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Genoa-Roma ‘Te lo dico su Facebook’: “La linguaccia era per Zeman?”

(di Alessio Nardo) Che sia sconfitta o vittoria, inferno o paradiso, quel che conta è esser di nuovo qua.

Redazione

(di Alessio Nardo) Che sia sconfitta o vittoria, inferno o paradiso, quel che conta è esser di nuovo qua. A parlar di Roma, di campionato, di partite. Spediti finalmente in archivio gli insopportabili (e interminabili) quindici giorni di sosta per le nazionali, segnati da inutili chiacchiericci e sterili dibattiti sui "casi" De Rossi e Osvaldo. Non se ne poteva più, davvero. L'enorme nuvola di fuffa vien spazzata via da una Roma double face: agghiacciante in avvio, stellare dal 20' in poi. L'amalgama degli elementi produce un 4-2 in terra genoana vitale in chiave classifica e incoraggiante in prospettiva futura. Riviviamo la bella serata ligure attraverso commenti, analisi e opinioni del popolo giallorosso di Facebook.

De Rossi-Osvaldo sì, De Rossi-Osvaldo no. Il tema scottante (e noioso) ci conduce sino all'immediata vigilia di Genoa-Roma. Risposta di Zeman? Affermativa. Entrambi, al centro del caso più blaterato degli ultimi mesi, scendono in campo dal 1'. Sulla presenza delcentravanti, vista l'assenza di Destro (infortunato), c'erano pochi dubbi. Assieme a lui, in attacco, Lamela e Totti. Danielino giostra da intermedio, col confermato Tachtsidis al centro e Florenzi mezzala sinistra. In difesa Piris vien preferito a Taddei. Stekelenburg, Marquinhos, Castàn e Balzaretti completano il quintetto arretrato. L'attenzione dei "polemici" è concentrata sul colosso di Nauplia, il bradipone greco, il cocco del mister, capace di relegare in panca gente come Bradley e Pjanic. I commenti sdegnati sono di Francesco ("E' fissato co sto Tachtsidis..."), Noemi ("Pjanic ancora fuori...devo comincia' a bestemmia' in aramaico antico?????") e Germano ("Ancora co sto Tezenis??? deve giocà Pjanic!!!"). Manolis, da buon ellenico, distoglie l'attenzione dal suo connazionale: "Dobbiamo acquistiamo uno giocatore in Piris positione...........!!!". Sì, è più o meno chiaro il concetto, al quale Vito peraltro si accoda: "Ancora Piris? Ma non e meglio Tempestilli?". Il pre-gara si chiude all'insegna della sportività e del rispetto (arriveremmo quasi a definirlo affetto) verso uno degli ex. Parola a Renato: "Spero in una colica renale a Borriello". Bene, si parte.

Nei primi venti minuti i tifosi romanisti vengono pervasi daidolci ricordi della sosta. Il desiderio forte sarebbe quello di tornare indietro nel tempo e rivedere Armenia-Italia, evitando che il cuore s'infervori dinanzi ad un apparente scempio. L'inizio di Genoa-Roma è la semplice, mesta, terrificante replica degli svagati approcci con Juve e Atalanta. Avversari inferociti, giallorossi spaesati e in bambola totale. Al 7' Antonelli sfonda a sinistra e la mette dentro, Borriello scarica dietro per Kucka, destro chirurgico dello slovacco sul secondo palo. E' 1-0. Kucka non segnava a Marassi da...Genoa-Roma, 26 ottobre 2011. Un anno fa. Un classico. E quella sera trovò il gol anche Bosko Jankovic. Il quale, per non tradire le attese, si ripete. L'azione rossoblù è lineare, la Roma assiste quasi ammirata. Come è uso fare a teatro. Al 14' Jorquera allarga per Borriello, bel traversone in mezzo, Jankovic in girata mancina coglie la traversa. Non è finita: sfera ad Antonelli, assist di testa ancora per Jankovic, tocco preciso e letale, 2-0. Difesa allo sbando, personalità inesistente, crollo misero e imbarazzante. Il valzer dei commenti è l'emblema dell'indignazione. Si parte da Roberto ("2 settimane di allenamenti per stare sotto di 2 gol dopo 15 minuti. Vergogna!!!"), poi Marco ("Dopo la corazzata Bologna..l'invincibile Catania..l'irresistibile Sampdoria...ecco altre pizze dall'armata Genoa..") e Antonio ("Sono stati spesi decine e decine di milioni di euro per giocatori di una mediocrità inquietante. Fallimento totale"). Lampante la desolazione di Francis nei confronti di Zeman: "Dateme un Serse Cosmi qualsiasi..." Leggendo ora, ci vien quasi da ridere. Ma in quei momenti, i pensieri del 70% del popolo romanista tali erano. Inutile negarlo.

Per fortuna a calcio non si gioca solo per venti minuti. Davanti stavolta non c'è la Juve, ma un Genoa un po' pago del doppio vantaggio e incapace d'infierire ulteriormente. La Roma, digerita la batosta, sviluppa pian piano la reazione e progetta una rimonta da sogno. Il primo tassello, al 27', porta la firma di Sua Maestà. Mister 217 gol, terzo cannoniere di tutti i tempi in Serie A. Francesco Totti, servito in profondità da un colpo di testa di Piris, sfrutta esperienza e tecnica, battendo Frey in diagonale. Un gioco da ragazzi. E' ancora poco per godere, ma basta e avanza per tessere le lodi del Capitano. "Spero che Totti giochi altri ottant'anni..." la sintesi perfetta di Franz. Ci si mette anche Ahmed, carico di buoni propositi: "Viva Roma Viva Totto!!". Agli amici stranieri perdoniamo tutto. D'altronde esistono deliri peggiori, come quello di Ivan ("Ma perché Zeman non fa giocare Batistuta??"). Per fortuna ci pensa un altro argentino (o meglio, italoargentino) a rialzare definitivamente una Roma più che mai viva. Pablo Daniel Osvaldo, al 44', sfrutta la sorprendente ispirazione di Piris, tramutando in gol con un sublime destro volante il secondo assist consecutivo del paraguaiano."Per chi era la linguaggia? Per Zeman?", si chiede Asia. Non è tempo di far polemica, è 2-2. L'entusiasmo contagia Simone ("Occasionale sentite male!"), Marco ("Ce fate morì!!") e Mauro ("Piris me stai a fa arrapa'"). Si va al riposo e Yilmas ha la ricetta giusta per la vittoria: "Ora levate sto yogurt greco e ci siamo...". L'affetto verso Tachtsidis, come vedete, è notevole.

L'approccio, fortunatamente, è un guaio che riguarda solo i primi tempi. Non i secondi. La Roma torna sul prato verde di Marassi ed aggredisce subito il Genoa, mostrando intenzioni serie, chiare, inequivocabili. C'è voglia di vincere ed intravediamo quella sana, meravigliosa cattiveria agonistica che dovrebbe contraddistinguere ogni squadra d'alto livello. Se poi i campioni sono in serata, il gioco è fatto. Basta un calcio d'angolo al 55' e Osvaldo, lestissimo, ammutolisce di nuovo la Gradinata Nord. Stacco imperioso, perfetto. Nulla da fare per Sebastien Frey. E' la prima, sospirata doppietta di Pablito in maglia giallorossa. "Ci sono ancora dubbi su Osvaldo??", si chiede Francis. Auguriamoci di no. Sembra di rivivere la bella serata di San Siro con l'Inter, lontana ormai un mese e mezzo. Roma forte, spavalda, padrona del gioco. Asfissiante nel pressing, efficace nel rubar palla e ripartire in velocità. Qualche passaggio sbagliato di troppo posticipa la quarta condanna per il Genoa, ma è solo questione di tempo. L'ultima perla, all'83', è opera di Erik Lamela, scaltro e fortunato nell'approfittare di un rimpallo in area, calciando di sinistro e piegando le mani a Frey. Degna chiusura di una serata pazza, ma felice. Iniziata con mille spettri e chiusa tra sorrisi e godimenti. La Roma c'è, vince, è quinta in classifica. I commenti finali sono di Cristiano ("Una volta tanto rimontiamo noi!!"), e Stefano ("Sì, vabbè a regà però nun se po' arischià un ictus 'gni vorta che vedemo 'na partita....!!!!"). Prosegue anche il delirio, vedi Alban ("Ottima partita di Lobont"), mentre Simone svela la sua trovata geniale: "1000 euro su gol in tutte le partite della Roma... e non lavoro più". Vero. This is Zemanlandia. Dove ci si diverte, e ogni tanto si torna a casa felici. Con tre punti d'oro in tasca.