male. Squadra spettacolare nelle manovre d'attacco, disorganizzata e costretta al costante rischio in difesa. L'elevata qualit? offensiva porta i giallorossi a creare pallegol per inerzia. Al 32' l'azione perfetta. Limpida e lineare. Totti, da destra, fa correre Piris lungo l'out: (secondo) perfetto traversone del paraguaiano e testata fulminante di Mattia Destro. La Roma raddoppia, la Sud festeggia, la finale sembra un pelino pi? vicina. "Un gol alla Drogba!", urla Renato. I principali elogi sono per l'assist-man di giornata. Parola ad Andrea ("Daje mo criticate Piris!"), Sandro ("Serviva l'acquisto di Torosidis pe svej? Piris??") e Paolo ("Toro subito al posto de Balzaretti....Piris titolare tutta la vita!!"). Si sogna la goleada, il poker. O perch? no, la replica del 6-2 di qualche anno fa. "Se vinciamo con meno di quattro gol di scarto non sono soddisfatto. L'Inter fa piagne", dice Alessandro. Com'? abitudine, ci facciamo del male da soli. I nerazzurri, ad un soffio dal 45', rientrano in partita. Cambiasso batte a sorpresa una punizione, Palacio scatta in posizione regolare e gela Stekelenburg, oltre all'Olimpico intero. Si va al riposo sul 2-1, tra i commenti amari di Gaetano ("Avemo preso n'altro gol da un pelato col codino.. che frustrazione")? e Paolo ("Assurdo prendere gol da sta banda di morti"). D'improvviso, una rapida discesa rischia di trasformarsi in ripida salita.
Servirebbe un secondo tempo simile al primo. Almeno nell'approccio. Ma, esattamente come domenica scorsa, la Roma perde energie e lascia spazio solo ad una tiepida illusione. L'atteggiamento collettivo dei primi cinque minuti sembra prometter bene. Poi, pian piano, la lucidit? viene meno, l'intensit? svanisce e la gara diventa brutta. Emergono limiti e difetti individuali, ben descritti da Daniele ("Ma Zamparini invece di mandarci il vero Balzaretti c'ha mandato qualche allenatore da lui esonerato,con la maschera di Balzaretti?"), Giorgio ("Una vergogna tenere in campo Tachtsidis. Zeman la deve piantare, la Roma non ? il suo laboratorio. Teniamo in panchina Marquinho per far giocare questo bradipo...? scandaloso") e Luciano ("Lamela indisponente, annullato da Juan Jesus. Troppi gol hanno dato alla testa..."). Giordano se la prende persino con un Totti stranamente impreciso ("Ma le punizioni deve tirarle per forza lui? S? 3 anni che pia la barriera..."). Per fortuna, l'Inter non ? il Barcellona e la nostra difesa, aldil? di rari brividi, regge e controlla bene. Marquinho, entrato nel finale, prova a ravvivare i suoi, ma ? troppo tardi. Si torna a casa con una vittoria e qualche rimpianto.
Un gol di vantaggio, un match di ritorno da giocare in trasferta, tra quasi tre mesi. Impossibile definire il 2-1 dell'Olimpico con assoluta certezza un "cattivo" o un "buon" risultato. Com'? abitudine, ci si divide. Il partito degli scontenti ? capeggiato da Vito ("Preso l'ennesimo gol da polli, cos? non andremo mai da nessuna parte. La qualificazione ? compromessa"), Claudio ("C'? amarezza anche nella vittoria. Questo risultato non mi d? alcuna garanzia") e Francesco ("Partita vinta 2-1 contro una squadra ridicola. Bisognava vincere tanto a niente. Punto! Secondo tempo ridicolo"). Decisamente pi? soddisfatti Mauro ("In casa o in trasferta per la Roma fa poca differenza. Possiamo fare due gol a Milano come glieli abbiamo fatti oggi") e Mirko ("L'importante ? aver vinto. Almeno fino ad aprile avremo un sogno da inseguire"). Gi?, un sogno. Che rester? vivo a lungo, nella piena consapevolezza di poter andare a Milano a prenderci quel che vogliamo. Ora, "au revoir" Coppa Italia e concentrazione massima rivolta al campionato. La classifica ? brutta (per non dire orrida), andr? corretta e sistemata. Risalire posizioni non ? certo un obiettivo, bens? un obbligo. A Bologna, domenica ore 12.30, dovr? iniziare la scalata.
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