(di Alessio Nardo) La cosa più triste è che stavolta, in fondo, ce l'aspettavamo. D'altronde sei la Roma, hai perso quattordici partite in stagione e vai a giocare in casa della capolista imbattuta. Dopo aver preso schiaffoni ovunque in trasferta.
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Juventus-Roma 'Te lo dico su Facebook': “Progetto Barça riuscito, ogni trasferta è n'imbarçata”
(di Alessio Nardo) La cosa più triste è che stavolta, in fondo, ce l’aspettavamo. D’altronde sei la Roma, hai perso quattordici partite in stagione e vai a giocare in casa della capolista imbattuta. Dopo aver preso schiaffoni ovunque...
Prima il Cagliari, poi Atalanta e Lecce. Infine, la Juventus. La sagra del poker si arricchisce di un nuovo capitolo, tanto inevitabile quanto doloroso. Altro che cabala, altro che grandi numeri. La realtà del calcio è spesso cinica e crudele. E la solita Roma molle, svagata e disattenta, di certo, non poteva costituire un ostacolo temibile per la "perfetta" Juve di Antonio Conte.
La serata non promette nulla di buono fin dal suo avvio. L'atmosfera che circola sulla pagina ufficiale Facebook targata AS Roma è di sana cautela. Almeno sino all'annuncio dell'undici iniziale scelto da Luis Enrique. Fuori Totti, dentro Perrotta (!) trequartista, piazzato in marcatura su Pirlo. Si ritorna alle "stravaganze" d'inizio anno, sottolineate dai commenti di Simone ("Stamo nelle mani de un pazzo....CACCIATELO VIA!!!!") e Fabrizio ("Ma perchè deve sempre stupire con queste pagliacciate??") Che poi se ci pensiamo, l'avvicendamento tra il Capitano e Super Simo è forse la scelta più logica dell'asturiano. Quel che non convince è l'introduzione di alcuni singoli, inadeguati ad un contesto così caldo e rovente. Lasciar fuori Heinze? Un azzardo. Così come escludere di fatto De Rossi dal confronto diretto coi mediani juventini. Lasciare Pjanic, Gago e Marquinho al cospetto di Vidal, Pirlo e Marchisio, sulla carta, è un suicidio. E tale si rivela.
Comunque, si parte. Dopo aver ascoltato le note dell'orripilante inno juventino (non ce ne vogliano i tifosi bianconeri, né l'autore del brano, ma "Juuuuuve storia di un grande amooooore" fa veramente schifo...), le squadre entrano in campo e la palla va al centro. Ecco, fin lì tutto bene. Perché almeno a partita "non ancora iniziata" riusciamo a conservare lo zero a zero. Poi Bergonzi fischia, e son dolori. Proviamo a sperarci, a vedere che succede. Se davvero sta benedetta legge dei grandi numeri vive e lotta assieme a noi. Macché. Ma quando mai. Neanche il tempo di mettersi seduti davanti al televisore che Conte e la sua chioma fluente (detta anche "parrucchino") sono già dispersi in qualche settore della tribuna ad esultare. Azione lineare al 4': Vucinic allarga a sinistra per De Ceglie, cross rasoterra in area e mancino vincente di Vidal. La Juve va in gol, la Roma va in bambola. "Ce mancava il gol de un bagnoschiuma!!", grida Eugenio. Malinconici profeti si rivelano Giorgio ("Mi ricorda qualche altra trasferta! Prepariamoci alla grandinata"), Lorenzo ("Dai che finisce come a Lecce...") e Maria ("Vai cominciamo e 1 ...quanti ne arriveranno? 4 e a casa? E vai"). Non serve aspettare molto, la Juve è sola in campo.
Una ripartenza veloce al 7' consente al liberissimo Vucinic di appoggiare a Vidal, leggermente spostato sul centrodestra: bolide sul secondo palo, Stekelenburg la sfiora ma non può nulla. E' 2-0, neanche il tempo di illudersi un po'. No, questa Roma non dà adito a sogni proibiti. "Grazie Luis, 8 minuti e potemo pure cambià canale! Quanta amarezza!", sottolinea Francesco. Gli risponde Gian Marco: "Il problema non è l'allenatore, è che in difesa abbiamo De Rossi più tre modelli di intimo maschile". La differenza di mentalità tra le due squadre è imbarazzante. La Juve si traduce in concentrazione massima, compattezza, velocità, fisicità. La Roma? Definirla squadra fa quasi ridere. Undici persone messe in campo senza una logica né un senso, col destino segnato in partenza. Come nei peggiori film horror, al 27' la partita finisce del tutto. Stekelenburg esce a valanga su Marchisio in area. Contatto, rigore, rosso, disastro. "Ma possibile che questo come esce viene espulso?", si chiede Giancarlo. Pare di sì. Esce Borini e...toh, chi si rivede: Curci, di nuovo tra noi. Il buon Gianluca prova a regalarci una piccola gioia, respingendo il rigore di Pirlo. Ma persino la sorte si rivela cinica e infame, ed il regista juventino può replicare comodamente in rete. "Ao ma l'aveva detto che non firmava per il pareggio eh!", dice ironicamente Luca. Più amara la riflessione di Davide: "Stasera sto provando Vergogna. Credo di aver detto tutto. Ho contato i "non si può" che blateravo dentro di me. Saranno stati una trentina". Non è finita qui, ahinoi.
Per la prima volta dopo una vita, durante l'intervallo proviamo quella sensazione di vuoto e inutilità. Ma che lo giochiamo a fare il secondo tempo? Non possiamo finirla qui? Conservare il 3-0 diventa quasi un desiderio. Pura malinconia, ma tant'è. E scivoliamo nel baratro psicologico quando Marchisio va a segno al 52'. Sono quattro, come a Cagliari, Bergamo e Lecce. Ma stavolta siamo a Torino contro la Juve, mancano quaranta minuti e di fronte non ci sono i "romanisti" Colantuono e Cosmi, che ordinarono ai giocatori di fermarsi per rispetto. No, c'è Conte. Che se volesse, potrebbe farcene nove sghignazzando sotto i baffi (e parrucchino). E invece, persino il buon Antonio s'intenerisce. Così come i giocatori della Juve, che iniziano a trotterellare, evitando di umiliarci a fondo. Oppure umilandoci nel modo peggiore, dipende dai punti di vista. A chiudere "degnamente" la serata ci pensa il neoentrato Lamela, sputacchiando addosso al provocatore Lichtsteiner. In arrivo prove tv e squalifiche. Vien quasi da dire chissenefrega. Sul piatto, al triplice fischio, resta l'ennesimo devastante naufragio.
Che altro sottolineare? Nulla. In questi casi (ormai sempre più frequenti) bisogna solo lasciare spazio alla sovrana voce del popolo. Che rabbiosa si scatena su squadra e, soprattutto, allenatore. Si va dal sarcasmo di Alessio ("DAJEEEE PURE L'ANNO PROSSIMO TUTTI CO LUIGI ENRICO DAJEEEE") e Marco ("Progetto Barça riuscito, ogni trasferta è n'imbarçata") alle domande di Fabio ("Quante umiliazioni dovremo ancora subire?") e Simona ("E' possibile che stì americani non la pensino come tutti noi? mi sorge un dubbio: gliene fregherà qualcosa?"). Sino agli sfoghi. I più amari e incisivi da parte di Ernesto ("Squadra e Societa' virtuali, nessuno alza la voce, nessuno si fa sentire, ne' in campo, ne' per gli errori arbitrali, ne' i tifosi tutti infatuati del proooogggettooooo. Mi raccomando: neanche un piccolo rimprovero ai giocatori si potrebbero offendere, non una miserabile contestazione, potrebbero avercela a male") e Fabio ("Me ne frego dei giovani, della Disney, dell'amichevole in America, del tichitaca, del possesso palla, delle trasferte in giornata, del Cuore Sole, dei biglietti a pacchetto, dello stadio col ristorante. Vogliamo vincere, e se l'avversario è più forte almeno perdere a testa alta!!! Ostaggi di una società che continua a considerare intoccabile un allenatore pessimo che sta rendendo ridicola una maglia gloriosa!"). Aggiungere altro? Sarebbe superfluo.Se non un gran Forza Roma. Dal cuore, ora più che mai.Sperando che l'Olimpico si confermi teatro della resurrezione. Con Fiorentina e Napoli vige l'obbligo (morale) dei sei punti.
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