Non succedeva da un po'. Qualcuno potrebbe dire dal derby di Mapou ma, a ben vedere, nemmeno lì i tasselli si erano incastrati tra loro con tanta grazia. Gol di Pjanic su punizione perfetta e va bene: 1-0 meritato, Juventus schiacciata. Poi cambio deciso da Garcia - entra Iturbe per Salah - e il neoentrato, fino a un'ora e mezza prima con le valigie in mano, prende palla, punta Evra come sa, si fa atterrare, porta la Roma in superiorità numerica. Manca qualcosa? Solo un desiderio superfluo: "Se segnasse anche Dzeko...". Gol, 2-0, partita finita, Roma a 4 punti, Juve a 0. Sì, ci sarebbero quegli ultimi dieci minuti da tremarella ma, a voler guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, sono serviti soprattutto ad includere Szczesny nella festa.
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Social Tribuna, Roma-Juventus 2-1: finalmente! La Bosnia regala ‘na Dzoia
La Roma abbatte la Juventus all'Olimpico e sui social scatta la festa. Messo da parte ogni dubbio sulla rosa e su Rudi Garcia, il popolo giallorosso si gode infine un momento di sollievo e di festa
Insomma: "Na gioia!". Questo il grido di Stefano e di tanti romanisti, ieri pomeriggio finalmente sazi e soddisfatti per una vittoria liberatoria dopo i dubbi di Verona, e importante in chiave campionato. Sui social certo non manca chi si preoccupa soprattutto di sottolineare che la sofferenza patita nel finale "non è da grande squadra" (Massimo) e rappresenta la "mancanza di maturità e mentalità" della Roma attuale. Sia anche così, appare comunque più giustificato il 'fomento' di tutti coloro che attendevano da tempo di vedere la Juventus schiantata all'Olimpico.
Come sempre accade in questi casi, i detrattori spariscono (desta preoccupazione la scomparsa del settore "Garcia vattene", ieri più silenzioso della Curva Sud) mentre un mare giallorosso sfila sollevando alti i propri idoli. Digne, nuovo arrivato che in 90' sembra aver già conquistato tutti per la "grande personalità" e per la qualità tecniche (Andrea: "Ha fatto più cross lui in una sola partita di Holebas e Torosidis in un anno"); De Rossi, adattato difensore centrale e comunque autore di una prestazione "strepitosa" (forse per un paio di settimane i suoi detrattori limiteranno gli insulti);Rudi Garcia, coraggioso nelle scelte di formazione, decisivo con il già citato cambio Salah-Iturbe (Alessandro: "Complimeti al mister! Una Roma bella come non si vedeva da tempo: aggressiva, intensa... gran gioco. Ottima la scelta di mettere De Rossi in difesa!").
Una menzione particolare spetta a "Coso" lì... a "Cezsny", a "Scesni", a "Scezny", a "Cesni", a "Scenny". A Wojciech Szczesny insomma. Il portiere polacco ispira i tifosi meno interessati ad impararne correttamente il nome, e fa impazzire tutti quando a tempo scaduto compie una parata provvidenziale su Bonucci. A parte il popolarissimo "Finalmente un portiere", chi inquadra bene la situazione è Luca: "Era comunque più facile la parata che pronunciare il nome".
I primi due posti del podio, tuttavia, spettano ai marcatori bosniaci. Inaspettatamente a ricevere più commenti social è Miralem Pjanic, di solito uno dei più punzecchiati dalla critica. Forse proprio per questo in molti si spendono per elogiarlo, pur con qualche se e qualche ma. Giorgio: "Sono il primo ad attaccarlo dicendo che non è un campione, ma bisogna sempre dare a cesare quel che è di cesare, oggi ha giocato bene. Non si può negare che Miralem dimostri un certo attaccamento a questa maglia. Gente così ci serve: gente che tiene a questa maglia". I fedelissimi del piccolo principe ammoniscono "Ricordatevene quando giocherà male", ma gli altri rispondono di non contarci, giacché è un diritto dei tifosi criticare un giocatore quando fa male e idolatrarlo quando fa bene (fa piacere vedere esibito così genuinamente il "modus operandi" del tifo romanista). Il re della festa comunque è Edin Dzeko, l'uomo della provvidenza, bomber invocato per oltre un anno e finalmente arrivato a spazzare via il Chiellini di turno con un imperioso stacco e colpo di testa. Più che esultare per il gol segnato, i tifosi giallorossi inveiscono contro il difensore della Juventus e della Nazionale, odiosissimo ai loro occhi.
Una grande gioia, riassumendo. Uno di quei picchi di benessere che solo chi si butta giù quanto un romanista può conoscere. Alla fine è anche il bello di tutta questa faccenda di tifare Roma: un giorno sei lì a spingere l'allenatore sull'asse per gettarlo in pasto agli squali, quello dopo ti ritrovi abbracciato a dieci tizi sconosciuti, impazziti di felicità come te. Questo è tifare Roma. Questo, e un pizzico di ironia: "Alla fine abbiamo pur sempre vinto contro l'ultima in classica" (Alessandro).
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