Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.
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‘RADIO PENSIERI’, RENGA: “Zaniolo è cresciuto tanto: Roma, non mettergli vicino Kean”
Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane
Franco Melli (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): “Molti non vogliono ripartire. Sulla questione del contagio non si fa mezzo passo avanti: che ve la prendete a fare con Malagò e Spadafora? Se il CTS doveva fare dei passi avanti in questo senso non li fa, gli altri che possono fare? Solo prenderne atto. Io so di calciatori che il 18 non vogliono fare gli allenamenti collettivo perché dicono che prima di ricominciare vogliono sapere quando riprende il campionato”.
Alessandro Vocalelli (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): “Non credo ci sia qualcuno contro il calcio, ma c’è una battaglia di posizioni a carattere scientifico. Non credo che il CTS prenda indicazioni da Malagò o Spadafora per dettare le condizioni di riprendere. Nono sono loro che mettono gli ostacoli per ripartire, ma il Comitato Tecnico Scientifico. Ha posto condizioni inattuabili, ma sono stati loro. Credo ci sia una discussione a livello scientifico che in questo momento crea situazioni che non vanno bene. Sarà fondamentale il ruolo della politica che dovrà fare una sintesi di tutte le posizioni”.
Stefano Agresti (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): “Mi sembra ci sia una potente lobby anti-calcio di cui facciano parte Spadafora e Malagò. Nel resto d’Europa politica, sport e calcio remano in un’unica direzione. Qui il calcio rema da solo contro sport e politica. Se il calcio non ripartirà e società falliranno con gente che rimarrà senza lavoro qualcuno dovrà averlo sulla coscienza. Mi aspetto dal Governo che la norma sulla quarantena venga attenuata a prescindere dal calcio”.
Alessandro Austini (Teleradiostereo - 92,7): “La Roma spende più di quanto ricava, è costretta ogni volta a ricorrere a plusvalenze. E quest’anno dovrà farlo ancora di più. Ci sono oneri finanziari, costi dei cartellini più alti, ingaggi che sono aumentati e un costo del debito che cresce: come fai a uscirne senza fare plusvalenze? Sono scelte di anni che hanno portato a questa situazione, non è una cattiva gestione di Petrachi o di Monchi: sono una serie di scelte che non pagano. Non sono numeri accettabili se ci si gioca il quarto posto, il gioco non vale la candela. Se giocasse per vincere sarebbe diverso…”
Stefano Petrucci (Teleradiostereo - 92,7): "Per me il campionato non riparte. Ieri quella che è passata per una riapertura secondo me è una grossa chiusura, perché ci saranno inevitabili problemi di assembramento. A me sembra tutto una barzelletta".
Franco Melli (Radio Radio Mattino – 104,5): “Il comitato non vuole il modello tedesco. Se avessero dato una data di inizio del campionato, questa psicosi non ci sarebbe. Stanno tardando troppo. Molti non vogliono ripartire, non si fanno dei passi in avanti".
Furio Focolari (Radio Radio Mattino – 104,5): “Conto tutto e contro tutti il campionato ripartirà, le cose vanno meglio. Perché siete pessimisti? Non mi venite a dire che Spadafora non ce l’ha con lo sport e con il calcio in particolare, è l’uomo sbagliato al posto sbagliato. Non c’è più motivo per non ripartire. Tecnicamente Kean è fortissimo, è ancora inesploso. Se dovessimo pensare solo alle sue capacità potrebbe ancora diventare un grande giocatore".
Roberto Renga (Radio Radio Mattino – 104,5): “Io il modello tedesco lo seguirei sempre. Non mi piace la responsabilità nei confronti dei medici sociali. Mi imbarazza dirlo, ma Spadafora mi sembra di un’incompetenza totale. Se c'è una cosa da non fare è mettere insieme Kean e Zaniolo: Nicolò è migliorato tanto dal punto di vista caratteriale. Bisogna partire con delle certezze e non dei dubbi".
Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino - 104,5): "Io vedo poca chiarezza in tutta questa vicenda. I calciatori sono un po' dubbiosi ed hanno paura. Il ritiro di due settimane a qualcuno non piace, soprattutto a quelli costretti a stare in hotel perché non hanno la possibilità di avere un centro sportivo a regola. Adesso c’è questa buffonata degli allenamenti individuali, le società hanno anche dato la possibilità facoltativa. Vi rendete conto cosa sono chiamati a fare i calciatori?".
Nando Orsi (Radio Radio Mattino - 104,5): "Due settimane di ritiro, secondo me, si possono fare senza problemi".
Sandro Sabatini (Radio Radio Mattino - 104,5): "Il ritiro di due settimane? Si può fare, in fondo è come una preparazione estiva per il campionato. Ci vogliono più certezze su come evitare il contagio".
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