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Social Tribuna, Roma-Sampdoria 2-1: “Luciano, già ti ri-amo”

Spalletti ottiene la terza vittoria consecutiva del suo secondo corso sulla panchina giallorossa e i tifosi si rinnamorano di lui. Chiarezza di idee, severità con i giocatori e simpatia con i media sono le chiavi di un vero ritorno di fiamma

Bruno Di Benedetto

Capita abbastanza spesso, al termine di una storia in cui ci si è amati, quando ci si deve separare e andare via, ognuno per la sua strada, lontani l'uno dall'altra - che si pensi e ci si dica: "Chissà, magari un giorno...". E quasi sempre è solo un desiderio tenero, ché se si deve morire ora, si possa rinascere almeno un giorno per rivivere tutto, e così non lasciarsi mai, e non dover mai ammettere: "E' finita".

Si potrebbe far notare che nel calcio funziona un po' diversamente, e che non è certo così clamoroso che Spalletti e la Roma si siano "rimessi insieme". Senza il bisogno di scomodare citazioni vendittiane ogni volta, basterebbe pensare che sono passati solo tre anni dal Roma-Cagliari che segnò la rottura con l'ultimo ritorno di fiamma, Zdenek Zeman, ri-scaricato dopo una breve e sfortunata parentesi. Ma proprio il caso del boemo è utile a riallacciare il paragone tra amore calcistico ed extracalcistico: in entrambi i casi, constatiamo, quando si decide di riprovare con la stessa persona dopo anni di distanza è sempre un rischio. Ci vogliono delle motivazioni serie, forti; qualcosa dev'essere cambiato e di molto; o altrimenti si ricadrà là, dove si era caduti già la prima volta, e allora ci si sentirà dire quel che i dubbiosi già avevano pensato: "Non era amore, ma minestra riscaldata".

Ester: "Io ti amo, Lucianone mio!!!!", Roberto: "È un grande, come persona e come mister... ti voglio bene pelatone"; prendiamo il commento di una donna e di un uomo per mostrare come, indifferentemente dal genere, Spalletti abbia ricominciato con il piede giusto il suo nuovo cammino con la Roma. Cinque partite (un pareggio, una sconfitta, poi tre vittorie di fila) sembrano bastare ai tifosi per ricominciare ad innamorarsi di lui. Piace l'atteggiamento severo nei confronti dei giocatori; dopo la strigliata a Florenzi allo Juventus Stadium, ieri sera al fischio finale una parolina è toccata anche a Rudiger e Manolas. Al greco apparso insofferente ai rimproveri Angela risponde con foga: "Manolas rispetta il tuo allenatore!!! Testa basta e in spogliatoio!!! Se non vi piace chi vi fa lavorare andatevene da Roma!". Ma più in generale è proprio l'austerità ad essere invocata: "Eccolo il grande allenatore! Faccia insoddisfatta e inca*****. Appena finisce la partita va subito a sgridare Manolas e Rudiger. E anche a me sinceramente rode parecchio. Ti dice bene una volta, pure due... ma alla terza arriva la squadra che ti purga" (Giorgio).

A più di una persona non sfugge il fatto che la squadra nel complesso non sembra aver risolto alcuni dei grandi problemi che l'hanno afflitta da novembre in poi. A questo proposito due alleati del nuovo tecnico sono il tempo, ancora troppo poco per pretendere dei risultati, e soprattutto il confronto il vecchio, colpevolissimo, Rudi Garcia. Francesco: "Se la squadra crolla dopo un'ora la colpa non è mica di Spalletti, ma di chi c'era prima. Non potete dire che rispetto a quando c'era Garcia non sia cambiato niente". Il paragone operato dai tifosi è impietoso, a tratti eccessivo. Ritorniamo ad esempio alla scena con Rudiger e Manolas: Matteo sostiene che "Garcia se li sarebbe abbracciati e gli avrebbe dato il cinque". Possibile? I diversi "like" sembrano suggerire che sì, per alcuni tifosi è possibile. Oppure riferiamoci al post partita su Sky Sport: Spalletti si presenta abbracciato a Paolo Assogna (bacchettato in conferenza stampa per aver mal riportato una sua dichiarazione su Zukanovic) e, interrogato, inquadra Roma-Sampdoria come una partita per cui c'è poco da entusiasmarsi. Raffaele approva l'atteggiamento moderato, e di nuovo abbassa l'ex allenatore: "Garcia manco sotto tortura avrebbe detto tutto quello che dice mister Luciano".

"Eredità del precedente governo" a parte, è vero che una forza di Spalletti si sta rivelando nella capacità di relazionarsi con i media. In questo mesetto giallorosso ha già lanciato il tormentone del topino spione, ha introdotto un concetto nuovo come quello di "Stile Roma", e soprattutto si è sempre fatto trovare con la battuta pronta. Ieri sera altro siparietto, sempre in collegamento con Sky: Alessia Tarquinio dallo studio gli mostra una foto di lui da giovane, con capello lungo e camicia multicolor aperta. Punto sul tema dell'eleganza Spalletti risponde al volo: "Io la ringrazio ma anche lei con quel vestitino..." (in effetti la Tarquinio indossava un tubino verde e marrone abbastanza particolare). Risate in studio e a casa, tutti contenti.

Con una vittoria fortunata ma probabilmente meritata si conclude per la Roma l'anno della Capra e, secondo il calendario cinese, comincia quello della Scimmia. I tempi duri non sono finiti e venerdì a Carpi non sarà facile come all'andata. Se però pensiamo che l'ultima partita in cui i ragazzi avevano indossato gli ideogrammi era Roma-Parma 0-0, abbiamo motivo di sorridere per i prossimi cinque giorni.