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Social Tribuna Roma-Cesena: “Vinceremo il Tr.”

Dopo la serata di ieri, tutti a godere, nelle strade ma soprattutto sul web. Torna a risuonare forte il coro che ha fatto storcere il naso a parecchi, ma sognare non solo è lecito: è doveroso.

Bruno Di Benedetto

C’è qualcuno che pensa che la Roma stia sbagliando. Che Garcia che parla di vincere il campionato, che la curva che dopo la disfatta con il Bayern intona “vinceremo il tr…” – che insomma tutta la realtà giallorossa si stia montando la testa e pensi di avercela già fatta.  A pensarla così sono in un po’: sono gli alunni della scuola del “pensiamo solo alla prossima partita” (anche con 20 punti di vantaggio sulla seconda in classifica a una giornata dalla fine), sono i ben pensanti che vogliono dare lezioni di stile, i tifosi di altre squadre a cui rode, i soliti romanisti pessimisti.

Non capiscono che un coro comevinceremo il tr. non è quello di chi pensa di essere già arrivato, ma piuttosto quello di chi vuole ardentemente arrivare. Proprio perché vuole arrivare allora decide di prendersi la responsabilità della propria forza. “Ragazzi siamo forti. Puntiamo al bersaglio grosso”: questo è quello che Garcia, i giocatori e l’ambiente hanno fatto. Si sono guardati in faccia, non si sono voluti prendere in giro e hanno scelto di affermare ciò che sentivano di essere: una realtà pronta a vincere. Questo con il rischio di fallire, con il peso di dover dimostrare passo passo di non essersi sbagliati, almeno non clamorosamente (perché magari la Roma non vincerà, e ci può pure stare). Sono stati coraggiosi a farlo. Non hanno sbagliato, hanno fatto bene

In una serata in cui sul web la parola più inflazionata è “godooo” (sempre con almeno 3-4 “o”) ci si rende conto che, a pensare di vincere il Tr., effettivamente poi si gode di più. Ci si gode proprio la vita, ed erano in tanti ieri sera a testimoniarlo. C’era Andrea che pensava: “Dio quanto è bello il calcio”, c’era Marco che si dedicava a un selvaggio onanismo: “Gli highlights stanno su youporn”, e c’era Paolo che si lasciava andare: “Che gioia infinita!”. C’era pure Rudi Garcia che, d’istinto, quando ha saputo del risultato di Marassi, ha tirato fuori una linguaccia beffarda (“La linguaccia dopo il violino è il mio gesto preferito”, si è unito Riccardo).

Merita una menzione speciale Valerio, uno che forse ha capito quanto veramente le cose quest’anno siano cambiate: “La Roma non è solo una squadra. È un bellissimo gruppo affiatato di compagni e buoni amici. Solo vedendoli si capisce che s’è una bellissima atmosfera”.

Insomma evviva quelli che ieri sera ci avevano creduto in un finale così glorioso. Loro hanno goduto il doppio perché, assuntisi il peso della responsabilità e del rischio, ieri hanno urlato di gioia più forte di tutti gli altri più timorosi.

Sentitevi liberi, tifosi del web, di gridarlo apertamente:vinceremo il tr-icolore. Perché, al di là del tifo, oggettivamente, la Roma può vincerlo veramente. Addirittura (forse) sentirsi Davvero in grado di vincere è il primo passo per vincere. Perciò cantatelo il coro esuberante e al diavolo la scaramanzia. Solo così, dopo averlo gridato, sperato e vissuto, se un giorno non lontano la Roma vincerà il tricolore, vincerlo sarà davvero una gioia.