Eravamo lì, dopo aver preso 7 gol, senza mai riporre le bandierine della coreografia.
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Social Tribuna, Roma-Fiorentina 0-3: Anche noi vogliamo 11 Garcia
Il web, in accordo con la Curva, difende Garcia e attacca i giocatori: «Strozzateve con i milioni che prendere e levatevi la maglia della mia Roma», «Levatevi la maglia, ignobili»
Eravamo lì, dopo l'eliminazione in Champions, incitandovi per il tricolore.
Eravamo lì, dopo la coppa Italia, gridando "fuori le palle", senza che nessuno però accennasse un fischio.
Ed eravamo lì stasera: dopo 4 mesi senza vittorie in casa, dopo prestazioni indegne, dopo che il nostro allenatore ci ha definiti «la piazza più difficile del mondo».
Non ho mai abbandonato lo stadio neanche 5 secondi prima del triplice fischio. Oggi al 21', lasciando il mio posto, ho toccato il punto più basso del mio tifo romanista.
Tutto questo a causa vostra, indegni milionari senza onore, ma ricordate una cosa: LA ROMA SIAMO NOI, E VOI NON SIETE NULLA!
Togliete quella maglia mercenari, vedervela indossare mi fa rabbrividire.
Un commento memorabile, quello di Tiberio, in grado di sostituire da solo l'intero articolo di Social Tribuna. Ha tutto: tifo sincero, dolore sensibile, ma anche lucidità di analisi. Eccola lì, la foto del tifoso romanista dopo la partita ieri sera. Stanco, schifato e incazzato.
Sportivamente parlando, un pozzo di dolore senza fondo. Parole di Walter Sabatini, scudo alla squadra nel prendersi tutte le responsabilità, alcune inevitabilmente non sue. Dalla finale derby di Coppa Italia ad oggi, la storia contemporanea della Roma compie una parabola micidiale che parte dalla depressione più profonda, passa per la rinascita e ricrescita delle speranze, e giunge ad un nuovo sconforto, ad una nuova umiliazione.
Allo stadio ieri si è vista la reazione a questo stato di cose in un'ora e un quarto di rabbia da parte del pubblico e della Curva Sud. La gente ha bersagliato la squadra facendo mostra di un vasto repertorio di cori. Tra i molti ingiuriosi, uno è parso più importante degli altri: «Noi vogliamo 11 Garcia». Morgan De Sanctis, ieri in mixed zone, ha deciso di non interpretarlo come un attacco indiretto ai giocatori. Sarebbe dunque errato affermare che quel coro, schierandosi dalla parte di Garcia, punta il dito contro i suoi uomini, accusati di non seguirlo, forse addirittura di complottare contro di lui?
I molti cori sul mercenariato che si sono uditi ieri sembrano smentire il portiere della Roma. E il web viaggia sulla stessa linea delle tribune. Tre commenti molto quotati posso sostenere la nostra impressione. Quelli di Andrea: «Per la prima volta difendo l'allenatore, via sti calciatori di m.!!», di Giulio: «Non si può darla vinta a sti figli di p. mercenari. Ma tanto come al solito pagherà chi ha meno colpe (Garcia)», e di Ludovico: «La questione è che c'è un allenatore con le palle e una squadra che non le ha». Abbastanza eloquente?
In realtà, nel vasto mare della rete, al quale manca l'organizzazione di una curva di tifosi, quelli che vorrebbero mandare via Rudi Garcia sono comunque tanti. Fa impressione tuttavia notare come tutti gli interventi più quotati siano 1) a favore dell'allenatore, 2) contro la squadra. «Strozzateve con i milioni che prendere e levatevi la maglia della mia Roma»: il grido di Edoardo è il lato oscuro del pensiero espresso da Keita in conferenza stampa. I dati di fatto per cui i tifosi restano, mentre i calciatori vanno e vengono, diventano le premesse per una conclusione in cui agli uni frega della squadra, agli altri no. L'accordo tra le parti si rompe, la diversità diventa una frattura che si apre: «Siete il peggiore schifo che ha calpestato quel campo, levatevi la maglia ignobili» butta fuori Paolo, «Da sputavve in faccia a tutti» schiuma Max.
Ci aspettano giorni di fuoco, ma nell'immediato tutto sembra destinato a rimanere al suo posto. Con l'uscita dall'Europa League e il secondo posto come obiettivo, le prospettive per la fine della stagione sono tremende: bisogna difendersi dalla Lazio, cercare di non uscire dai posti Champions. Insomma l'alternativa è tra il finirla mediocremente e il finirla in tragedia. In tutto questo cresce il veleno nei tifosi giallorossi, presi in questa spirale negativa e con "il cuore a pezzi" come dice Roberto.
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