(Redazione ForzaRoma.info) - I commenti sulla Roma sconfitta dal Milan impazzano in città e, malgrado la domenica di mezzo, anche in radio non si placano i giudizi da parte dei conduttori delle trasmissioni sportive che parlano di Roma e dei loro opinionisti.
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Roma-Milan 'Radio Pensieri'. “La vera rivoluzione è la memoria e il rispetto per ciò che siamo stati”
(Redazione ForzaRoma.info) – I commenti sulla Roma sconfitta dal Milan impazzano in città e, malgrado la domenica di mezzo, anche in radio non si placano i giudizi da parte dei conduttori delle trasmissioni sportive che parlano di Roma e...
Si parte dal mattino quando sulle frequenze di Radio ERRE2, alle 8, Sandro ha il “compito” di dare il via alle danze essendo la prima trasmissione in termini di orario “E’ partito il tmassacro mediatico nei confronti di Luis Enrique e della nuova dirigenza – commenta il conduttore di Il mio canto libero on-air – Ed io a questo gioco non ci sto. Sarò un nostalgico, ma io ho già vissuto tante di queste esperienza nella storia della Roma e non vedo perché bisogna accanirci tanto e subito. Io se devo criticare lo faccio e non mi sono mai tirato indietro, ma ritengo che adesso sia troppo presto farlo”.
Poco più tardi, su Radio Radio Sport Mattino, si comincia a trattare la Roma e Ilario Di Giovanbattista dice “La Roma non decolla, ma convince nel gioco. La figura di Luis Enrique è discussa da tutti. Io sono filo-Luis Enrique ma qualche dubbio inizia ad assalirmi. Bisogna invertire la tendenza. Stekelenburg subisce dei gol non da grande portiere”.
Arriva Franco Melli che aumenta il carico “Penso a due allenatori. Montella, con un Catania fatto con poche risorse, è nella parte alta della classifica. E Pioli, di cui si parlò prima dell'arrivo di Luigi Enrico, ha fatto tre vittorie in quattro gare alla guida del Bologna. Il più clamoroso degli errori è stato circondare la Roma d'ammirazione anzitempo. E' come voler mitizzare un sacerdote prima della santificazione e chi era di parere contrario veniva tacciato di rincoglionimento. Qui a Roma abbiamo visto grandi allenatori, non può arrivare il primo cantastorie da fuori e tutti abboccano. A Brunico si parlava sempre di lui, del suo I-Pad e via dicendo. Poi arriva Baldini con Sabatini, come se la sola presenza di Baldini fosse la garanzia di una grande squadra. La Roma ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare. Ha sbagliato il mercato, mi spieghi perché sono stati presi undici giocatori e nemmeno un esterno di valore. Una propaganda del genere non c'è mai stata, per molto meno altri allenatori sono andati a casa. Non è normale essere al 14° posto e c'è da temere anche il Novara”.
Cambia discorso e mira Tony Damascelli “Mi hanno impressionato gli otto petardi esplosi all'Olimpico di fronte al padrone americano un po' stupito e a Baldini, abituato alla signorilità del pubblico inglese. La Roma ha un culo enorme. Visto quel che è successo dopo, non se ne parla. Ricordo che l'anno scorso Luis Enrique, allenando il Barça B, ha avuto una delle peggiori difese del torneo. Forse è per quello che l'hanno preso. Baldini ha fatto bene dove è stato, ma l'allenatore non era uno sbarbato e si chiamava Capello”.
Più cauto Roberto Pruzzo ”Luis è in grave difficoltà, nelle ultime interviste l'ho visto in crisi. Non c'è una certezza, il gioco non dà garanzie. Dopo quattro mesi si va a tentativi, ad iniziative personali, è una grande preoccupazione. Speriamo che Totti torni in fretta e la porti per mano fuori da questa situazione”. “La Roma è una squadra in crisi, si vede dalla differenza reti - dice Furio Focolari -. "Undici fatte e undici subìte. Si parla della Roma baby, in realtà è una delle squadre più vecchie del campionato. Sarebbe stato meglio se Nocerino avesse fatto il 4-1, perché oggi si farebbero discorsi diversi”. Tocca a Roberto Renga: “La vera rivoluzione è la memoria e il rispetto per ciò che siamo stati. Penso agli 81 anni di Giorgio Rossi, al film su Di Bartolomei, al ritorno in panchina di Giannini e ai grandi risultati di Zeman. In una giornata triste per la Roma penso anche alla Primavera che ha fatto sei gol e a Viviani che ne ha fatti due. Io tornerei alla trasferta americana di Unicredit, da lì ripartirei. Sono state fatte scelte sbagliate, presi giocatori senza personalità. Alcuni se la fanno sotto! Mai mandare via Luis Enrique, è la prima pietra della rivoluzione culturale. La società stia vicino a lui”.
Sono le ore 10 e giriamo la manopola della nostra radio sulle frequenze di Centro Suono Sport perché comincia Te la do io Tokyo. Ecco l’incipit di Mario Corsi “La vita è adesso” (la trasmissione comincia con la musica di Baglioni ndr)è un omaggio a tutti i tifosi della Roma che credono o no a questo progetto. Io ci credo ancora. Non sono avvelenato nè con calciatori nè con il progetto nè con l’allenatore. Ma vorrei ricordare che la Roma è nata nel 1927 e non ieri. Se la Roma fosse nata improvvisamente a settembre 2011 e facesse questo campionato io sarei felice. Noi siamo la squadra che ha avuto Liedholm lui si che ha fatto una rivoluzione culturale, ha iniziato a vincere dopo 40 anni, la rivoluzione culturale lì c’era, nessun romanista avrebbe mai immaginato di poter vincere lo scudetto” e poi ancora “Noi la cultura ce l’abbiamo, non ci venite a dire che il calcio ce lo portate voi. Diteci invece “ci stiamo provando, stateci vicino, la squadra è giovane”, non ci venite a dire che il calcio non lo conosciamo. Non ci dite che dobbiamo aspettare voi per vedere il calcio”.
Prende poi la parola Riccardo Angelini Galopeira “Ce lo facciamo andare bene per passione, non è una resa, continuiamo a tifarla. Per la partita di sabato sera direi che è stata non troppo gratificante avere la percezione che quando il Milan decideva di andare a far gol c’era poco da fare. Una partita da vecchi tempi quando la Roma non era una grande squadra. C’è da lavorare molto ma molto molto per diventare una grande squadra.
“Non si vogliono fare paragoni ma neanche dire che un prima non c’è mai stato – dice Jonathan Calò-. Sulla partita dico che ho una sensazione come quella di Riccardo”.
Molto avvilito è Pino Cerboni “E’ evidente ormai che sia tutto frutto della incompetenza calcistica acclarata di Luis Enrique, che ha riproposto Perrotta terzino, fa ostracismo a Borriello che è il miglior attaccante che ha la Roma, dimostra che se ne frega della fase difensiva, come quando non mette nessuno sul primo palo sui corner. Se dici che ti non ti piace dicono che sei un vecchio, non ti puoi permettere di dire niente, quei due scudetti che ci hanno rubato alla fine ce lo ricordiamo noi e non se lo ricorda nessuno. Nella storia contano i risultati: si celebra la grande Inter di Mourinho non chi gioca bene".
Nello stesso orario, su Teleradiostereo, si parla di Roma tutte le mattine David Rossi commenta “La Roma ha perso col Milan ma non è questa la partita per dire che fa tutto schifo. Sono più forti loro e anche di tanto. Credo che i giocatori giovani che la Roma ha preso in prospettiva diventeranno più forti degli attuali giocatori del Milan, al momento sono più forti loro. In campo vanno prima i giocatori, poi il modulo. Ho avuto l'impressione che Ibrahimovic scherzasse nel secondo tempo, e che qualcun altro non avesse voglia di affondare il colpo. Sono arrivati due gol della Roma non per il gioco, e questo fa riflettere. Ora crocifiggere Luis Enrique non ha senso, ma anche lui commette degli errori. Nel 90% dei casi sbaglia la formazione iniziale, spesso è costretto a fare aggiustamenti in corsa. L'approccio tecnico di questo progetto è troppo invasivo e cruento, bisognerebbe attuare il passaggio tra il calcio di ieri e il calcio di domani”.
Dario Bersani invece dice “La tentazione di gettare tutto alle ortiche è forte, forse sarebbe troppo facile. Cerchiamo di mantenere un minimo di raziocinio. E' un momento di grande confusione, anche nelle spiegazioni dell'allenatore che forse è il meno responsabile. Luis dopo Genova era soddisfatto della squadra, poi col Milan dice di non aver mai avuto la percezione di poter vincere la partita. In panchina aveva un animo diverso. La sconfitta ce l'aspettavamo, ma mi ha colpito un Luis già provato da quest'esperienza che logora e in passato ha logorato allenatori con maggiori pedigree. Bisogna cercare una via d'uscita”.
Il pensiero di Marco Delvecchio, invece, è che “Dalle prime due palle toccate da Ibrahimovic, s'è visto subito che voleva fare una grande partita. Il Milan era superiore, quando voleva accelerare arrivava fino in porta. La Roma cercava di difendersi e tentava qualche timido attacco. Il Milan, a differenza della Roma, è una squadra consolidata. Sono rimasto sorpreso dalle distrazioni sui calci piazzati. Farsi attrarre dal pallone come in una partita tra bambini, Nesta da solo sul dischetto del rigore libero di colpire. La cosa più inguardabile è stato il secondo gol di Ibra. Sul corner, tutti i giocatori della Roma danno le spalle al pallone e Cassano che prende palla nell'area piccola”
Il pomeriggio radiofonico comincia sulle frequenze di Radio Manà Sport. In 1927, la storia continua, Max Leggeri spiega il suo stato d’animo “La Roma raccoglie poco rispetto alla mole di gioco, ma sabato ho visto tanta superficialità, distrazione, mancanza di grinta da parte degli interpreti. Troppi ex giocatori come Juan, Cassetti, e poi un impalpabile Bojan . Non è colpa di Luis Enrique ma di chi l’ha preso. Bisogna essere onesti: se stessimo con la precedente gestione, un allenatore simile e questi risultati non ci sarebbe tutta questa pazienza”. Contrario invece Angelo Di Livio “A me la Roma è piaciuta molto. Ha perso la partita su disattenzioni difensiva. Sono sorpreso dalle dichiarazioni di Luis Enrique quando dice che c’è troppa differenza tra il Milan e la Roma. Se lui si rivede la partita penso che si deve ricredere…”
Furioso Fabio Maccehroni, giornalista di Leggo, opinionista della trasmissione “Ci si sta facendo il bagno con il progetto, ma nel calcio contano i punti. Non si può lasciare in panchina uno come Lamela”. E poi Enrico Maida ”La differenza l’ha fatta solo Ibrahimovic. A parti invertite con Osvaldo avrebbe vinto al Roma. La difesa della Roma va rinnovata e questo non ci piove. Bisogna chiederci quanto i giocatori seguano questo progetto di gioco. Secondo me uno come De Rossi sul rinnovo del contratto sta ripensandoci sopra anche per un motivo di gioco. Temo ad una sorte di rigetto da parte di qualche giocatore. Avvenne questo anche al Milan di Sacchi”.
E’ solo l’inizio settimana e siamo certi che i commenti continueranno ancora fino a sabato prossimo.
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