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Lazio-Roma ‘Te lo dico su Facebook’: “De Rossi vergogna di questa città”

(di Alessio Nardo) Un’altra perla da incorniciare in questo biennio di soli scempi. La Roma, nel derby, tanto per cambiare, riesce ad infilare un altro record negativo (non si contano più, da un po’ di tempo a questa parte).

Redazione

(di Alessio Nardo) Un'altra perla da incorniciare in questo biennio di soli scempi. La Roma, nel derby, tanto per cambiare, riesce ad infilare un altro record negativo (non si contano più, da un po' di tempo a questa parte). Tre sconfitte di fila contro la Lazio non si verificavano da sedici stagioni, un'eternità. L'ultima volta nel 1997-1998, con Zeman e la famosa striscia di quattro ko consecutivi. Sembra di rivivere quei giorni. Roma lunatica, discontinua, imperfetta, dannatamente zemaniana. Lazio semplice ed essenziale, di nuovo felice ed esultante dopo i due trionfi della passata stagione. Riviviamo il deludente pomeriggio dell'Olimpico attraverso commenti ed opinioni del popolo giallorosso di Facebook.

L'aria dell'immediata vigilia? Frizzantina. C'è voglia, c'è speranza. Il tifoso romanista non molla mai, figuriamoci prima di un derby, con tanti potenziali obiettivi da raggiungere. Due su tutti: scavalcare i cugini in classifica e spedire Totti (con due soli gol) in testa alla graduatoria dei marcatori di sempre nelle stracittadine. Buoni auspici, ancor più concreti ad un'ora (circa) dall'inizio della gara, quando mister Zeman sciorina l'undici iniziale. Mancano Stekelenburg, Castàn e soprattutto Tachtsidis, la cui assenza viene accolta quasi come un gol."Ohhhhhhhhhh il greco in panchina...questa è na bella notizia...!!! daje Romaaaaaaaaaaaaaaaa", grida Alessandro. C'è chi ironizza sul boemo, in particolare Tiziano ("De Rossi in campo, Tachtsidis fuori. Zeman è uscito dal letargo?") e Paul ("MIRACOLOOOOOOO S'E' SVEJATOOOOOOOOO"). All'immotivato grido di "DAJE SIMPLICIO!!!!" di Tony il conto alla rovescia si ferma. Sotto una pioggia incessante, Lazio e Roma scendono in campo. E' ora.

Diluvia sull'Olimpico, persino i riflettori giocano un brutto scherzo ai ventidue in campo. Giusto il tempo di ricordare a Lotito "di pagare la luce" e via, si riparte. In ogni dramma (sportivo) che si rispetti, non può mancare l'illusione. L'attimo atroce che ti proietta in un paradiso virtuale, ancora lontano una valanga di minuti da quello reale. Al 9' Totti scodella da corner, Lamela si libera con forza della marcatura di Lulic e di testa fa un'altra volta gol. Il settimo nelle ultime sei partite. Roba da Cavani. "Semoga gol terus bertambah!!!", sentenzia Maman in lingua ignota. Ludovica è più chiara. O meglio, si dichiara al Coco: "ERIK IO.....IO.. IO TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOO". Derby in discesa? Come no. L'Olimpico pian piano diventa il Tardini, il terreno sembra impraticabile. E lo diventa, per la Roma, che non riesce più a mettere in fila due passaggi. Non per la Lazio, perfettamente a suo agio nel guano. Come il Parma, del resto.

Dopo dieci minuti di pressing abbondante nella metà campo giallorossa, arriva lo schiaffone. Che sa tanto di beffa. Candreva, al 35', sottrae una punizione ad Hernanes, calciandola di potenza. Goicoechea si esibisce in ciò che tecnicamente oseremmo definire una porcheria calcistica, lisciando la respinta di pugno e osservando la sfera entrare. "Che papera...", dice Luca. "E criticavamo Stekelenburg...", sottolinea uno sconsolato Mirko. Candreva, da noto ultras giallorosso qual è, vola a mostrare il petto sotto la Nord. Non è finita, perché al 43' c'è gloria anche per Klose. Il tedesco, in area, sguazza a meraviglia tra le maglie difensive (?) della Roma, sfruttando un assist di Hernanes per battere il buon Goico. La sequenza degli orrori potrebbe anche esaurirsi qui, almeno per i primi 45', ma non è così. Agli sgoccioli, l'arbitro Rocchi estrae il rosso e caccia fuori lui, Daniele De Rossi, il presunto leader, Capitan Futuro, l'anima di una Roma che non c'è. Motivo? Una stupida e ingenua manata in faccia ai danni di Mauri. Stavolta, nessuno è disposto a perdonare la follia di Daniele. Questi i pareri di Emanuele ("Dopo oggi può fare anche le valige per me"), Riccardo ("De Rossi vergogna de sta città!!! se ne andasse via a Gennaio!!") e Dario ("Vergogna De Rossi!!!! Sempre la stessa storia!!! Mai un derby giocato bene!!!! Uno dei giocatori più pagati della Serie A!!!"). Il derby è a metà, e siamo già alle sentenze.

Nei quindici minuti d'intervallo (anzi venti, visto il comodo ritardo dei giocatori laziali nel rientrare in campo) si pensa a tutto. Prima allo scempio degli ultimi dieci minuti del primo tempo, poi alla ripresa. Al passato, al fatto che Zeman un derby in dieci uomini riuscì a recuperarlo, alle parole di Liedholm sui presunti vantaggi nell'avere un uomo in meno. Tutto, tutto il possibile per allontanare l'ipotesi dolorosa di un'altra sconfitta contro la Lazio. A riavvicinarla, maledettamente, ci pensa un altro incauto protagonista dell'orrido pomeriggio: Ivan Piris. Assist perfetto di testa a Mauri (!) al secondo minuto di gioco, gol del 3-1 e gara in ghiaccio."Cos'altro deve fare Piris per dimostrare che è il terzino più scarso del campionato??? Ancora lo famo giocà???", sbraita Marco. Sgomento, incredulità, anche un po' di schifo. Tanto per migliorare le cose, non c'è più Lamela in campo (sostituito da Tachtsidis), ergo la qualità della Roma è pressoché azzerata, vista la giornata non scintillante di Totti e Osvaldo. Gli ultimi cambi sono Marquinho e Pjanic (fuori Florenzi e il Capitano). Ci si avvia  a stento verso un finale amaro, ma tutto sommato scontato.

E invece no. Come detto in precedenza, le maledizioni perfette hanno bisogno dei momenti d'illusione. Quegli attimi in cui si spera persino nel miracolo. A cinque dalla fine si torna in parità numerica (espulso Mauri) e sugli sviluppi di un calcio di punizione, Miralem Pjanic beffa Marchetti con una parabola perfida e letale. Manca un pezzetto di partita e il 3-3 non è poi così lontano. Loro mostrano paura, noi (purtroppo) siamo divorati dalla confusione. Non si azzecca un solo lancio sino all'ultimo minuto di gioco, il 93', quando Bradley scaraventa un pallone meraviglioso in area. Osvaldo e Marquinho volano in direzione della sfera, Marchetti è già impotente, pronto all'inevitabile. Il tiro, scoccato da chi non si sa (forse da entrambi), termina ad un soffio dal palo, tenendoci in gola un urlo che avrebbe devastato i timpani di ogni nostro vicino. Quell'urlo resta dentro, sommerso dalla rabbia. Sarà per un'altra volta, ma è difficile accettare l'amarezza. Soprattutto per noi, che un tempo i derby quasi ci stancavamo di vincerli.

Sgomento, totale amarezza, classici scenari da post partita. Ormai nessuno sfugge alla contestazione. Ed è giusto così, perché da ormai due anni la Roma è solo questo. Delusioni, sconfitte, appuntamenti mancati.Un bell'aereo che non decolla mai. Lo scorso anno i colpevoli erano Luis Enrique, Kjaer e José Angel. Oggi ce la prendiamo con Zeman, Piris, Tachtsidis. Poco cambia. Commenti sparsi, opinioni varie, da parte di Flavia ("Zeman me raccomando, Pjanic non lo fa giocà mai eh...! Ma quando te dimetti?!?"), Luca ("Ormai nn esulto manco più ai vantaggi tanto perdemo sempre!!"), Mauro ("Il solito 2 a 3..... un grazie speciale a DDR che riesce sempre a fare la differenza!!!"). Il più eloquente è Franco: "Baldini, Sabatini, Zeman...che siate maledetti".Ripartire? Sì, si ripartirà. Contro il Torino, all'Olimpico, lunedì prossimo. Con i soliti equivoci, con gli stessi problemi. Immersi in un lungo incubo che sembra non voler finire.