I tifosi della Roma sognano, ne hanno ben ragione. Desiderano vittorie e soddisfazioni che questa squadra, da un anno e mezzo a questa parte, ha ricominciato a promettere. Dare la possibilità a se stessi e ai propri tifosi di aspirare a qualcosa è il senso di ogni impresa sportiva; senza un obiettivo a cui tendere infatti non ci sarebbero né passione, né agonismo. Sognare con la differenza vantaggiosa che lo sport ha rispetto al sonno, cioè di poter tramutare in realtà i desideri: questo è possibile, ma a condizione di confrontarsi con le difficoltà che il passaggio al mondo, con la sua dimensione storica, vero pone.
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Social Tribuna, Roma-Manchester City: “We have a dream”
I tifosi della Roma sognano in grande, perciò stamattina vivono un brutto risveglio. Social Tribuna analizza la serata di ieri sera cercando di mostrare che avere un po' di prospettiva storica può aiutare a dormire meglio.
PASSATO - Al termine della stagione 2010/11 la Roma concludeva il campionato in sesta posizione. L'allenatore era Montella, subentrato a Ranieri esonerato. Gli acquisti dell'estate precedente erano stati: Simplicio (svincolato), Adriano (svincolato), Borriello (prestito da riscattare nel 2011). Gli unici soldi spesi erano stati destinati al pagamento di Burdisso (8 mil) e Lobont (800 000 euro). Non era una gran vita: si era esaurita la vecchia società, e una banca era proprietaria della squadra in attesa di una nuova. Finché non si fossero trovati degli acquirenti, non ci sarebbe stato alcun progetto, né sarebbe stato possibile ne pianificare, né avere sogni di sorta. Succedeva tre anni e mezzo fa.
PRESENTE - Ieri sera invece la Roma affrontava il Manchester City in casa in un match decisivo: in palio la qualificazione agli ottavi di Champions e un bel gruzzoletto in premi. Era l'incontro più importante della Roma americana. Gli Inglesi hanno vinto 2 a 0 all'Olimpico, favoriti dagli episodi e dalla maggiore esperienza. Gli uomini di Rudi Garcia d'altro canto sono usciti a testa alta, sconfitti dopo aver offerto una prestazione straordinaria no, buona sì. Lo stadio ha applaudito i ragazzi, gli uomini della società hanno rassicurato: "stiamo crescendo".
Sul web intanto ci si sentiva come alle ultime elezioni politiche: equilibrio nel disaccordo. C'erano i soliti partiti (gli ottimisti, i pessimisti e i francamente-eccessivi), tutti presenti in porzioni consistenti. C'era il moderato realismo di Alberto -"Non siamo ancora maturi a certi livelli, ma queste partite servono ad andare avanti a piccoli passi e fare esperienza") di Giacomo: "Baldissoni ha detto che la Roma è un progetto nuovo e che c'è molto da fare senza deprimersi troppo. Ha ragione: forse ci siamo illusi un po' tutti, un po' troppo"- e di tanti altri.
Seguivano gli sfiduciati, comprensibilmente scontenti per il risultato, i quali a partire da Giorgio -"Guardiamoci negli occhi e diciamolo: lo sapevamo che saremmo usciti, perché noi le grandi occasioni le manchiamo puntualmente. Manca la mentalità da grande squadra"-, in un crescendo giungevano fino a Stefano -"Abbiamo fatto pena, siamo una squadretta del ca***, fatta di giocatori senza attributi e con tifosi facilmente eccitabili. Non siamo nessuno! Quest'anno non lo vinciamo lo scudetto, come sempre. Ma quando comincerete a guardare in faccia la realtà?".
Il premio "commenti che non vorresti mai vedere scritti", è andato invece a Filippo, il quale se l'è presa con la Sud inneggiante a partita persa: "Ma vinceremo che cosa? Si può sapere? E' proprio questo il motivo perché non vinceremo mai nulla! Pigliamo le mele e cantiamo? E applaudiamo? A Milano, dove sanno come si vince, hanno insultato pure Maldini!". A Milano si vergognano praticamente tutti dell'episodio dei fischi a Maldini, a cui probabilmente Filippo si riferisce. Non sono in molti lì a ritenere che quello sia stato un sintomo di mentalità vincente.
Complessivamente tutto nella norma comunque, in una sera in cui più che mai era lecito deprimersi, giacché il passaggio agli ottavi sarebbe coinciso con una bella iniezione di autostima, oltre che di danaro. Autostima perduta, secondo molti anche ieri, contro il Bayern: "Rivedete la partita d'andata col CSKA e quella col city a Manchester. È un problema psicologico derviato dal 7 a 1; al momento manca il coraggio e la sfrontatezza . Quando giochi con fenomeni così, se non hai sfrontatezza e coraggio appunto, perdi. È un peccato", riflettono Peppe e diversi altri.
FUTURO - Arriva subito il tempo di guardare avanti all'immediato futuro, il quale pone i giallorossi difronte ad un referendum: Europa League o campionato? Tra i tifosi, giunge da un lato l'osservazione sentita tante volte, ma alla quale in Italia di rado si è dato seguito con i fatti - "L'europa League è un obbiettivo concreto. Non la snobbo per niente. È alla nostra portata, ed è un trofeo internazionale che in bacheca schifo non mi farebbe "(qui Danilo) – mentre dall'altro la cieca brama per lo scudetto istiga all'auto-eliminazione fino a condurre a dialoghi abbastanza surreali:
Patrizio: "Finalmente siamo usciti".
Miro: "Magari! L'Europa League è peggio perché rischi di andare pure avanti nella competizione!".
Vedremo che cosa succederà. La società comunque rimane ottimista: la Roma sta crescendo, e ci vorrà tempo perché arrivi a primeggiare nell'Europa che conta. È in atto un grande sforzo che dovrebbe portare alla costruzione dello stadio, quindi all'aumento dei fatturati, che consentiranno un aumento dei capitali spendibili (vero gap in questo momento con il Manchester City e i top team in Europa).
Quello che è certo, scorrazzando per i social, è che i tifosi hanno ricominciato a sognare, e quindi vogliono vincere. Sono impazienti perché, come chi è preso dentro il proprio sogno, non ha una grande prospettiva del prima e del dopo e si concentra solo sui desideri del momento.
I tifosi romanisti dovranno, nel migliore dei casi, avere pazienza, e soffrire anche, per avverare finalmente i loro sogni. Con la consapevolezza che essi potranno anche sfumare, e tramutarsi in una grande delusione. Però, domanda lecita, è forse meglio non sognare affatto, piuttosto che sognare con il rischio di illudersi?
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