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Social Tribuna, Roma-Real Madrid 0-2: Questa piazza non è poi così difficile

I blancos passano sul campo dell'Olimpico con fortuna, e grazie ad un arbitraggio infelice. I romanisti sui social network sono però soddisfatti dallo spirito mostrato dalla squadra. Per ricreare l'entusiasmo sono bastati cuore e impegno: era...

Bruno Di Benedetto

Quante volte si sente dire, di Roma e della Roma: "E' una piazza difficile"? Lo affermano gli opinionisti, ne discutono i tifosi, e anche tra i tanti appassionati di calcio in tutta Italia è praticamente diventato un luogo comune. Giusto un annetto fa - ve lo ricordate? - ci si era messo pure l'allenatore, Rudi Garcia, che gravato da una pressione che faceva sempre più faticava a sostenere, aveva sganciato la bomba: "(forse) la più difficile del mondo".

Se è tanto celebre, tale teoria deve avere un suo fondamento. A Roma per la squadra giallorossa c'è magari una passione maggiore rispetto alle altre città italiane (a parte forse Napoli); poiché da tale interesse deriva una grande domanda di informazioni, c'è anche una grande abbondanza di media che le forniscono, e tra questi le famigerate radio, dove - secondo una accusa popolare - si parla, si parla, si parla... fino a confondersi le idee.

Va bene, ma basta questo perché si possa considerare la Capitale una piazza davvero più difficile delle altre? E' sufficiente per ritenere i romani gente più esigente della media? Ogni volta che la Roma incrocia il cammino del Real Madrid, l'opinione vacilla. "Lì c'è la vera pressione- si è scritto sui social network dopo la conferenza stampa - lì sono capaci di fare le pulci a Cristiano Ronaldo, nonostante abbia segnato più di un gol a partita da quando è in Spagna".

Il confronto tra Roma e Real Madrid, in scena ieri sera all'Olimpico, è servito una volta di più a chiarire le idee. Lasciamo stare i "Galacticos", che "non sono sembrati tutto 'sto branco di alieni" (Giulio) e "Non hanno assolutamente meritato la vittoria" (Tommaso). Stendiamo anche un velo pietoso sull'arbitraggio di Kralovec, che ha negato almeno un rigore netto a Florenzi ("Questo lo vedeva anche Bocelli", commenta a tal proposito Andrea), più un altro fischiabile a Navas in uscita su El Shaarawy.

Certo, Sabrina sospira: "Purtroppo non c'ha capito un c...", ed Emiliano si indigna: "arbitraggio scandaloso, ha rovinato la partita". Entrambi però non si fermano lì e proseguono nella loro analisi, arrivando al succo della questione che oggi ci interessa. Leggiamo rispettivamente, Sabrina: "Anche se evidentemente siamo fuori dalla Champions, stasera possiamo comunque ringraziare per la bella prestazione e per il cuore che ci hanno messo"; Emiliano: "Non siamo stati inferiori al Real, abbiamo giocato un'ottima partita, il pareggio sarebbe stato giusto, ma l'importante è che ora siamo una squadra. Usciamo a testa alta, ora pensiamo a continuare a crescere per il campionato. Forza Roma".

"Metterci il cuore", "Giocare come una squadra": sembrano queste le pretese minime dei tifosi della Roma. Se poi i ragazzi perdono, per colpa della sfortuna, dell'arbitro o della superiorità tecnica degli avversari, questo è secondario. La cosa più importante, sembra, è che i giocatori riescano a proporre sul terreno di gioco un po' di quella seria passione che i loro tifosi portano con sé sugli spalti, quando vengono a sostenere i loro colori. A conferma di ciò riportiamo alcuni post popolari. Mirko: "Ragazzi non chiedevo altro: undici uomini che giocano a pallone e ce la mettono tutta! Mai schiavi del risultato. Grazie, e sempre forza Roma"; Andrea: "Comunque sia andata mi son piaciuti, li ho visti correre e impegnarsi, a tratti son stati anche divertenti"; Massimo: "Avessimo cambiato prima... Comunque ragazzi ora rode da matti ovviamente, ma la soddisfazione di aver ritrovato la Roma quasi soffoca il nervoso per la sconfitta".

Alla luce di ciò, Roma è davvero una piazza così più difficile delle altre?Sono davvero i tifosi, come qualcuno sostiene, il problema? La nostra sensazione è che non sia corretto ragionare in questo modo, almeno fino a che qualcuno non porti delle prove concrete che mostrino in cosa i romani sono diversi dagli altri. Come tutti i tifosi di grandi città, i romanisti esigono dalla loro società che crei una squadra in grado di competere, e dalla squadra l'impegno e la professionalità che assicurano la competitività.

In realtà poi, a ben vedere, non è nemmeno necessario essere di fenomeni per essere amati a Roma. Leandro Cufré su tutti, ne è l'esempio. E che dire di Riise, di Balzaretti, di Nainggolan, di Florenzi e di tanti altri giocatori che hanno fatto della costanza nell'impegno la chiave del loro successo. Ora la Champions sarà anche andata, ed è un peccato considerando anche il fatto che forse, se la Roma avesse avuto un po' più di consapevolezza, avrebbe saputo approfittare della debolezza del Real Madrid di ieri sera. Certo, non era facile visti i recenti risultati ottenuti con le grandi in Europa. Ciò che è positivo è che la squadra di Spalletti continua a confermarsi in crescita, e con la speranza di poterci ormai creare qualche aspettativa, attendiamo con ansia la partita di domenica.