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Social Tribuna, Roma-Juventus 1-1: “Il vecchio re è morto”, “Lunga vita al re”

Con nuovi alti e nuovi bassi, la Roma pareggia anche contro la Juventus. Sul web, però, a tenere banco è la discussione intorno al destino delle bandiere giallorosse: Totti e De Rossi

Bruno Di Benedetto

La Roma gattopardiana del 2015 incontra la Juventus all'Olimpico per difendere il secondo posto/attaccare il primo: il primo tempo, al di là della resistenza avversaria, è poverissimo. Il secondo inizia all'insegna della sofferenza, culminata in un doppio svantaggio (di uomini e di punteggio), ma termina in un glorioso arrembaggio finale, foriero di gol e qualche tentazione di vincere la partita. Una storia nuova, a guardare l'ordine degli eventi, ma un finale arcinoto: 1-1. Tutto cambia perché tutto resti com'è.

Parallelamente, sui social network, con il passare dei minuti la gente si annoia e si spazientisce. Andrea sbadiglia e commenta: "Il gioco degli scacchi è più veloce", Lorenzo invece apre Wikipedia alla pagina "Gioco del Calcio" e ne copia-incolla una regola abbastanza fondamentale, eppure apparentemente sottovalutata dalla Roma nel primo tempo: "Obiettivo è quello di segnare più punti (detti gol o reti) dell'avversario, facendo passare il pallone fra i pali della porta avversaria". Il crescere della Juventus nella ripresa aumenta il malumore. Il gol Tevez, com'è logico, scatena la tempesta degli "anti": anti Garcia, anti Pjanic, anti quasi tutti. Gli ultimi venti minuti, infine, valgono a santificare Seydou Keita, "l'unico con i contro-cosiddetti" (Elena), a rasserenare gli animi, ma soprattutto a sollevare la discussione che sarà argomento specifico di questo Social Tribuna.

Si parte da Massimo: "Dobbiamo giocare sempre come in questi ultimi 20 minuti". Federico gli fa eco, deducendo: "Come questi ultimi 20 minuti... quindi senza Totti e De Rossi". Da lì nascono le questioni: la squadra gioca meglio senza Totti e De Rossi? Dovrebbero fare più panchina? Dovrebbero farsi da parte? E' un fatto che ieri sera, usciti loro due, la Roma ha accelerato con Iturbe e Nainggolan. Anche Pjanic si è svegliato, la squadra si è resa pericolosa. Sul web ne è nata una delle discussioni più accese di sempre: da una parte lo schieramento riformista che, a morte l'ancien régime, inizia ogni post con "Ora, sarò impopolare ma..." e lo finisce con "Totti (e/o De Rossi) si deve fare da parte"; dall'altra quelli che del motto "non si discute si ama" pongono come soggetto indifferentemente la Roma, il Capitano e capitan futuro.

E' molto difficile entrare nei particolari di questa contesa, in cui il cuore rende impossibile l'oggettività da ambedue le parti. I dati di fatto, ciò che pare certo, lo elenchiamo sinteticamente dopo aver vagliato centinaia di commenti: primo, tutti, nessuno escluso, amano Totti, tantissimo. Quelli che lo vorrebbero seduto in panchina lo amano ma vorrebbero che si facesse un po' più da parte, quelli che lo difendono lo amano e basta.

Secondo, tutti amano De Rossi, ma tantissimi sono delusi e arrabbiati con lui: principalmente per le prestazioni non all'altezza delle aspettative e per i 6 milioni di ingaggio (che in realtà sono una colpa fino a un certo punto). Una caterva di insulti vengono rivolti ogni settimana a Capitan Futuro, anche se ognuno riconosce che ce la mette tutta (e qualcuno se ne prende anche gioco per questo, affermando che infervorarsi quando si segna o si vince non è sufficiente per giocare titolare).

Terzo, coloro che vorrebbero vedere più spesso in panchina le due bandiere non sono laziali o "occasionali", o almeno non lo sembrano e molti di sicuro non lo sono: tanti sono semplicemente persone che scindono i simboli della squadra, dalla squadra stessa. Per loro il futuro della Roma senza Totti, destino ineludibile questo, è già presente.

Lasciando per un momento da parte De Rossi, con Totti a 38 anni e mezzo è evidente che siamo ormai prossimi all'epoca in cui assisteremo alla transizione del Capitano dal campo alla panchina e da questa al ritiro. Non è detto che sarà un passaggio facile, visto che mai probabilmente nella storia il tramonto di un calciatore ha simboleggiato così tanto il tramonto di una squadra. Non si intende la Roma in assoluto, ma la "Roma di Totti", quella che, per fare un esempio significativo, simboleggia l'unica Roma mai esperita da tutti i romanisti nati dal 1990 in poi. A parte la generale speranza che tutto vada nel migliore dei modi, nel nostro statuto di Social Tribuna possiamo solo augurarci che il web possa essere una piazza di confronto e discussione che contribuisca ad attraversare questo evento.