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Social Tribuna, Bologna-Roma 2-2: “Non si doveva giocare”

"Il campo in cattive condizioni penalizza entrambe le squadre"? No, non allo stesso modo. Tanto nervosismo sul web al termine di un match di pallanuoto che regala ai giallorossi solo un pericoloso pareggio

Bruno Di Benedetto

Su facebook le bandiere francesi nelle immagini del profilo sventolano tutte allo stesso modo al risuonare della Marsigliese. Al Dall'Ara invece, pochi minuti prima dell'inizio di Bologna-Roma, se la passano peggio le loro copie reali, portate sugli spalti da molti tifosi. Nel momento del ricordo dei fatti di Parigi l'occhio cade su un inzuppato Lucas Digne, che con gli occhi chiusi intona la canzone del suo Paese sotto il diluvio. Mentre le note risuonano nello stadio, sul campo piove. Piove tantissimo.

"Non si doveva giocare": lo dice Garcia, lo dicono i tifosi sugli spalti e lo dice la gente a casa. Lo direbbero probabilmente anche quelli del Bologna, se non sapessero loro per primi che il discorso "il campo in cattive condizioni penalizza entrambe le squadre" non vale, per definizione, anche per la squadra più forte. Lo sa Andrea, che si lamenta colorando il suo post di romanità: "C'hanno fregato alla grandissima: questa partita non si doveva giocare, ma è ovvio che per quella banda de zampognari del Bologna qualsiasi fattore allontani la partita dalle condizioni normali sia una manna dal cielo...".

Eppure, per volontà dell'arbitro Rocchi, tornato a dirigere la Roma dopo più di un anno di castigo, si è giocato. In mezzo al pantano i giallorossi soffrono nel primo tempo, in cui meritano lo svantaggio al netto dei torti arbitrali, ma si riscattano alla grande nel secondo, quando mostrano di saper ricorrere alla tigna a fronte dell'annullamento dei valori tecnici. Alla fine i tifosi non sono scontenti della prestazione. Certo, se la prendono un po' con l'arbitro alla pausa di metà gara, e alla fine assediano il disgraziato Torosidis("Vattene", "Cos'hai in testa? I Mattoni", "Sei l'uomo chiave delle altre squadre", e così via). Ma il problema principale secondo la maggioranza sta a monte: non è possibile ritrovarsi giocare a "Water Polo" o a "Pallanuoto", in pratica ad un altro sport. Non è possibile perché lo sport visto in campo ieri a Bologna annulla le differenze, in quanto possiede regole e logiche diverse da quelle del calcio (per esempio vi impera la regola: "spazzala in avanti, che tanto non ti sbagli"),  e soprattutto si svolge in maniera imprevedibile ("Una lotteria" l'ha descritta sempre il mister). Se a ciò aggiungiamo il verdetto sfavorevole della cabala ("Da che mondo è mondo con il campo pesantissimo non abbiamo mai vinto" - Luca) ecco un 2-2 altamente nocivo alla corsa della Roma in campionato.

Colpa di Garcia anche questa volta? Per qualcuno (pochi) sì. Per altri invece c'è solo da imprecare contro la sorte, perché purtroppo "accontentarsi di un punto a Bologna non vuol dire avere la mentalità giusta per vincere lo scudetto", o almeno così sostiene Gianluca. Giusta o sbagliata la mentalità, con un punto a Bologna lo scudetto si fa più fatica a vincerlo. E dire che la squadra c'è, e considerando il ribaltamento del secondo tempo non gioca affatto una cattiva partita. Sono le cose che non girano bene, e al triplice fischio piove sul bagnato ad ascoltare le notizie che arrivano dalla Spagna. Una proporzione inquietante vuole che se il Barça ne dà quattro al Real Madrid, e il Real Madrid è più forte della Roma, la Roma prenderà facilmente più di quattro gol. Per fortuna nella realtà non funziona così, però certo nel mondo della logica c'è da essere inquieti.

Un colpo di sfortuna. Sabatini direbbe "congiuntura astrale negativa". Qualsiasi cosa sia una congiuntura astrale negativa, speriamo che muti di segno nelle prossime ore: cinque partite nei prossimi venti giorni decideranno una parte consistente della stagione della Roma, ed è questo l'arco di tempo in cui sarà necessario farsi valere. Magari al riparo da ulteriori scherzi del destino.