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Roma-Catania 'Te lo dico su Facebook': “Palazzi…solo tu ce poi salvà!!”

(di Alessio Nardo) Gli ingredienti per una serata di festa c’eran tutti. L’ultima stagionale in casa, l’addio di Giorgio Rossi dopo 55 anni di onorato servizio, il traguardo delle 500 gare in Serie A tagliato da Francesco Totti.

Redazione

(di Alessio Nardo) Gli ingredienti per una serata di festa c'eran tutti. L'ultima stagionale in casa, l'addio di Giorgio Rossi dopo 55 anni di onorato servizio, il traguardo delle 500 gare in Serie A tagliato da Francesco Totti.

Mancava solo l'ultimo tassello: la vittoria. Da raggiungere contro un Catania privo di qualsiasi obiettivo di classifica, a differenza della Roma, ancora impegnata in una difficile (ma tutt'altro che impossibile) rincorsa all'Europa League. E invece niente, nada de nada. Il risultato finale è amaro, e stavolta è persino ingeneroso prendersela coi nostri ragazzi, forse mai così combattivi e vogliosi nell'arco di questa lunga stagione. Riviviamo la serata dell'Olimpico attraverso commenti e analisi del popolo giallorosso di Facebook.

Ultimo giorno di scuola "casalingo". Davanti alla Sud, impeccabile e straripante di passione. Come sempre. Per Luis Enrique forse è l'ultima gita "romana", ed è lui il primo a voler salutare il pubblico con un successo prezioso e rinfrancante. Arriva l'annuncio dell'undici titolare: in porta torna Lobont, Kjaer ed Heinze agiscono al centro della difesa, Taddei e Marquinho ai lati. In mediana riecco il trio "meraviglia" Gago.De Rossi-Pjanic. Davanti, ai lati di Totti, spazio a Borini e Osvaldo. "Sta pippa de Borini.." è Matteo a partire subito con slanci d'ottimismo."Lamela no ve? Mah..", chiede Marco. "Lamela è squalificato", dice Walter. Ma quando mai. E' in panchina. Si riaccende l'incomprensibile livore nei confronti del portiere romeno: "Che palle sto Lobont", firmato Marcolinho. Mah. Non manca il disappunto per l'arretramento di Marquinho sulla linea dei difensori (esperimento, tra l'altro, già provato nel secondo tempo con la Fiorentina), almeno leggendo le opinioni di Simone ("Marquinho è l'unico che s'inserisce in area..ma sì, allontaniamolo dalla porta!") e Pierluigi ("Visto che siamo alle ultime giornate, perché non provare anche Totti centrale di difesa???"). Ma c'è la partita, c'è il Catania, ci sono tre benedettissimi punti in palio. A lanciar forte il grido di battaglia ci pensa Paolo: "Daje prendiamoci l'Europa League!". Ecco.

L'autogufatio proseguirà poco dopo. Inizia il match e, incredibile ma vero, la Roma è subito intenta a produrre delle azioni di calcio. Persino belle. Al 3' Osvaldo e Totti dialogano, il Capitano filtra in area un gustoso pallone per Pjanic che la mette fuori. No problem. Marianna carica a mille il numero dieci: "Dai capitano, festeggia ste 500 presenze con un bel golletto. Magari su rigore...".Ariecco. All'8' troviamo la soluzione inaspettata. L'arbitro Peruzzo di Schio (a proposito, dov'è Schio??) ci fischia un penalty a favore. Carrizo esce a vanvera, Borini va a terra nel contrasto con due avversari. Va Totti dagli undici metri, Carrizo respinge, il tapin del Capitano finisce dritto in Curva Nord"Capità, ma provare a cambiare l'angolo dove tirare i rigori???", chiede Giacomo. Claudio ironizza: "Totti sbaglia il rigore? E' colpa de Luis Enrique...Se ne deve annà". Persino DiBenedetto in tribuna smarrisce il suo classico aplomb statunitense, facendosi sfuggire un labiale inequivocabile: "A FRANCEEE' TEPOSSINAMMAZZA' LO DOVEVI SEGNAAA'!!'". Ha proprio detto così eh. In ogni caso la partita prosegue. La Roma gestisce, il Catania riparte in contropiede. La cosa più bella del primo tempo? La firma Gago. L'argentino, a na certa, da fuori area trova un po' di spazio per tirare...e ci prova. Per strani e incomprensibili motivi il tentativo non scaturisce la solita mozzarella scaduta e maleodorante, bensì il tiro più bello, forte, preciso e ad effetto della storia. Che ovviamente Carrizo, da novello Jascin, con le sue mani enormi, devia in calcio d'angolo. Il primo tempo si chiude a reti bianche. "Aò è più interessante il figlio di Piero Angela su Rai 3. Cambiate canale...", suggerisce il puntualissimo Jason.

E invece è il caso di continuare a seguirla, sta partita. Perché nella ripresa, Roma e Catania fanno sul serio e iniziano a mollarsi degli squillanti sganassoni a vicenda. Al minuto 52', ecco la luce. Gago, dal limite, non se la sente di lanciare un altro scaldabagno verso Carrizo e appoggia corto in direzione Totti. Il quale si sposta leggermente sul centrosinistra e fa partire un tiro forte, maleducato e anche un po' coatto. Gol capolavoro, sintesi di intelligenza, tecnica, geometria e potenza. Carrizo stavolta non può nulla. "C'è solo un Capitano, e per fortuna anche un solo Kjaer....", dice Massimiliano. Povero Simon, cosa rimproverargli oggi? Stavolta è il compagno di reparto a combinarla grossa. O meglio, è la Roma intera a dimostrarsi ancora una volta inadeguata alla gestione del vantaggio. Al 56' Osvaldo perde banalmente palla al limite dell'area rossazzurra, il Catania ribalta il fronte. Barrientos, da destra, entra in area. Heinze lo stende al tappeto con precisione millimetrica. E vuoi che non sia rigore? Lo è.Lodi fredda Lobont e siamo da capo a dodici."Grande Heinze...sempre gli stessi errori...", sottolinea amaramente Francesco. "Quanti punti ci ha fatto perdere Heinze quest'anno?? E la colpa è sempre di Luis Enrique...", afferma Pasquale. Ma d'altronde, che importa? Si riparte. La Roma è mai crollata dopo un gol preso, quest'anno? Sì, sempre. Ha dimostrato solidità di nervi nei momenti delicati? No, mai. Appunto.

Al 67' punizione concessa al Catania lungo il fronte destro. I ragazzi di Montella battono velocemente, eseguendo lo schema: assist all'indietro verso l'accorrente Marchese, sinistro vincente e gol del 2-1. La Roma? Immobile. Tutto troppo semplice, per loro. Tutto troppo brutto, triste e malinconico per noi. Questi i commenti di Jessica ("Cioé Marchese c'ha segnato non se po sentììììì"), Francesco ("La difesa è da rifare da zero...famo troppo pena") e del redivivo Jason ("Chiamate Delio Hulk Rossi che li massacra di botte!!"). Malinconicamente realistica l'analisi di Massimiliano ("Quando c'era Spalletti, sapevi che la Roma prima o poi avrebbe segnato. Con Luis Enrique sai che prima o poi l'avversario segnerà"). Dalla gioia al baratro, dalle stelle alle stalle. Di nuovo. L'Olimpico si ricopre di ghiaccio, sembra l'alba di un'ennesima disfatta, l'ultima, almeno in casa. E invece no. La squadra, quantomeno, tira fuori un po' di orgoglio e attributi. Non ci sta a perdere, ci prova. Con Bojan, entrato in precedenza al posto di Osvaldo, e Lamela (per Borini). E con Pjanic, che al 77' dialoga di classe e forza con Marquinho, prima di servire un dolce assist a Totti. Il Capitano, nel cuore dell'area, non può sbagliare. E' 2-2, doppietta, e c'è (ci sarebbe...) spazio per andarla a vincere. "Dai adesso prendiamone un altro..", provoca sarcasticamente Matteo. L'altro proviamo a farlo, semmai.

Ma Carrizo è strepitoso, ci nega tutto il negabile. Roba che neanche Storari. Un destro a giro spaventoso di Bojan (deviato sul fondo), un tiro di Pjanic in progressione centrale (respinto in corner), un sinistro di Lamela lanciato in porta (ribattuto di piede). Insomma, non c'è verso. C'è anche un rigore netto su Bojan, ma Peruzzo rimembra l'assegnazione generosa del primo tempo, ed evita il "bis". Primo caso assoluto di squadra danneggiata da un errore arbitrale a proprio favore. Matteo rincara la dose: "Daje la difesa sta in astinenza.. è ora di prenderne n'artro". Almeno quello, il 2-3, riusciamo ad evitarlo. Ma non basta. Alla Roma servivano tre punti per dare ancora un senso compiuto a questo campionato giunto ormai ai titoli di coda, ed è sopraggiunta un'altra grossa delusione. Marco è estremamente cinico: "Dai che stiamo per battere un altro record.. senza Europa dopo 15 anni". A meno che l'Inter non crolli sia nel derby che con la Lazio (ipotesi difficile...) e che la vicenda relativa al calcioscommesse non rivoluzioni la classifica finale di Serie A. A tal proposito, Alessio ricorda: "Palazzi...solo tu ce poi salvà!" e Stefano dedica al procuratore federale un coro, diciamo così, d'incoraggiamento: "PORTACE PORTACE PORTACE IN EUROPA! OOOOOH PALAZZI PORTACE IN EUROPA!". Non il massimo della vita. Ma il presente, ahinoi, dice questo. Sperando che il futuro sia migliore e splendente.

E non c'è futuro senza memoria e rispetto del passato. Nella sera in cui Montella torna all'Olimpico da avversario, Totti fa 500 (e 215 gol) in A, un altro grande della nostra storia se ne va, ci lascia, in grande stile. Giorgio Rossi, 82 anni, massaggiatore della Roma dal 1957, va ufficialmente in pensione. La gente romanista, quella vera, è tutta per lui. Un'istituzione, un gentiluomo, un grande lavoratore ed un romanista eccelso, che ha sempre onorato con passione, classe e stile i colori del suo (e del nostro) cuore. Da Facebook i pensieri più belli di Massimiliano: ("L'unica cosa degna di essere vista stasera"), Ketty ("Ciao Giorgio mi mancherai"), Giordano ("Grande Giorgio!"), Dante ("Ti ricordo da sempre e per sempre sarai una bandiera giallorossa nei nostri cuori. Ciao MITICO Giorgio Rossi"), Pierluigi ("Da quando sono romanista Lei Sig. Giorgio è stato l'unico ad essere GRANDE! Per me un simbolo di valore. Grazie è poco..."), Andrea ("A giorgione man do vai...e resta nantro po!! Sei er mejo"). Già, er mejo. In senso assoluto. Immenso Giorgio, un grande abbraccio. E ovviamente, grazie di tutto.