(di Alessio Nardo) E' anche difficile trovare le parole giuste, introdurre l'argomento, parlarne. La Roma, il nostro amore, la nostra fidanzata, mamma, compagna di una vita. Vederla così mal ridotta fa male, malissimo.
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Roma-Fiorentina 'Te lo dico su Facebook': “E' iniziata una nuova fiction: AS Roma Squadra Anticalcio”
(di Alessio Nardo) E’ anche difficile trovare le parole giuste, introdurre l’argomento, parlarne. La Roma, il nostro amore, la nostra fidanzata, mamma, compagna di una vita. Vederla così mal ridotta fa male, malissimo.
Il tunnel della mediocrità imboccato da tanto, troppo tempo non vede luce, poiché è la stessa Roma, intesa come entità globale (societaria e tecnica), a non voler far luce su sé stessa. Si continua, si va avanti così. Digerendo sconfitte, figuracce, fallimenti, prestazioni indecorose. E a dire che va tutto bene, che Luis Enrique è un grande, che nel progetto "tutto ciò era previsto". No, non ci stiamo più. Ok il tempo, la pazienza, l'ideale rivoluzionario. Ma che fosse prevista la mancanza di rispetto verso la maglia, questo no. E' inaccettabile. Non è populismo, è realtà. Il tifoso romanista, quest'anno, ha accettato e sopportato ogni cosa, ogni record negativo. Persino due derby persi. Ma le penose esibizioni allo Juventus Stadium e cotro la Fiorentina debbono tracciare un solco. Una linea di confine. Così non è più possibile andare avanti.
E pensare che appena tre giorni dopo una delle più meschine figure mai fatte in casa della Juventus, i tifosi erano pronti a ripartire. Terzo posto, perché no? Lì, vicino, a portata di mano. Pronto ad esser aggredito, al pari di una Fiorentina, sulla carta, non irresistibile. Dati, classifica, rendimento alla mano. Rivviamo il pomeriggio amaro dell'Olimpico tramite commenti e opinioni del popolo giallorosso di Facebook, sempre presente, numeroso, severo. Stefano, verso le 14, ci fa sapere che "i pecorari sono stati appena surclassati dal Novara". Il miglior viatico per tornare a sognare. Poi, ahinoi, ci si mette Luis Enrique con la scelta degli undici di partenza, e la storia già cambia un po'. Heinze torna in difesa, De Rossi torna a centrocampo. Riappare Greco dal nulla, c'è sempre José Angel lì a sinistra. La presenza dello spagnolo non rassicura granché Massimo ("Cosa ci fa José Angel ancora in campo?") e Pietro ("José Angel dev'essere RADIATO dal calcio"). Valerio prova a vederla con positività ("TOGLI JOSE ANGEL E PARE QUASI UNA FORMAZIONE DE CALCIO!!!"), al contrario, evidentemente, di Vincenzo ("Luis Enrique SPARATE!!"). Poi c'è il "momento mistero", lo inaugura Valerio: "Ragazzi c'è pure Bottadeculo in difesa". Chi è costui? Alessandro sforna una chicca: "Apparte Grego..bella formazione". Ma chi, il figlio segreto di Greco e Gago? Complimenti per la crasi. Ma qui, più che crasi, c'è aria di crisi. Basti leggere i commenti di Francesco ("Piamo sti 4 gol pure oggi và...") e Paolo ("VEDEMO SE PURE OGGI ME DOVETE FA TIRA GIU' TUTTI I SANTI EH !!!!"). E non serve esser veggenti. Questa Roma è una cinica realtà.
Come a Torino, neanche il tempo di mettersi seduti (chi allo stadio, chi a casa davanti alla tv, chi in macchina con la radio accesa) e siamo già sotto. Si, di già. Un paio di minuti e Lazzari, da sinistra, scodella per Jovetic: il montenegrino, noto panzer d'area, ariete implacabile (...), stacca di testa e batte Curci sul secondo palo. La difesa? In vacanza alle Bahamas. Parola a Riccardo ("Ma pure oggi vedo che si inizia bene..."), Maddalena ("Che novità...perdiamo"), Saverio ("Quelle strane sensazioni di deja vu.. ma una difesa no?") e Fatoom ("Se è cominciata cosi... allora come si finisce???"). Risposta: male. Eppure ci sono ottantotto minuti da giocare. Sotto un bel sole primaverile. Si attende una reazione, un sussulto, una scossa, un qualcosa. Niente. Il primo tempo della Roma è imbarazzante, patetico e inguardabile. Giocatori lenti, impauriti, spaesati, senza un'idea. Si viaggia a ritmi da partitelle di calcetto per over 70. "Sembra che stiamo amministrando la vittoria...", dice Simone. Vito ironizza, ma neanche tanto ("Sondaggio: a che minuto la Roma farà il primo tiro in porta? Soprattutto se lo farà?"). Di tiri non se ne vedono. Anzi, sì. Ma verso la porta di Curci, costretto due volte a salvare il risultato (su Jovetic e Cerci). "Curci migliore in campo...che altro dire?", chiede Pietro. Il duplice fischio di Brighi precede i trentacinquemila dell'Olimpico.
Vien da alzare bandiera bianca. Una Roma del genere a questo ti (e ci) riduce. Alla resa preventiva. Sì ok, ci sono altri quarantacinque minuti, il risultato (in un modo o nell'altro) si può ribaltare. Ma già il fatto che una squadra, con la possibilità di andare a -2 dal terzo posto a quattro giornate dalla fine, scenda in campo con una tale mollezza, lascia intendere che le cose non vanno. Un atteggiamento del genere è inammissibile. Però si riparte, ci si attiene all'attualità. Gago toglie il posto a Greco, Marquinho debutta da terzino sinistro in sostituzione di José Angel. La Roma inizia a far qualcosa, a spostarsi in avanti, a "tentare di giocare un po' a calcio". La Fiorentina, forse impaurita, si fa cogliere dal classico braccino e si ritrae, stile Chelsea al Camp Nou. Tutti dietro e ripartenze. Al 71', nel mare di mediocrità, spunta una goccia speciale. La goccia del Capitano, che devia un tiretto innocuo di Gago, ingannando Boruc e trasformandolo in gol. E' 1-1, è l'imponderabile."Giusto così potevamo segnà...", sottolinea Valerio. Giusto. Ma il calcio non è una scienza esatta, e anche giocando da far schifo si può segnare. Dunque, crederci torna obbligatorio. Perché stavolta il risultato conta più di ogni altra cosa. Già, ma mica solo per noi. Anche per la Fiorentina. Ergo, dopo aver accolto l'esordio ufficiale del primavera Tallo (fuori Heinze) e non sfruttato due ghiotte pallegol (con Osvaldo e Totti) veniamo fregati. Come al solito, come sempre. Al 92' Ljajic fa quel che vuole al limite dell'area, tira di destro, Curci respinge, Lazzari raccoglie e la mette dentro. Vince Delio Rossi, naufraga una Roma indecente. "Da vent'anni la Fiorentina non vinceva a Roma, altro record negativo", ricorda Paul. Gianni rincara la dose: "Ma come si fà.. neanche in casa adesso, che vergogna. Pure l'Inter che ha cambiato tre allenatori è davanti a noi". Struggente il realismo di Alberto: "Per fortuna abbiamo raggiunto la salvezza, altro che Coppa dei Campioni...".
Ci si guarda, ci si scrive, ci si parla. Tra noi tifosi, fratelli di sangue giallorosso, impera lo sgomento. Siamo settimi in classifica, con sedici sconfitte stagionali sul groppone, col rischio (concreto) di non disputare una competizione europea per il secondo anno di fila. La logica imporrebbe una presa di posizione forte della società, delle spiegazioni (valide) da parte del tecnico. Niente, il solito deserto. Su Facebook è tempo degli sfoghi. Si va dall'amaro sarcasmo di Fabiana ("Il significato di ASR? A Somari Ritiratevi..."), Francesco ("St'accordo con la Disney funziona da paura...avete riempito de pupazzi la società e la squadra"), Andrea ("E' iniziata una nuova serie televisiva: AS Roma Squadra Anticalcio"), Luca ("Ma che ce importa! Abbiamo fatto più possesso palla! Siamo come il Barça") alla durezza di Paolo ("In 30 anni di Roma mai vista una stagione così vergognosa") e Alessandro ("Squadra senza motivazioni....ma il mental coach strapagato?"). Sino alla provocazione di Pietro: "Speriamo che Luis Enrique e la sua banda di pupazzi abbiano almeno il buon gusto di perdere con il Napoli ed evitarci di vedere la Lazio in Champions League. Almeno quello"). Emblema di un malessere forte. Ormai il fondo lo abbiamo toccato da un po' e ci stiamo divertendo a scavare. Di certo una Roma del genere, così brutta, lenta, goffa, ridicola, patetica e scandalosa, non se la merita nessuno.
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