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Social Tribuna, Inter-Roma 1-0: “L’uomo è artefice della propria fortuna”

I giallorossi escono da San Siro sconfitti dal catenaccio di Mancini e dagli episodi avversi. Sul web alcuni romanisti se la prendono con la sorte avversa, altri sottolineano le responsabilità della squadra

Bruno Di Benedetto

"Fortuna" e "Sfortuna" non sono che due termini con cui gli uomini conferiscono polarità al caso, quando esso li colpisca favorevolmente o sfavorevolmente. Così pensava Aristotele e grosso modo la pensiamo anche noi oggi: un giocatore calcia il pallone a porta sguarnita ma il tiro viene contrastato da un intervento miracoloso del difensore, un centrocampista dai piedi ruvidi segna dopo tre anni di digiuno con un rasoterra da lontano, un portiere compie quattro parate nel giro di 2 secondi. Si tratterebbe si semplici avvenimenti se si potessero levare i colori alle maglie, i voti agli uomini, i nomi alle squadre. E invece si tratta di fortuna e sfortuna, di Inter-Roma 1-0.

"Che c**o": queste le due parole con cui la maggior parte dei romanisti hanno scelto di sintetizza il panegirico qui sopra per riferirlo alla partita di ieri sera. Gli uomini di Rudi Garcia si sono infranti contro le mura del fortino nerazzurro pagando a caro prezzo l'unica vera incursione dei nemici. Colpiti al cuore al primo affondo, incapaci di riaggiustare la partita, e a fine partita privati sia della testa della classifica, sia della "testa" pensante della squadra (Pjanic), i giallorossi non hanno che da meravigliarsi nel constatare quanto la vita si possa complicare in un'ora e mezza. Come si diceva, per molti tifosi la delusione si sfoga imprecando contro la sorte avversa. Emiliano effettua una disamina dettagliata del quadro: "Abbiamo perso contro una squadra che finché eravamo in 11 contro 11 ha fatto un tiro e un gol, Una squadra che non ha gioco, chiusa in area come la peggior provinciale, una squadra che è l'anti-calcio. Mancini ha un c**o assurdo! E' incredibile come le sue squadre si difendano e basta e vincano le partite 1 a 0". Marco è minimalista: "Roma superiore meritava la vittoria. Inter solo c**o"; Giorgio gergale e colorito: "Abbiamo giocato bene contro 'na squadra de cani e catenacciari".

Quindi crudele il destino, salvi gli uomini, impotenti dinnanzi allo svolgersi delle oscure forze che determinano l'andamento del cosmo.... No, calma, non esageriamo. Nella storia del pensiero, sia quello filosofico, sia quello comune, nessuno si è mai sognato di salvare i mortali dalle loro responsabilità rispetto alla determinazione del proprio destino. "Homo faber fortunae suae", dicevano gli antichi romani, e lo dicono ancora quelli contemporanei quando decidono di prendersela con Rudi Garcia (Fabrizio: "Mancini pragmatico e intelligente, al contrario del nostro allenatore. Quando lo cacceremo sarà sempre troppo tardi"), con Dzeko (Vincenzo: "Ad Halloween ha voluto travestirsi da fantasma", Claudio: "Di Batigol ha al massimo il poster in camera"), con Szczesny (Massimo: "Ore 23.57: s'è tuffato adesso"), e in generale con tutta la squadra uscita sconfitta dal campo (Fabio: "La squadra anti calcio per eccellenza si chiama Inter, ma la Roma ha fatto di tutto per non vincere").

Si dia pure la colpa a chi si vuole, al caso o agli uomini, distribuendola nelle proporzioni che si preferiscono. Senza esagerare con i toni magari (sono rispuntati magicamente i sostenitori del "Garcia vattene"), visto che si era primi meno di 24 ore fa, ma concentrandosi sulle prossime partite, per nulla facili vista anche la situazione infortunati/squalificato. Dopo una settimana di gioia, se ne preannuncia un'altra pesante e decisiva per le sorti giallorosse: sarà una lunga stagione, e se la Roma vorrà cambiare la storia, dovrà per forza ergersi a giudice del proprio destino, più forte degli uomini, più forte della sfortuna.