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Roma-Chievo ‘Te lo dico su Facebook’: “Un film gi? visto. Serve un allenatore alla Mazzarri”

(di Alessio Nardo) Per capire questa Roma forse non basterebbe neanche un blasonato team di psicologi. Caso clinico troppo complicato, irrisolvibile, da spedire nell’elenco dei rebus eterni. Non c’? verso di cambiare le cose, di...

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(di Alessio Nardo) Per capire questa Roma forse non basterebbe neanche un blasonato team di psicologi. Caso clinico troppo complicato, irrisolvibile, da spedire nell'elenco dei rebus eterni. Non c'? verso di cambiare le cose, di godersi un minimo di coerenza e stabilit?. No. Dopo l'esaltazione, arriva il crollo. La beffa improvvisa che dal cielo ti riproietta sulla terra. Siamo qui, solo quattro giorni dopo l'exploit di Firenze, a commentare il ko interno col Chievo dei Puggioni, dei Papp, dei Dram?, degli Stoian. Un simpatico branco di mestieranti pallonari venuto a far la voce grossa nella Capitale. Esattamente come i vari Zanon, Capuano, Togni e Sforzini, solo due settimane fa. Riviviamo la desolante serata dell'Olimpico attraverso analisi e commenti del popolo giallorosso di Facebook.

Com'? bella la gente romanista, pur nelle sue mille sfaccettature. Tanti innamorati sempre pronti a scordare i disastri del passato e lottare al fianco della squadra per l'ottenimento di un traguardo minimo, la qualificazione in Europa League. Roma-Chievo, per noi tutti, ? una piccola finale. Un passaggio cruciale utile a blindare il quinto posto e chiss?, mirare al quarto. C'? voglia, c'? speranza, c'? l'ottimismo immancabile. Ma c'? anche la Roma. Magica sia nel legittimare i sogni che nel distruggerli. C'? Andreazzoli, l'uomo dei 2 punti di media a partita. Il Normal One che ogni tanto si traveste da Special e cade nel burrone. Contro i veneti di Corini, quasi salvi, si torna alla difesa a tre. Davanti a Lobont ci sono Marquinhos, Burdisso e Cast?n. Sulle fasce spazio a Piris e Dod? (preferiti a Torosidis e Marquinho), in mezzo al campo De Rossi e Pjanic. Capitan Totti agisce da trequartista, a supporto del duo Destro-Osvaldo. Restano perplessi Fabio ("Ma andavamo tanto bene col 4-2-3-1 ....mah vabb?") e Matteo ("La cosa brutta ? vedere Piris in campo.. non riesco a farmelo piac? sto giocatore.. Torosidis ? nettamente pi? forte"). Molto critici anche Mauro ("Eccolo l?, Andreazzoli deve f? il fenomeno. Ma che bisogno c'? di fare tutti sti cambiamenti??") e Sergio ("Spero di non dover rimpiangere nulla a fine partita. Questa formazione non mi piace e non possiamo permetterci di non vincere"). Parole sante. La serata, ahinoi, va come va.

E' un vecchio ritornello, sempre attuale. Il livello della prestazione della Roma s'intuisce sin dai primi minuti. Ed ? vero. Non c'? la stessa partenza aggressiva e convinta ammirata contro il Siena. Non c'? il furore, la voglia di strappare il pallone all'avversario, il desiderio ardente di gonfiare la rete. C'? un accademico e candenzato ticchettio, privo di forza e sostanza. De Rossi e Pjanic non hanno vitalita n? fantasia, i due esterni peccano in qualit? e carattere. Il solito Totti, costantemente attorniato da avversari, prova ad accendere la luce. Ma senza brio e dinamismo attorno, persino il Capitano pu? poco. Destro e Osvaldo, aldil? di presunti problemi di convivenza tattica, non sembrano in giornata. Il Chievo che fa? Attende e riparte, sfruttando la maggior fisicit? a met? campo (i muscoli di Cofie bastano a sovrastare la fragile concorrenza) e la tecnica in velocit? di Thereau e Stoian. Per fortuna, Marquinhos e soci fanno buona guardia e si rischia poco. Sul destro di Osvaldo capita la miglior occasione dei primi 45'. L'italoargentino, ben servito da Piris, "consegna" gentilmente il pallone a Puggioni, strozzando in gola l'urlo della Sud. Si va al riposo tra le crude analisi di Luca ("Pjanic che sbaglia ogni santo passaggio voto 1, Destro che sta immobile non salta manco per prenderla di testa voto 3"), Fabrizio ("Chi ci dava 20 milioni di euro per Pjanic???? Sbrigamose a impacchettajelo con il fiocco rosa") e Alessio ("Loro co Stoian fanno reparto noi 50 attaccanti riusciremo a fa un'azione? Mettete Torosidis che Piris a Drame' je arriva ar ginocchio"). La speranza non muore, ma il timore ? che sia una di quelle giornate l?. Storte, stregate, maledette.

Totti suona la carica e la Roma tenta di invertire la rotta nella ripresa. Qualche buon presupposto viene alla luce, Puggioni dice di no ad un'incornata di Destro sugli sviluppi di un corner. Ma ? poca roba. Poca, pochissima sostanza. I difetti sono gli stessi di sempre, accentuati da freschezza e serenit? di un Chievo s? salvo, ma decisamente pi? determinato (tanto per fare un esempio) del Bologna visto all'opera con la Lazio. Manca rapidit? (d'idee e d'esecuzione) nello sviluppo dell'azione, e soprattutto non c'? immediatezza nel recupero di palla. La Roma finisce per trascinarsi stancamente, tra nervosismi e malinconie, verso un risultato gi? scritto. Florenzi prende il posto di Piris, Lamela e Bradley sostituiscono Pjanic e Destro. Dall'incubo non si esce. Anzi, la tristezza di un pareggio si tramuta in devastazione morale al 90', quando una letale ripartenza ospite porta Dram? al traversone da sinistra e Thereau alla conclusione vincente sottomisura. Finisce 0-1, l'Europa ? di nuovo lontana. Stramaledettamente lontana. Legittimi gli sfoghi di Daniel ("Molti si erano illusi sabato sera, ma il gioco penoso si era visto e non ? cambiato niente... facciamo veramente pena..."), Massimiliano ("Che schifo.. spero confermino Andreazzoli. cosi ho la scusa per disdire tutto e disintossicarmi dal calcio..") e Gabriele ("E' un film gi? visto, le solite femminucce che crollano sul pi? bello. Serve un allenatore cattivo, alla Mazzarri. E' l'unica soluzione per uscire da sto tunnel, spero che finalmente Sabatini e Baldini l'abbiano capito"). Chiss?, sarebbe bello scoprirlo. L'attesa durer? almeno altri venti giorni.

Questo fatidico lasso di tempo che determiner? qualcosa. Il nostro futuro, sia immediato che a lungo termine. Europa, Coppa Italia e allenatore. Tre fasi distinte, tre passaggi obbligati per capire cosa sar? la Roma del prossimo anno. Se dovremo andare in giro per il continente sognando una finale internazionale, se ci scontreremo con la Juventus in Supercoppa Italiana, se potremo aspirare alla costruzione di una grande rosa, in base al prestigio e al nome del tecnico scelto. Abbiamo fame di sapere, vogliamo conoscere il nostro avvenire. Serve pazienza. Ora non ci resta che rielaborare le tristi sequenze di Roma-Chievo, l'ennesimo scempio. Consapevoli dei nostri atavici limiti e delle nostre potenziali (grandi) imprese. Dopo l'esaltazione arriva il crollo, dicevamo all'inizio. E dopo il crollo, di solito ci si rialza. Chiss? che domenica a San Siro il destino non ci regali una serata da sogno. E' l'unica certezza di una lunga stagione: questa Roma pu? tutto, nel bene e nel male.