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Social Tribuna, Roma-Bologna 1-1: Totti, il genio

A sei partite dalla fine del campionato, e forse della carriera, al Capitano bastano 45 minuti per emozionare ancora. Mentre il corpo invecchia, com'è naturale per tutto ciò che è fisico, rimane intatto il dono innato che rende Totti un uomo...

Bruno Di Benedetto

Prendi Mohamed Salah, 23 anni, 13 gol e 7 assist in questa sua ottima stagione. Lo vedi in azione contro il Bologna, partita in cui segna un gol e prende tre pali, uno più clamoroso dell'altro, e pensi: forte, questo è forte davvero. Nel contempo però guardi il signore che per 45' gli ha giocato vicino: non è molto veloce, eh? - del resto ha 40 anni - ma quando gli arriva il pallone come lo muove, come lo colpisce, come lo fa volare! Allora sorge spontaneo un pensiero: "Quanto sono normali gli altri" (Stefano).

Il genio, nella concezione che storicamente ne è stata prodotta in occidente, è un fenomeno che si spiega con il riferimento alla natura. Da una parte perché si tratta di un dono innato, impossibile da acquisire con l'impegno, dall'altra perché esso crea bellezza con la stessa spontaneità non razionale con cui nel nostro mondo fiorisce la vita. I tedeschi che qualche centinaio di anni fa cercarono di andare al fondo della questione, la sintetizzarono in una forma difficile: "Il genio è la disposizione innata dell'animo per mezzo della quale la natura dà la regola all'arte". Che significa? Oltre a ciò che abbiamo già spiegato, la definizione parla della capacità propria del genio di produrre bellezza (arte) non soltanto attenendosi alla perfezione alle regole già note, ma spostando la regola stessa, reinventandola. Egli non solo imita, ma produce quel che sarà poi imitato. Senza scadere nel caos, egli ha la capacità di fornire a ciò che produce un senso che nessun altro aveva nemmeno intravisto, e in questo modo è simile alla natura, capace di produrre creature perfettamente funzionanti pur non ragionando attraverso schemi logici.

Se non vi siete annoiati forse in questo ragionare avrete riconosciuto un certo agire di Totti. Il lettore comunque, se è romanista, si sarà di certo aggregato ai tifosi che allo stadio e sui social network l'hanno applaudito ad ogni giocata, scatto e salto, e sono stati percorsi da un brivido al momento dell'assist che ha permesso alla Roma di pareggiare. "Un infinito sentimento" è quello da cui si sente pervasa Cristina dal momento in cui il Capitano fa il suo ingresso in campo, all'inizio della ripresa. Per Luca è "l'ultimo di moicani", per Giorgio un "highlander", immortale. "Totti sarà anche vecchio - posta Edoardo - ma intanto entra e tempo 5 minuti ti fa l' assist dell' 1-1". Similmente scrive Caterina: "Totti potrà pure invecchiare, ma la sua visione di gioco lascia sempre ammirati. Che gioia vederlo giocare". Sarà anche più lento, perché il fisico deperisce con il tempo, ma la scintilla che differenzia Totti dai "comuni" appartiene al novero delle cose che più difficilmente si consumano; non per niente "genio" era in origine (permane ancora oggi anche in questo senso) una creatura o uno spirito divino, e quindi non mortale.

Chiudiamo con Valerio, che scrive in una maniera che sarebbe piaciuta ai filosofi tedeschi, perché coerente con le loro descrizioni: "Veramente un piacere averlo rivisto in campo, mi mancava vedere quelle traiettorie invisibili ed impensabili al 99% delle persone, ma che lui è ancora oggi capace di disegnare con una facilità disarmante. Ogni giocata, un'emozione". Il genio produce bellezza, la bellezza suscita emozioni. Godiamocele ancora per le sei partite che ci restano, amici romanisti, perché poi tutto sarà diverso. Andrà avanti, ma sarà diverso.